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I Kraftwerk profetizzarono la venuto di un'umanita` androide. I Devo
ne fecero un documentario, dando per scontato che fosse gia` qui fra di noi.
I Kraftwerk coniarono una forma di "canzone elettronica" per accompagnare
le loro apocalittiche profezie. I Devo coniarono una forma di "punk-rock
elettronico" per accompagnare i loro "documentari". I Kraftwerk erano tedeschi
e avevano alle spalle l'immane tragedia dell'Olocausto: la loro musica era
tetra e addolorata. I Devo avevano alle spalle i club alternativi dove si
esibivano Dictators e Ramones: la loro musica era
comica e satirica. Nella sostanza, pero`, una linea ideale congiunge gli
uni agli altri, cosi` come una linea ideale congiunge il rock tedesco
dei primi anni '70 alla new wave Americana di qualche anno dopo.
I Devo, formati nel 1972 ad Akron da tre cantanti-chitarristi
(Mark e Robert Mothersbaugh e Gerald Casale),
lanciarono in tutto il mondo la moda dell'uomo meccanico.
Grazie a una performance di gesti ritmati e a un travestimento da
astronauti robot, la loro filosofia della de-evoluzione attecchi` subito
presso il pubblico della new wave e ne divenne una delle componenti
esistenziali.
La de-evoluzione e` il rovescio della evoluzione darwiniana della specie.
I Devo propongono che la specie umana stia mutando per adattarsi all'ambiente
tecnologico.
De-evoluzione e` allora la scomparsa delle emozioni, e` l'affermarsi
di una mediocrita` uniforme in cui l'individuo e` soltanto un numero,
e` la progressiva cieca fiducia nella macchina- risolutrice d'ogni problema
(fino al punto in cui il rapporto servo/padrone si fa ambiguo e indefinibile),
e` la coscienza di non avere nulla da temere dalla tecnologia.
I Devo si ergono a menestrelli di questa dis-umanita` dalla quale sono state
estirpate le emozioni.
Il loro linguaggio procede a scatti, scandito da balbettii mongoloidi,
tic nervosi, spasimi subnormali.
La stupidita` puerile, che sintetizza la mentalita` del devoluto, e` stravolta
dai singulti programmati e dalle vibrazioni elettroniche, ed e` totalmente priva
di quell'elemento "umano" che potrebbe indicare la via di salvezza.
Il tono tragico-comico e` dovuto a un senso di malinconia e solitudine che viene
subdolamente celiato nel grondare di riff parodistici e slogan mutanti.
La miscela che innesca la pantomima e` peraltro fatta di rock urbano della scuola di MC5 e Stooges, sintetizzato secondo i dettami di mastro Eno, patron
d'eccezione, con
un pendant per le novelty zappiane e l'enfasi teutonica.
Il gruppo emerse grazie a un cortometraggio presentato al film festival di
Ann Arbor del marzo 1976, che usava come colonna sonora un loro brano del 1975,
The Truth about De-Evolution.
L'album d'esordio, Are We Not Men (Warner Bros, 1978), e` un'opera rock
mozzafiato che infila un anthem dietro l'altro. La saga dell'hard rock epico
e clownesco dei Devo si apre con le sciabolate e le sincopi di
Uncontrollable Urge, peraltro un innocuo ritornello beat, e prosegue con
l'esplosiva Space Junk, il trip cosmico-lisergico in crescendo
Gut Feeling e l'epilettico country-blues Come Back Jonee, per
culminare nelle cariche sferzanti, vertiginosamente tzigane, di Sloppy;
una sfilata funambolica ed ironica di cronache devolute
in cui si fondono tono profetico e frenesia adolescenziale.
Il canto gelido e meccanico di Mark Mothersbaugh lascia trasparire angoscia
esistenziale, nebrosi urbana e violenza psicopatica.
Fanno epoca soprattutto il tribalismo ipnotico di Mongoloid e la
ballata robotica Jocko Homo), i brani piu` vicini al decadentismo
di Bowie e piu` facilmente associabili all'iconografia androide del complesso.
Ma lo scherzo futurista degenera troppo presto in ridicolo prodotto per
teen-ager istupiditi dai fumetti televisivi.
Blockhead e S.I.B., su
Duty Now For The Future (Warner Bros, 1979),
Whip It, Freedom Of Choice e Girl U Want, su
Freedom Of Choice (Warner Bros, 1980),
Going Under e Beautiful World, su
New Traditionalists (Warner Bros, 1981),
Peek-A-Boo, su Oh No It's Devo (Warner Bros, 1982),
le canzoni maliziose della maturita`, sono molto vicine alle "idiot song" di
Zappa: se la loro ideologia libertaria e` tanto puerile da poter essere presa
per satira, e la loro visione sociale tanto confusa da sembrare un nonsense di
pop-art, la loro musica non e` in realta` che una caricatura "devoluta" a
ritmo "disco" dei classici rock di tutte le epoche.
Gli ultimi album, Shout (Warner Bros, 1984),
Total Devo (Enigma, 1988) e Smooth Noodle Maps (Enigma, 1990)
sono assolutamente privi di contenuti.
Mark Mothersbaugh ha anche pubblicato due volumi di Muzik For Insomniaks
(Enigma, 1988).
Contesi fra un'immagine di trovatori del Duemila e una di saltimbanchi da music
hall, fra una di goliardi alla festa in maschera del liceo e una di super-eroi da
fumetto, i Devo impersonano la sotto-sotto-cultura e la regressione infantile
che sono alla base del fenomeno punk. Quelle premesse vengono rielaborate
in un'ideologia che e` la quintessenza del cinismo e del narcissismo:
tanto disprezzano e deridono il capitalismo, quanto ne assimilano ed elaborano
gli aspetti piu` deteriori.
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