Mark Smith's Fall were punks, but the emphasis of albums such as
Live At Witch Trials (1979) and Hex Enduction Hour (1982)
was on noise and anarchy, not on violence and sarcasm.
They mostly saved their energy for brutal raids on harmony, of the kind
pioneered by Captain Beefheart and Pere Ubu.
Even the much more accessible sound of
This Nation's Saving Grace (1985) and Frenz Experiment (1988),
when Smith compromised with traditional formulas, still contained substantial
doses of mental insanity.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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Mark Smith e i suoi Fall sono stati uno dei gruppi piu` influenti
sull'evoluzione del pop "indipendente", ovvero sui gruppi che hanno
reinterpretato la musica leggera nell'ottica di u rock spartano e
sgraziato, composto, suonato e cantato in maniera approssimativa, ma senza
rinunciare alla sua qualita` di fondo: la melodia. Venuti dall'ethos del
punkrock, i Fall hanno presto messo in luce delle qualita` piu` originali,
che vanno dal tribalismo primitivista a una sperimentazione "industriale".
Alle origini i Fall erano punk di birreria chiusi e arroganti
che rappresentavano un po' la rabbia ideologica del '77, un po'
il mito dell'autonomia sociale. Uscivano dai circuiti alternativi
(di Manchester) soltanto per riversare sul pubblico arringhe
sguaiate. Erano artisti di strada, saltimbanchi straccioni che raccontavano
storie di vita vissuta barcollando ubriachi in vicoli di periferia, o che
arringavano il popolo dei pub nei quartieri piu` malfamati; clown
intellettuali il cui linguaggio musicale suburbano, crudo e anti-estetico,
s'inseriva nella tradizionale
corrente anti-conformista dei radicali britannici.
Esordirono nel 1978 con l'EP Bingo Master's Break Out e il singolo
It's The New Thing, ma divennero celebri con
gli anthem a 45 giri dell'anno dopo,
Fiery Jack e Rowche Rumble.
La struttura di Fiery Jack e` tipica del loro approccio: un blues-a-billy
caracollante, arrogante e amatoriale, sulla falsariga del primo Captain
Beefheart, con inserti striduli da musichall della chitarra e un ritmo stentoreo
della sezione ritmica, mentre Smith incalza senza tregua con il suo
"talking blues".
Live At Witch Trials (Step Forward, 1979 - Sacntuary, 2004) e` spartito fra cupe litanie
che si trascinano nel tedio piu` dissoluto (il farnetico incalzante di
No Xmas, la funebre messa nera di Two Steps Back,
il sortilegio minaccioso e ipnotico di Frightened),
che pero` almeno in un caso riescono anche a divertire
(la cantilena di Rebellious Jukebox),
e culminano nel lungo cadaverico sabba di Music Scene, degno dei
Television,
e una manciata di sguaiati rock'n'roll seviziati dal riff psicotico di
Marc Riley (il blues "beefheartiano" Futures And Pasts,
il minimalismo rock di Crap Rap).
L'iterativita` ossessiva e l'impostazione recitativa coniano una forma di
canzone progressiva che non e` ignara delle avanguardie,
ma mutuata soprattutto dai deliri abrasivi dei Velvet Underground, per via
dell'organo lisergico di Una Baines e dei tamburi tribali di Karl Burns.
Il chitarrista Martin Bramah e Baines lasciano pero` subito il gruppo per
formare i Blue Orchids.
Rifatta la formazione assumendo il chitarrista Craig Scanlon
e il bassista Stephen Hanley, Smith diresse poi, a partire da
Dragnet (Step Forward, 1979 - Sanctuary, 2004), verso un sound meno veemente e tempestoso e
invece piu` creativo (A Figure Walks), ritualistico (la danza
pellerossa di Muzorewi`s Daughter), epico (l'oltraggiosa
Cock-stock) e industriale (il delirio disarticolato di
Spectre Vs Rector).
L'album offre una cornucopia di stili, ma non riesce ad eccellere in nessuno.
Cio` che e` chiaro e` che i Fall sono punk nell'animo, ma la loro musica
ha poco del punk-rock di quegli anni. E` semmai figlia del pub-rock.
E la bizzarria e` semmai figlia di
Captain Beefheart, anche se Smith
non usa il blues ma il rock'n'roll come base per i suoi deliri sonori.
Il brano piu` divertente del periodo e` il singolo Totally Wired (1980), sabbah per il canto nasale di Smith e la chitarra atonale di Craig Scanlon.
I Fall si allontanano ancor piu` dal punk-rock con Grotesque (Rough Trade, 1981), che rende persino austero il loro sound atonale, e riduce il
clima amatoriale a una revisione del roots-rock in chiave lo-fi,
e incanala il flusso di coscienza di Smith in una serie di jam/comizi
a ritmo rockabilly che ricordano David Peel
(soprattutto la filastrocca folk di strada
Elastic Man, ma anche il rockabilly demenziale di Pay Your Rates,
l'esagitata New Face In Hell).
Il country-vaudeville stralunato di Fit And Working Again (sull'EP
Slates, 1981, una delle loro cose piu` facili) e la novelty
Lie Dream Of The Casino Soul (45 giri coevo),
sembrano limare le asprezze, ma con il ritorno di Burns (e quindi due batterie)
l'incisivita` e l'aleatorieta` raddoppiano.
La transizione verso un sound piu` ordinato iniziata su Grotesque
si completa con Hex Enduction Hour (Kamera, 1982), che annovera
persino ballads (Classical) accanto ai soliti brani
rock'n'roll (Jawbone).
Ma And This Day e Fortress/Deer Park si perdono in territori
caotici e cacofonici.
Le lunghe declamazioni di Winter (in due parti) e
Hip Priest dimostrano le ambizioni del falso giullare Smith.
Tanto sgangherati da commuovere, questi Fall
cominciano ad assomigliare ai secondi
Pere Ubu.
Il breve
Room To Live (1982) ritorna invece a un rockabilly poco ritmato
(Joker Hysterical Face, Detective Instinct) e trionfa
in un samba sgangherato (Marquis Cha Cha), ma l'atmosfera e` quella
poco convinta di Grotesque.
Il rituale personale di Smith prosegue con il tribalismo sconnesso di
Man Whose Head Expanded (1983) e il "blues-a-billy" demenziale
Kicker Conspiracy (1983), che lo avvicinano sempre piu` (rispettivamente)
alla psichedelia e a Beefheart; come confermano la tremenda
cantilena di Smile, la gag "zappiana" di Eat Yourself,
la lirica Hotel Bloedel e i nove minuti di Tempo House
su Perverted By Language (Rough Trade, 1983), con la moglie Brix alla chitarra. L'album, pieno di momenti noiosi, e` un altro esempio di come Smith
non sappia calibrare bene il suo materiale.
L'epopea dei Fall proseguiva comunque con due picchi di creativita`,
a cominciare da
The Wonderful And Frightening World (Beggars Banquet, 1984),
con la trascinante danza industriale di No Bulbs, lo spiritato
voodoobilly di Lay Of The Land e 2 By 4,
la melodica e ballabile Creep, la piece surreale Bug Day.
This Nation's Saving Grace (Beggars Banquet, 1985), forse il culmine
di questa fase, accessibile,
progressivo, poli-ritmico, segnato dal chitarrismo piu` moderato della consorte,
ma ancora zeppo di graffiti guerriglieri
(Cruiser's Creek), di voodoobilly
catastrofici (Bombast, Spoilt Victorian Child),
di kitsch zappiano (Mansion)
e di psichedelia mistica (la sinistra dance-trance di L.A. e
lo yodel ipnotico di My New House).
In brani come Gut Of The Quantifier
si evidenzia la parentela del loro sound con gli esperimenti della
scuola minimalista, in particolare quelli dei Sonic Youth;
mentre in altri un tribalismo surreale (What You Need) o una ballata
pastorale
(Paint Work) vengono manipolati con tecniche timbriche simili a quelle
impiegate dai Residents.
Culmine di questo sperimentalismo e` I Am Damo Suzuki, che gioca con
i poliritmi e le dissonanze elettroniche (oltre a rendere esplicito omaggio
ad altri loro maestri, i Can).
Bend Sinister (Beggars Banquet, 1986),
dominato dagli arrangiamenti del poli-strumentista Simon Roger, conferma
la tendenza verso un melodismo piu` pronunciato
(come in Shoulder Pads).
Fra un'opera teatrale
(Hey Luciani) e un balletto (I Am Kurious Oranj)
la saga di Smith si trascina con immutata onesta` e lucidita`.
L'arte dei Fall viveva nella schizofrenica alternanza di minacciosi ritualistici
(i voodoobilly alla Fiery Jack, Elastic Man,
Kicker Conspiracy, Lay Of The Land, Bombast,
e le dance-track alla
Muzorewi`s Daughter, Man Whose Head, Bulbs, L.A.)
e ambizioni piu` sperimentali. Le seconde erano sempre un po' confuse
e quasi mai apportavano contributi sostanziali.
I Fall riuscivano
meglio come protagonisti di una sotto-cultura rock amatoriale che non aveva
pretese estetiche, e che,
in qualche modo, fra le maglie di canzoni sarcastiche,
esprimeva l'insofferenza e l'alienazione dei kid nella metropoli industriale.
Frenz Experiment (Big Time, 1988) segna l'adesione a moduli piu`
professionali del far musica. Un'insolita musicalita` (oltre al solito
senso dello humour) contraddistingue anzi il blues incalzante di
Get A Hotel, le ballate folk di Frenz e The Steak Place,
che in fondo non fanno che ripetere le varianti usuali del loro sound.
Il fattore tribale si esprime nel boogie di Carry Bag Man e nel voodoobilly
di Athlete Cured, con i soliti riferimenti a Velvet Underground e Cramps.
Mettendo a frutto tanta fantasia e ricchezza ritmica, il complesso suggella
il disco con Hit The North e Bremen Nacht,
due delle loro danze piu` paradossali.
Brix Smith (chitarra), Simon Wolstencroft (batteria), Steve Hanley (basso),
Craig Scanlon (chitarra ritmica, le cui gloriose dissonanze sono qui un po'
in ombra) e Marcia Schofield (tastiere) costituiscono
una delle formazioni piu` affiatate e talentuose della carriera di Mark Smith.
Alla fine Frenz Experiment risulta uno dei loro dischi piu`
professionali, con materiale di tutto riguardo e arrangiamenti (per loro) quasi di lusso.
Il coevo singolo Popcorn Double Feature non e` da meno.
Dello stesso periodo e` il balletto documentato sull'album
I Am Kurious Oranj (Beggars Banquet, 1988). I Fall scimmiottano un po' se
stessi, e non tutto splende, ma cio` che splende e` degno del repertorio
migliore: altre esaltate danze voodoo (Jerusalem),
altre solenni sarabande (Kurious Oranj)
altri marziali proclami (New Big Prinz) e persino un
bluesrock sincopato alla Rolling Stones (Wrong Place Right Time).
A causa del divorzio (personale e artistico) fra Mark e Brix,
Seminal Live segna la fine di quella fase, la fase che era
iniziata con Perverted By Language.
In compenso, pero`, Extricate (Cog Sinister, 1990) segna il ritorno
all'ovile del chitarrista Martin Bramah. E` un'altra prova di gran classe, forte
di un tributo al blues-jazz come Chicago Now, di un'imitazione
della psichedelia e del soul-rock degli anni '60 come I'm Frank, e di
canzoni argute come Sing Harpy e And Therein (con il
caratteristico ritmo saltellante delle chitarre, qui spinto ad eccessi da manicomio).
Smith non perde occasione di aggiornarsi ai suoni moderni, pur rimanendo fedele
alla sua "poetica" clownesca, come dimostrano i brani da ballo, che sono forse
il meglio del disco: la novelty alla B52's (coretto scipito, organetto stridulo)
di The Little Rebel, il surreale Black Month Theme (un blues/rap
balbettato su un organo gospel e un violino miagolante), il voodoobilly
sgangherato (e deturpato da ogni sorta di campionamenti-spazzatura) di
Extricate e il funky-rap di Telephone Thing.
Sono brani in cui la sua fantasia ha modo di sbizzarrirsi nelle
trovate piu` ingeniose ed esilaranti.
Lo humour e` naturalmente incontenibile: Smith ne approfitta per
mettere in pista qualche sketch del suo iconoclasta musichall,
magari rifacendo il verso a Lou Reed (Hilary), parodiando il synthpop
(Popcorn Double Feature) o ironizzando sui costumi dei suoi compatrioti al
passo di un trascinante rhythm and blues (British People In Hot Weather).
Si tratta forse del loro disco piu` vario e composito.
E` come se l'uomo fosse rinato.
L'EP Dredger (Cog Sinister, 1990) contiene un altro brano felice,
Life Just Bounces.
Perso nuovamente Bramah, oltre a Schofield, e acquisito Kenny Brady al violino,
Smith registra Shiftwork (Fontana, 1991)
e dimostra, nel continuo cambiare di
formazioni, che i Fall sono lui: The Mixer, So What About It e il Sinister
Waltz ripetono per l'ennesima volta la sua poetica musicale.
Rose, Edinburgh Man, The Book Of Lies continuano
la progressione verso la normalita`.
In fondo il suo segreto e` sempre stato una forma deviante di infantilismo:
ritornelli che si fanno canticchiare da soli e cadenze che fanno muovere le
gambe da sole.
C'e` poco di originale, ma l'album vende piu` di tutti i precedenti.
Free Range, su Code: Selfish (Cog Sinister, 1992), e il singolo
Ed's Babe
anticipano la svolta
commerciale compiuta con The Infotainment Scan (Atlantic, 1993):
una cover di discomusic e una cover di reggae e una parodia del
techno (A Past Gone Mad) occultano quasi del tutto la verve di Smith.
Il quale ha comunque modo di esprimere il suo genio eccentrico anche in questo
formato, da Paranoid Man In Cheap Shit Room, un bizzarro incrocio fra
synthpop, heavymetal psichedelia e rap degno di "Madchester",
a Ladybird, sorta di accrocchio
armonico al confine fra il boogie e la Venus degli Shocking Blues,
passando per il jug elettrico di Glam-Racket (con echi della
Spirit In The Sky di Norman Greenbaum) e per lo ska zoppicante di
Why Are People Grudgeful.
Il sound fragoroso e super-prodotto di questo disco e`
pero` l'antitesi dei primi Fall.
Per dieci anni, in pratica, Smith e` vissuto della sua abilita` di
comporre "danze" rituali a uso e consumo personale, lontane da tutte le mode,
confezionate secondo una variante stracciona del tradizionale "wit" britannico,
ma cio` nonostante altrettanto contagiose (e vendibili) di quelle di moda.
Il singolo Behind The Counter (Permanent) prelude all'album
Middle Class Revolt (Matgador, 1994), lavoro politicamente impegnato
che pero` fa temere che Smith, a forza
di giocare a fare il dj (City Dweller), si sia
dimenticato come si fa il punk (15 Ways).
Sembra che il disco rinneghi la svolta recente verso il mainstream, ma al
tempo stesso non sappia piu` catturare il fervore punk delle origini.
In pratica, il peggio dei due mondi.
Non per nulla i brani migliori sono le tre cover.
La carriera si Smith e` insolita poiche` non e` contrassegnata da periodi
creativi e periodi di crisi. Smith ha la prerogativa di produrre un buon disco
ogni circa tre/quattro anni (Witch Trials, This Nation's Saving Grace,
Hex Induction Hour, Extricate), alternandoli con
opere distratte, raffazzonate o banali.
Ma gli anni '90 sembrano regalare soltanto opere del secondo genere.
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Cerebral Caustic (Permanent, 1995) is mediocre routine. The only tracks
that go beyond the predictable are the surreal pieces
Bonkers In Phoenix and
North West Fashion Show, while
The Aphid is the standout among the more traditional songs.
One Day e` l'unico momento irruento.
The Twenty-Seven Points (Permanent, 1995) is a collection of live and
unreleased (i.e., leftover) tracks.
Sinister Waltz (Receiver, 1996), a collection of alternate takes,
is an even bigger ripoff.
The Fall swindle continued with Fiend With A Violin (Receiver, 1996),
yet another collection of odds and ends.
The artistic crisis that started after Extricate is not over, but
The Light Use Syndrome (Jet, 1996) is an improvement, possibly thanks
to Brix Smith's return and the addition of keyboardist Julie Nagle (and
Burns is still in the line-up).
A few songs hark back to the spastic and frantic sound of early Fall
(notably, DIY Meat and Spinetrack),
and at least one perfects his approach to the dancefloor (The Coliseum),
but Smith is still erratic and a little too
eccentric, an unstable source of creativity that can waste talent in
rhythm'n'blues oddities such as Last Chance To Turn Around and
Secession Man and even in a progressive-rock suite,
Interlude.
Scanlon is sorely missed.
Levitate (Artful, 1997) marks another excursion in dance music, led
by Nagle's keyboards. Ten Houses Of Eve is the standout track.
Unfortunately, Masquerade, Hurricane Edward and
Ol' Gang waste many good ideas. Smith's unrestrained ego delves in
avantgarde music with Tragic Days and The Quartet Of Doc Shanley,
that are as serious as Frank Zappa's most ridiculous gags. The
instrumental Jap Kid reinforces the similarities between the two nutty
professors.
What could be worse for Smith than twenty years of testing his listener's patience?
String arrangements. That's what Smith came up with for
The Marshall Suite (Artful, 1999). Except for the usual dose of cute
covers, the songs are boring at best. Smith has lost his wit, besides his
musical inspiration.
The Unutterable (Eagle, 2000) and
Are You Are Missing Winner (COG Sinister, 2001)
are even worse (despite Dr Buck's Letter on the former).
Smith's overcrowded canon is beginning to look like a natural disaster.
In the meantime, compilations and live albums keep coming out, inflating
the market of low-to-poor quality Fall albums.
Totally Wired (Castle, 2002) is a two-disc anthology of material from 1980-83.
A reinvigorated band finally came up with an album actually worth of being
released, The Real New Fall LP (Action, 2003 - Narnack, 2004).
It contains some gems
in the jagged and anthemic folk-rock style that Smith has been perfecting
(and often worsening) over the years:
the atmospheric Green Eyed Loco Man,
the schizoid Contraflow,
the tribal Last Commands of Xyralothep via M.E.S.,
the gloomy Mike's Love Xexagon,
Theme from Sparta F.C.,
the feverish Open the Boxoctosis #2,
the serene Janet, Johnny + James.
Their best album since Extricate.
Rebellious Jukebox (2003) is a terrible anthology.
50,000 Fall Fans Can't Be Wrong: 39 Golden Greats (Beggars Banquet, 2004) is a much better two-cd career retrospective.
The Fall rarely made great albums: only, at best, funny or interesting ones,
and, at worst, awkward or pedestrian ones.
Fall Heads Roll (Narnack, 2005) is no excpetion. Mostly disposable,
the collection does boast a handful of entertaining numbers of
energetic garage-rock:
the familiar Smith-esque wrath of What About Us,
the unrelenting seven-minute rigmarole of Blindness,
the lo-fi psychobilly of Clasp Hands,
the punk-folk rant of Ride Away,
the anti-synthpop of Pacifying Joint.
The Fall rarely made great songs. Their songs are, at best,
funny or interesting, and, at worst, awkward and pedestrian.
The Fall have always been more attitude than music, more life than art.
That's why their albums are always 20-30 minutes too long: it's not the music
that matters, but the very fact of making music.
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(Translation by/ Tradotto da Eros Torre)
Cerebral Caustic (Permanent, 1995) è mediocre routine. Le uniche canzoni che superano la prevedibilità sono le surreali Bonkers In Phoenix e North West Fashion Show. Tra i brani più tradizionali spicca The Aphid.
The Twenty-Seven Points (Permanent, 1995) è una raccolta di brani live ed inediti. Sinister Waltz (Receiver, 1996), raccolta di alternate takes, è una fregatura perfino più grande. La truffa perpetrata dai Fall continua con Fiend With A Violin (Receiver, 1996), ennesima antologia di avanzi e scarti.
Il declino artistico, iniziato dopo Extricate, non accenna a concludersi, ma The Light Use Syndrome (Jet, 1996) rappresenta comunque un passo avanti. Ciò è dovuto, probabilmente, al ritorno di Brix Smith e all’aggiunta della tastierista Julie Nagle (con Burns ancora in formazione). Alcune canzoni richiamano il sound frenetico e folle del primo periodo (in particolare DIY Meat and Spinetrack), ma Smith appare ancora un po’ troppo stravagante ed eccentrico, un’incostante fonte di creatività capace di dilapidare talento in stranezze rhythm & blues come Last Chance To Turn Around e Secession Man e perfino in suite progressive-rock come Interlude. Nonostante gli sforzi, l’album non presenta neppure un brano degno del passato.
Levitate (Artful, 1997) segna un’ulteriore escursione in territori dance, sotto la guida della tastierista Julie Nagle. Il brano di spicco è Ten Houses Of Eve. Sfortunatamente Masquerade, Hurricane Edward e Ol' Gang sprecano molte buone idee. L’irrefrenabile ego di Smith scava nell’avangaurdia musicale con Tragic Days e The Quartet Of Doc Shanley, che sono serie quanto le più ridicole gag di Frank Zappa. La strumentale Jap Kid accresce la somiglianza tra i due professori folli.
Cosa potrebbe esserci di peggio che mettere alla prova per vent’anni la pazienza del proprio pubblico? Un arrangiamento di archi. È ciò a cui è giunto Smith con The Marshall Suite (Artful, 1999). Se si esclude la consueta dose di gradevoli cover, le canzoni sono estremamente noiose. Oltre all’ispirazione musicale, Smith ha smarrito il suo ingegno e il suo intuito.
The Unutterable (Eagle, 2000) e Are You Are Missing Winner (COG Sinister, 2001) sono persino peggiori (nonostante, all’interno del primo, Dr Buck's Letter).
Nel frattempo continuano ad uscire compilations e dischi live, che infarciscono il mercato di album di infima qualità. Totally Wired (Castle, 2002) è una doppia antologia di materiale risalente al periodo 1980-1983.
Un gruppo rinvigorito produce finalmente un disco degno di essere pubblicato, The Real New Fall LP (Action, 2003 - Narnack, 2004). L’album contiene alcune gemme di quel folk-rock sontuoso e spigoloso che Smith ha perfezionato (e spesso peggiorato) nel corso degli anni: la rilassata Green Eyed Loco Man, la convulsa Contraflow, la tribale Last Commands of Xyralothep via M.E.S., le malinconiche Mike's Love Xexagon, Theme from Sparta F.C., Open the Boxoctosis #2, Janet e Johnny + James. Il miglior album dai tempi di Extricate.
Rebellious Jukebox (2003) è una orribile antologia. 50,000 Fall Fans Can't Be Wrong: 39 Golden Greats (Beggars Banquet, 2004) è una retrospettiva della carriera del gruppo (in due cd) decisamente migliore.
I Fall hanno realizzato raramente dei grandi album. Nei momenti migliori hanno prodotto dischi abbastanza divertenti o interessanti, ma nei momenti peggiori hanno prodotto album imbarazzanti e privi di originalità. Fall Heads Roll (Narnack, 2005) non fa eccezione. Questa raccolta, in larga misura trascurabile, vanta una manciata di gradevoli e vigorosi brani garage-rock: la collera Smith-iana di What About Us, l’inesorabile sproloquio di sette minuti di Blindness, lo psychobilly lo-fi di Clasp Hands, il punk-folk di Ride Away e l’anti-synthpop di Pacifying Joint. I Fall hanno pubblicato raramente grandi canzoni. Nei momenti migliori hanno eseguito brani divertenti o interessanti, ma nei momenti peggiori hanno eseguito canzoni imbarazzanti e prive di originalità. I Fall hanno sempre prestato più attenzione all’atteggiamento che alla musica, più alla vita che all’arte. Questo è il motivo per cui i loro album sono sempre 20-30 minuti più lunghi del necessario: non è la musica che conta, ma il mero fatto di fare musica.
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Few bands had so little to say and said it in so many albums.
Reformation Post T.L.C. (2007), featuring yet another line-up,
and relying yet again on electronic keyboards and rhythm,
is another embarrassment for Mark Smith on his way to senile irrelevance,
despite the Fall-anthemic Reformation and the
lengthy dissonant jam Das Boot, two of Smith's best ideas of the last
20 years.
Von Sudenfed is a collaboration between the Fall's Mark Smith and
Mouse On Mars that resulted in
Tromatic Reflexxions (2007).
Imperial Wax Solvent (Castle, 2008) was boring if not utterly disposable,
a collection of randomly composed and amateurishly performed songs, including
an eleven-minute 50 Year Old Man that runs the gamut from terrible
rockabilly to embarrassing blues.
Von Sudenfed is a collaboration between Mark Smith of the Fall and Mouse On Mars. They debuted with Tromatic Reflexxions (Domino, 2007), a dance album in the vein of LCD Soundsystem.
The Fall recovered from the nadir that
Imperial Wax Solvent was with
Your Future Our Clutter (2010), that contains at least three of their
gems:
O.F.Y.C. Showcase,
Cowboy George,
Y.F.O.C. Slippy Floor.
The Fall rarely missed the chance to follow a decent album with an awful
one. Ersatz G.B. (2011) plunged again into the abyss of the trivial and
the predictable, surrounding the mild raveup Cosmos 7 with
half-baked routine ideas of no consequence and performing them with dubious
technical skills.
The line-up remained stable on the mediocre
Re-Mit (2013) and
Sub-Lingual Tablet (2015), but
Smith lost keyboardist (and partner) Eleni Poulou on
New Facts Emerge (2017), remaining with
guitarist Peter Greenway, bassist Dave Spurr, and drummer Keiron Melling.
Mark Smith died in 2018 at the age of 60.
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(Translation by/Tradotto da Stefano Iardella)
Poche band avevano così poco da dire e lo dissero in così tanti album. Reformation Post T.L.C. (2007), che presenta ancora un'altra formazione, e si affida ancora una volta a tastiere e ritmo elettronici, è un altro motivo di imbarazzo per Mark Smith nel suo cammino verso l'irrilevanza senile, nonostante l'inno ai Fall Reformation e la lunga jam dissonante Das Boot, due delle migliori idee di Smith negli ultimi 20 anni.
Von Sudenfed è una collaborazione tra Mark Smith dei Fall e i Mouse On Mars che ha portato a Tromatic Reflexxions (2007).
Imperial Wax Solvent (Castle, 2008) era noioso se non del tutto da buttare, una raccolta di canzoni composte a caso ed eseguite in modo amatoriale, inclusa 50 Year Old Man di undici minuti che spazia da un terribile rockabilly a un imbarranzante blues.
Von Sudenfed è una collaborazione tra Mark Smith dei The Fall e Mouse On Mars. Debuttarono con Tromatic Reflexxions (Domino, 2007), un album dance sulla scia degli LCD Soundsystem.
I Fall si ripresero dal punto più basso rappresentato da Imperial Wax Solvent con Your Future Our Clutter (2010), che contiene almeno tre delle loro gemme: O.F.Y.C. Showcase, Cowboy George, Y.F.O.C. Slippy Floor.
I Fall raramente perdevano l'occasione di far seguire a un album decente uno pessimo. Ersatz G.B. (2011) si sono tuffati di nuovo nell'abisso del banale e del prevedibile, circondando il mite raveup Cosmos 7 con idee di routine incomplete e senza conseguenze, ed eseguendole con dubbie abilità tecniche.
La formazione rimase stabile sui mediocri Re-Mit (2013) e Sub-Lingual Tablet (2015), ma Smith perse la tastierista (e partner) Eleni Poulou su New Facts Emerge (2017), rimanendo con il chitarrista Peter Greenway, il bassista Dave Spurr e il batterista Keiron Melling.
Mark Smith è morto nel 2018 all'età di 60 anni.
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