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I Died Pretty vennero alla luce nel periodo di transizione fra il dark-punk
e gli shoegazer e la loro musica contiene elementi di entrambi, filtrati
attraverso il rozzo garage-rock dell'Australia.
Il gruppo, formato a Sydney, contava di tre forti personalita`:
Brett Myers (chitarra), Frank Brunetti (tastiere) e Ronnie Peno (canto).
Rivelatisi nel 1984 con le atmosfere morbide e gotiche del singolo Out Of
The Unknown (World Without), peraltro ancora legato agli schematismi del
rock psichedelico, si volsero ai mantra elettrici dei Suicide e
al "rumor bianco" dei Velvet Underground con Mirror
Blues (Citadel), un lungo, incalzante incubo di distorsioni e dissonanze a ritmo voodoobilly.
Il gruppo continuo` a sfornare singoli ed EP.
Su Next To Nothing (1985)
Peno e compagni miniano il maestoso ed opprimente
psicodramma di
Ambergris, poi con le due cupe, vibranti ballate di disperazione del 1986, Blue Sky Day e
Stoneage Cinderella, che indovinarono un connubio fra folkrock e dark punk. Infine,
Next To Nothing, teatrale, enfatica, apocalittica,
riprende il carisma messianico di Jim Morrison e sviluppandone l'apologia della fine.
Energico e disperato, il lamento dei Died Pretty sfoglia le pagine consunte dello
spleen adolescenziale con rinnovata enfasi, non ignaro delle litanie di Patti Smith e dei melodrammi di
Bruce Springsteen.
Quando finalmente usci`, il primo album, Free Dirt (What Goes On, 1986),
attenuo` molto
la violenza (psichica e sonora) degli esordi a favore di una ballata debitrice
nei confronti di Bob Dylan e Gram Parsons.
Il modello di quest'ultimo domina il disco: la sua ballata maledetta
viene imbrigliata in grezzi vocalizzi e arrangiamenti rhythm and
blues (Through Another Door, Life To Go) con un contorno pittoresco di quadriglie
scapestrate alla Holy Modal Rounders (Wig-out) e di psicodrammi psichedelici alla Doors
(Just Skin).
Quel suono, non meno torbido e angoscioso, impregna anche l'incalzante
singolo Winterland, anteprima all'album Lost (Blue Mosque, 1988),
con la morbida
Towers Of Strength e la ballata acustica As Must Have, nonche'
i singoli Everybody Moves e Whitlam Square.
Every Brilliant Eye (Blue Mosque, 1990)
dimostra come fosse in atto una rapida regressione alla normalita`, dal
folkrock di True Fools Fall alla trance di Face Towards The Sun, parzialmente riscattata
dai sei minuti di The Underbelly.
Quella sara` la strada intrapresa dal gruppo durante la maturita`.
Sempre piu` fiacche e orecchiabili, le Stop Myself, DC
e Sweetheart di
Doughboy Hollow (Blue Mosque, 1991)
li propongono nei panni di mediocri epigoni di Tom Petty e REM.
Sorprendentemente
Using My Gills As A Roadmap (Citadel, 1998)
segna invece un ritorno alla corrente elettrica di Free Dirt.
Outoftheunknown (Citadel, 1999) e` un'antologia della loro carriera.
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