I Dinosaur Jr vennero alla luce durante gli anni in cui il dogma dell'hardcore
si stava indebolendo. Lungi dal militare con i reazionari alla Smiths, i
Dinosaur Jr presero ispirazione dall'estetica del punk (minimale,
amatoriale, irriverente), ma inventarono un nuovo sound per quell'estetica,
un sound altrettanto straccione e sguaiato, ma di tutt'altra natura: un sound
basato sulle distorsioni della chitarra. Il chitarrista Joseph Mascis suonava la
chitarra in maniera apparentemente trasandata e frastornate,
nel modo meno virtuoso possibile (in realta` a sua volta un nuovo genere di
virtuosismo). Dietro quegli strati di rumore si nascondevano canzoni
malinconiche che erano in perfetta sincronia con lo zeitgeist della loro
generazione. Il binomio "rumore + melodia" divenne uno dei temi fondamentali
degli anni '90 e cambio` per sempre il corso della musica rock.
Il cantante e chitarrista J Mascis e il bassista Lou Barlow, reduci
dai Deep Wound del cantante Charles Nakajima (poi Gobblehoof),
il cui EP Deep Wound (Radiobeat, 1983), con Mascis alla batteria, anticipava
il grindcore,
formarono con il batterista Murph i Dinosaur Jr a Boston nel 1985.
Quello di Dinosaur (Homestead, 1985) era un country-punk psichedelico
nella vena dei Meat Puppets (Cats In A Bowl), che mostrava una
predilezione per la ballata depressa e nevrotica di Neil Young
(soprattutto in Severed Lips). I brani piu` originali pero` lambivano
l'acid-rock piu` trascendente (Forget The Swan e Repulsion)
e coniavano una forma di ballata piu` psicotica (Leper e Mountain Man).
You're Living All Over Me (SST, 1987 - Merge, 2005) continuo` proprio in quella
direzione: un genere di ballata languida innestato sulla violenza
dell'hard-rock.
E' soprattutto la chitarra di Mascis a seminare lo scompiglio.
Anemiche melodie acid-rock (Little Fury Things, uno dei loro vertici) e
lamenti alla Neil Young
(Raisans) vengono sommersi in un frastuono di riff distorti.
I brani piu` innocui (In A Jar) hanno la prerogativa di esplodere
all'improvviso in sequenze di accordi maniacali. Una litania alla
REM come Kracked muta in un tornado di distorsioni alla Helios Creed.
Un country-punk come Lung diventa
un'epica galoppata nell'hard rock.
Il brano meglio riuscito e` forse
Sludge Feast, che annovera una specie di duetto fra accordi heavymetal di
una chitarra e fraseggio addolorato di un'altra.
Il rumore assordante di questa musica sembra avere come obiettivo un colossale
esorcismo dell'insicurezza che ottenebra il protagonista.
La carica selvaggia non basta sempre a giustificare un metodo che consiste
sostanzialmente nell'annegare la melodia in orge di distorsioni (talvolta
gratuite). A lungo andare il sound puo` risultare semplicemente banale.
Nonostante questo limite, il disco esercitera` pero` un'influenza enorme
sulla generazione successiva, stabilendo uno standard sonoro con cui si dovranno
misurare tutti i gruppi del "grunge".
A trasformare lo stile di Mascis in uno stereotipo fu Bug (SST, 1988 - Merge, 2005),
che e` al tempo stesso la quintessenza della sua arte e un nauseante esercizio
di ripetitivita`. La forma della loro ballata trova finalmente un equilibrio
in Freak Scene, un piccolo capolavoro di
arrangiamento: mentre la melodia si sdipana lineare, la chitarra cambia solfa
di continuo, dallo schitarrare "jingle-jangle" del folkrock alla distorsione
pura, dal riff di heavymetal a delicati accordi acustici, e la batteria alterna
un tribalismo da tam-tam una cadenza marziale.
L'album vanta delle canzoni con un ritornello che val la pena di
ascoltare e accompagnamenti professionali.
La loro "maniera" rumoristica sortisce risultati piu` atmosferici del solito
nella spigliata They Always Come (con un onirico intermezzo strumentale
e un finale di cascate di accordi psichedelici), nella tesa The Post
(un "lento" con i riff piu` feroci ed epidermici), e soprattutto
nell'apocalittica Don't,
un sabba di wah-wah devastanti, rumori elettronici e grida disperate,
l'unico brano della loro carriera a lambire la grandezza "aliena" dei Chrome.
E Mascis pare finalmente credibile nella parte del "guitar hero".
Ma ancora una volta meta` del disco e` pieno di pretesti, non di canzoni.
Lo stile debole e litanico di Repulsion e` sempre in agguato dietro le
scariche di adrenalina (per esempio in Yeah We Know).
Questo approccio "catastrofico" trasforma un album (e forse
un'intera carriera) in un unico lungo spasimo di pop deflagrato da decibel
ostili. A salvare il disco sono soprattutto la prima e l'ultima canzone, l'una in grado
di re-inventare il pop e l'ultima degna erede di tre decenni di rock
estremista.
A quel punto Barlow decise di dedicarsi ai Sebadoh, mentre
Mascis e Murph si unirono brevemente a Don Fleming e Jay Spiegel.
Mascis continuo` per un po' a suonare con i Velvet Monkeys e i Gobblehoof,
poi finalmente riformo` i Dinosaur Jr, registrando praticamente tutto da solo
Green Mind (Blanco Y Negro, 1991 - Sire, 2006).
L'album segna l'apice stilistico e la maturita` artistica del personaggio,
capitalizzando sulle invenzioni e le ripetizioni dei dischi precedenti.
The Wagon tenta di ripetere il successo di Freak Scene sfruttando piu` o
meno gli stessi trucchi e in generale tutto il disco e` una versione del
precedente adeguata alle necessita` del rock commerciale. Mascis ha smesso
di biascicare nenie e finalmente canta melodie. L'accompagnamento non fa
piu` rumore gratuito, ma contrappunto. Dopo tanti anni di caos armonico,
vige ora un ordine quasi scontato nella dinamica di queste canzoncine.
La malinconia folk di Flying Cloud (con qualcosa dei Led Zeppelin piu`
mistici) e il blues filosofico di Thumb (con flauto pastorale da rock
progressivo) sono quanto di meglio Mascis riesca a grattare dal fondo del
barile. La grinta di un tempo si riascolta soltanto in
How'd You Pin Down That One On Me.
Se e` migliorato come cantante e come chitarrista, Mascis rimane un mediocre
compositore e pertanto la qualita` del suo repertorio e` ancora il suo handicap
principale.
Mascis si scoperse cantautore all'antica con
l'album Where You Been (Sire, 1993), registrato con Mike Johnson
al basso e il fido Patrick Murphy alla batteria (e arrangiamenti che comprendono
chitarra acustica, sezione d'archi e organo).
Il calvario di Mascis, che ama proiettare nelle sue liriche l'immagine di
apatico, incompreso, solitario e disilluso, prosegue con immutata intensita`
melodrammatica, ma questa volta l'enfasi e` proprio sul calvario, non sulla
coreografia sonora. E` un artista che apre il cuore, non un guerrigliero
che scaglia granate.
Ancora una volta l'opera e` monocromatica, dominata dal falsetto trepidante
(a volte quasi agonizzante) di Mascis che pero`, a differenza del suo modello Young,
e` un lamento incapace di levarsi in grido epico a combattere contro i
mulini a vento, bensi` destinato a spegnersi in lunghi rantoli psichedelici,
imitando tutto sommato il feedback della chitarra.
L'eccezione e` Drawerings, che trova il "passo" di Harvest.
La sua e` in fondo una ballata folk, con meno genio narrativo ma piu`
genio introspettivo dei folksinger che imita. E di questi Young e`
certamente il piu` influente, in particolare nei brani in sordina
(Not The Same), quasi bisbigliati in quel registro sognante e psicotico,
in cui il cantante diventa languido e struggente fino a rasentare le tonalita`
piu` cupe e le atmosfere piu` espressioniste (What Else Is New).
La parte di Freak Scene la fa questa volta Get Me, con una melodia e un
fraseggio davvero epici e uno dei suoi migliori gracchi (un registro che e`
diventato negli anni un po' l'alter ego del suo falsetto).
Se Out There, On The Way e soprattutto Hide (i riff piu` trascinanti)
ripropongono le stesse ambiguita` (e in definitiva le stesse debolezze) di
Green Mind, gran parte della nuova raccolta esprime invece un anelito di
rinnovamento, se necessario anche rifacendo il verso a Lou Reed
(Start Choppin, cadenzata e vigorosa, forse il meglio del disco)
e Bob Dylan (Goin' Home, con organo alla Al Kooper).
Mascis e` un figlio della grassa borghesia (suo padre e` un affermato dentista,
suo fratello un avvocato di grido) ed esprime il senso di inutilita` che quella
classe sociale deve superare per continuare a sopravvivere.
Nel complesso Where You Been e` la seconda pietra miliare di Mascis;
senza piu` la violenza catastrofica di You're Living All Over Me, ma con
una vera musicalita`.
The EP of Out There (1993) contains one of Mascis' best solos in Keeblin.
Without A Sound (Sire, 1994) ricalca invece cosi` da vicino il proprio stile
da far pensare a una laconica routine.
Una produzione cristallina e chiassosa mette in luce senza pieta` i limiti di
Mascis, quelli di un anonimo epigono di Neil Young che non ne ha ne` la voce
agonizzante ne` la chitarra satanica.
La grazia formale di I Don't Think So e
Feel The Pain (che assomiglia a I Melt With You dei Modern
English ma ha anche un maestoso assolo)
sono in realta` prove di una musica che e` sempre piu` malinconica routine
e sempre meno
emozione, stampi di un sound premeditato fino al tedio.
Per lo piu` Mascis
si limita a ripetere stancamente la stessa apatica solfa in falsetto e gli
stessi assoli da pensionato.
Grab It e Get Out Of This
passano sonnolente senza lasciare il segno. Due ballad acustiche, Outta Hand
e Seemed Like The Thing To Do, lasciano invece il segno, mostrando l'uomo
alle prese con le sue contraddizioni e forse con la coscienza di aver esaurito
un filone fin troppo fortunato.
Il perenne sonnambulismo
di Mascis ha forse raggiunto il punto di non piu` ritorno, il coma terminale.
Anche al cospetto di opere riuscite come i suoi due capolavori,
Mascis fu uno dei musicisti piu` sopravvalutati del suo tempo:
in fondo non fece altro che portare all'estremo la tecnica di Neil Young,
contrappuntare la linea melodica con un chitarrismo nevrastenico e adattare
quella tecnica al sound di successo dei Jesus And Mary Chain. In questo modo
invento` comunque uno stile che divenne uno stereotipo dell'era "grunge".
Per diversi aspetti il feedback della sua chitarra "e`" il sound degli anni '90.
Il bassista Mike Johnson ha anche avviato una carriera solista.
Mascis invece
pubblica un album acustico a suo nome, Martin And Me (Baked Goods, 1996),
registrato dal vivo in un piccolo club.
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Dinosaur Jr, formed by
guitarist Joseph Mascis and bassist Lou Barlow, set the "noise-pop"
standard of the 1990s (a merger of distortion and melody), and acted as the
link between Sonic Youth and grunge. Mascis' Neil Young obsession
(via the Meat Puppets) surfaced on Dinosaur (1985).
Layers of loud feedback permeated each note of
You're Living All Over Me (1987). Each song sounded like
a languid acid-rock ballad grafted onto hard-rock spasms.
Mascis unleashed unabashed pop melodies over orgiastic and fetishistic
guitar noise.
Bug (1988), the last album with Barlow (who went on to form Sebadoh),
capitalized on that invention, that soon became one of the most abused
stereotypes in rock music. Green Mind (1991), that was de facto Mascis'
first solo album and a more accessible one, and
Where You Been (1993), featuring new bassist Mike Johnson and delving
into introspective melodrama, became mere routine.
If English is your first language and you could translate this text, please contact me.
Scroll down for recent reviews in English.
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(Translation by/ Tradotto da Andrea Salacone)
Hand It Over (Reprise, 1997) è probabilmente il peggior album dei Dinosaur Jr mai pubblicato: privo di lucidità, di messa a fuoco, di capacità compositiva e, ultimo ma non da meno, di gusto. Alone, lunga otto minuti, e Sure Not Over You sono due ballate tristi che vale la pena di ascoltare. Mascis cerca di salvare la situazione aggiungendo tromba (I’m Insane), archi (Can’t We Move This), banjo (Gettin’ Rough) e mellotron (Never Bought It), ma solo i fan più ingenui possono considerarlo un progresso.
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Hand It Over (Reprise, 1997) is probably the worst Dinosaur Jr album
ever, lacking in clarity, focus, songwriting, and, last but not least, taste.
The eight-minute Alone and Sure Not Over You are the two
mournful ballads that are worth listening to.
Mascis tries to save the day by adding trumpet (I'm Insane),
strings (Can't We Move This), banjo (Gettin' Rough) and
mellotron (Never Bought It) but only the most naive fans
can buy this as progress.
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Mascis' first real solo album,
More Light (Ultimatum, 2000),
sounds exactly like late Dinosaur Jr.
A few songs stand out as prime Dinosaur Jr
(Sameday, All The Girls), but
several others drag it down as usual Dinosaur Jr fillers.
More Light has enough power to derail what is meant to be a
project of middleage compromise.
Waistin' is yet another tribute to his master, Neil Young.
The Hendrix-ian fugue Ammaring and
the fuzz-fest Where'd You Go attest to Mascis' guitar prowess.
All in all, a mixed result, but when composition, voice and guitar find
the right balance, Mascis is still the king of his generation.
Free So Free (Ultimatum, 2002) presents a terrific guitarist in search
for a good song. While the playing is fluent and competent,
If That's How It's Gotta Be and Free So Free are typical
of someone who can recite all the rules in the (stoner) book while brushing
his teeth or doing the laundry. Countless guitarists, from Eric Clapton to
Jeff Beck, have spent their career making classy albums of pointless music.
Mascis seems ready to update the stereotype to the grunge generation.
Mascis' Sing + Chant For Amma (Baked Goods, 2006) is a hippy-style
spiritual tribute to a Hindu deity.
Mascis and Lou Barlow reunited in 2005 for the first time in almost 20 years
(since Bug). The original line-up of Dinosaur Jr recorded
Beyond (Fat Possum, 2007), an album hyped by journalists who had grown
up in the 1980s but rather shallow and predictable, just a bit more
professional (sleek, smooth, concise) than the original albums.
Almost Ready and Been There All the Time prove Mascis'
talent at writing pop tunes, but hundreds of musicians can do the same in 2007.
Pick Me Up is adventurous but hardly revolutionary.
Ultimately, the reunion album (creatively disappointing like most reunion
albums) helped as a metaphorical summary of the band's entire career, never
ambitious enough to produce a masterpiece, never mediocre enough to deserve
a premature burial, interesting but not exciting, sincere but not visceral.
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(Translation by/ Tradotto da Stefano Pertile
Il primo vero album solista di Mascis, More Light (Ultimatum, 2000), suona esattamente come gli ultimi Dinosaur Jr. Qualche brano spicca come i primi dei Dinosaur Jr (Sameday, All The Girls), ma svariati altri abbassano il livello in quanto riempitivi. More Light ha potenza a sufficienza per far deragliare quanto concepito per essere un compromesso di mezza età. Waistin' è un ulteriore tributo al suo maestro, Neil Young. La fuga Hendrix-iana Ammaring ed il festival fuzz Where'd You Go testimoniano la maestria di Mascis alla chitarra. Tutto sommato un risultato contrastante, ma quando la composizione, la voce e la chitarra trovano il giusto bilanciamento Mascis si rivela ancora come il re della sua generazione.Free So Free (Ultimatum, 2002) mostra un chitarrista spaventoso in cerca di una buona canzone. Sebbene suonate in modo fluido e competente, If That's How It's Gotta Be e Free So Free sono tipiche di qualcuno che può recitare tutte le regole nel libro mentre si lava i denti o fa il bucato. Innumerevoli chitarristi, da Eric Clapton a Jeff Beck, hanno speso la loro carriera a fare album di classe con musica senza senso. Mascis sembra pronto ad aggiornare lo stereotipo alla generazione grunge.
Sing + Chant For Amma (Baked Goods, 2006) è un tributo spirituale all' Hindu in stile hippy.
Mascis e Lou Barlow si riuniscono nel 2005 per la prima volta dopo quasi vent'anni (da Bug). La formazione originale dei Dinosaur Jr registra Beyond (Fat Possum, 2007), un album gonfiato dai giornalisti cresciuti negli anni 80 ma piuttosto scialbo e prevedibile, solo un pò più professionale ( raffinato, liscio, conciso) degli album originali. Almost Ready e Been There All the Time provano il talento di Mascis nello scrivere melodie pop, ma centinaia di musicisti possono fare lo stesso nel 2007. Pick Me Up è audace ma per nulla rivoluzionaria. Alla fine, l'album della riunione (deludente dal punto di vista creativo come la maggiorparte degli album di reunion) contribuisce ad una sorta di riassunto metaforico dell'intera carriera della band, mai abbastanza ambiziosa da produrre un capolavoro, mai così mediocre da meritarsi un precoce insabbiamento, interessante ma non emozionante, sincera ma non viscerale.
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Witch (Tee Pee, 2006) was a collaboration between
J Mascis (on drums) and the Feathers in the vein of stoner-rock and doom-metal.
The second Witch collaboration, Paralyzed (Tee Pee, 2008), leaned towards
the "rock" side of the equation.
Die Fehl-Ritzhausen Kassette (Who Can You Trust?, 2012) documents
a live Witch show.
Farm (Jagjaguwar, 2009), the second album after the re-union of the classic line-up, does not have the playful singalongs of its predecessor
(although Over It and I Want to Know try very hard) but instead
pivots on I Don't Want to Go There
Several Shades Of Why (Sub Pop, 2011) was J Mascis' (mostly) acoustic album, but it wasn't a solo album since it included contributions by
Pall Jenkins (Black Heart Procession), Matt Valentine (Tower Recordings),
Suzanne Thorpe (Mercury Rev), Kevin Drew (Broken Social Scene) and Kurt Vile,
all playing collectively quite a chamber orchestra of instruments.
It was also the first album entirely composed by him.
Unfortunately, removed from his scorching riffs and clawing hooks, Mascis' music is very little musical.
J Mascis also formed the instrumental trio that debuted with the
six space-rocking jams of
Heavy Blanket (Outer Battery, 2012).
Dinosaur Jr's reunion quickly ran out of gas.
I Bet on Sky (2012) is an album of
formulaic routine, with
lazy guitar solos that
bear all of the hallmarks of classic Dinosaur Jr
but fail to concoct the same magical textures.
This should have been a three-song EP with
Watch the Corners,
Don't Pretend You Didn't Know and
Stick a Toe In.
The excitement is totally missing from
Give a Glimpse of What Yer Not (2016), a
relaxed, laid-back, bland, monotonous experience from which it's hard to salvage anything.
Even the guitar sound is restrained on
Sweep It Into Space (2021), a collection of softly poppy songs
that hark back to middle-of-the-road rock of the 1970s.
It's difficult to pick specific songs from these albums.
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