Quando emerse dalla discografia indipendente dell'epoca,
Il tenue impressionismo strumentale del chitarrista britannico
Vincent Reilly, che scelse lo pseudonimo Durutti Column in omaggio all'anarchico
spagnolo Buenaventura Durruti (sbagliando il cognome),
si presento` come una delle novita` piu` anacronistiche.
Il primo album di Durutti Column,
The Return Of The Durutti Column (Factory, 1980), esce al picco
del punk-rock, ma propone invece una raccolta di melodie mute per chitarra
ed effetti sonori. Memore della "frippertronics" e dell'"ambientale" di Eno,
influenzato dagli stili del flamenco e del folk, Reilly compone musica da
camera new age per timbri vellutati e arrangiamenti spartani. Almeno
il solenne mantra per riverberi di Conduct,
il motivetto di Sketch For Summer, le tessiture jazzate di Katharine e
le vibrazioni piu` sinistre di Requiem For A Father giustificano il mezzo.
Il singolo Lips That Would Kiss del giugno 1980, che porta alle estreme
conseguenze la sua arte di timbri taglienti, di accordi smussati, di scale
dissonanti e sincopate, e` la cigliegina sulla torta.
Diversi dischi in Belgio celebrano il suo status di guru.
Sulla compilation A Factory Quartet risplende l'aria di
For Belgian Friends, degna
delle colonne sonore degli anni '60, cosi` come il singolo Danny
(Enigma, 1981).
L'idea non ha pero` il fiato piu` lungo di un album, e il successivo LC
(Factory, 1981), rinunciando al solismo illuminato dell'esordio,
finisce per risultare monotono e scontato, nonostante Sketch FOr Dawn,
nonostante Jacqueline, l'unico
sfoggio di bravura chitarristica, e Missing Boy, una canzone new wave a
cui nuocciono canto, arrangiamento e drum-machine.
Neppure le tre ambiziose piece dell'EP Deux Triangles (Factory, 1981),
ovvero Zinni, Favorite Painting e
Piece For Out Of The Tune Grand Piano, e il singolo
Enigma (Sordide Sentimentale) redimono questo periodo infausto.
Reilly non rinuncia al canto (Spent Time) e all'accompagnamento atmosferico
(Prayer) sull'album Another Setting (Factory, 1983), ma prova a
moderare gli arrangiamenti e ritorna ad atmosfere pallide, crepuscolari, dimesse.
Beggar e Dream Of A Child sono pero` pallide copie degli acquarelli del 1979.
Tanto che il successivo album
Short Stories For Pauline
rimarra` inedito (parte delle musiche
compariranno sull'antologia Lips That Would Kiss).
L'attivita` di Reilly e` comunque sempre intensa, fra le musiche per
Changing Places (Red Flame) della poetessa Anne Clark, un album registrato
in Portogallo e un nuovo EP, Say What You Mean (Factory), con Goodbye e
A Little Mercy, e soprattutto il jazz soffice da salotto di Room.
Dopo la parentesi di
Amigos Em Portugal (1983 - Kooky, 2005), che contiene
Favourite Descending Intervals,
Without Mercy (Factory, 1984) rappresenta la prima svolta. Reilly
decide di mettere in musica un poema di Keats e lo fa strutturando il disco
come un lunga (38 minuti) suite in movimenti (o "stanze") e facendosi
accompagnare da un
ensemble da camera (trombone, sassofono, viola, violino, violoncello,
percussioni). L'esperimento funziona dove la chitarra riesce a entrare in
risonanza con gli altri strumenti: nel fine contrappunto delle prime stanze.
La seconda meta` rappresenta invece una svolta verso un suono piu` pop, con
la ritmica in primo piano e motivi orecchiabili. Per Reilly questa e` una
sorta di fantasia melodica alla Tubular Bells di Mike Oldfield.
Lo spirito e` pero` sempre piu` vicino a quello della new age.
I quattro brani dell'EP Greetings Three dell'anno dopo confermano lo
stato di grazia di Reilly.
Domo Arigato (Factory, 1985) e` un album dal vivo
e Valuable Passages (Relativity, 1986)
e` un'antologia.
Circuses And Bread (Factory, 1986) sfrutta commercialmente questa
ambizione, riunendo
quella che e` forse la sua miglior canzone, Tomorrow, con quello che e'
forse il suo brano piu` violento, Hilary, e un tentativo al pianoforte,
Royal Infirmary. Ma La migliore delle jam strumentali,
Blind Elevator Girl (dieci minuti), e` dominata dal sassofono, non dalla chitarra.
L'EP coevo Greetings For Thee (Materiali Sonori)
sfoggia All That Love And Maths Can Do, il successivo City Of Our Lady
(Factory) ha invece Our Lady Of The Angels.
La varieta` aumenta su The Guitar And Other Machines (Virgin, 1987),
Arpeggiator, When The World e Red Shoes, e
l'anno dopo sulle venti vignette di Vini Reilly (Factory, 1988), fra cui
Love No More, Red Square, People's Pleasure Park,
e la lunga Finding The Sea (nove minuti), affidate ai campionamenti
di celebri voci del pop, del soul e della classica.
Obey The Time (Factory, 1990),
Sporadic Recordings (Spore, 1990), che raccoglie inediti e ristampato
come Return Of The Sporadic Recordings (Kooky, 2002),
e Dry (Materiali Sonori, 1991), che raccoglie altro
materiale del 1988/89 rimasto inedito, toccano forse il nadir dell'ispirazione.
Il boom della musica ambientale riporta sulle scene anche lui, con
Sex And Death (Factory, 1993),
Fidelity (Crepuscule, 1995) e
Time Was Gigantic (Factory, 1997).
Reilly, praticamente, passa alla storia per gli unici due album che valeva
davvero la pena di registrare, Return e Without Mercy. Troppo poco in
confronto alla mole di materiale prodotto nell'arco di un ventennio.
Il problema `e che, oltre a non essere particolarmente virtuoso allo strumento,
Reilly non e` neppure molto dotato come compositore.
L'unica ragione di esistere e` data dall'aver registrato quel primo album da
culto.
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