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Le Frightwig, un quartetto di sole ragazze formate nel 1983,
furono per anni una delle istituzioni della musica alternativa
di San Francisco. Non solo rappresentarono la voce punk della comunita` lesbica,
ma anticiparono anche il fenomeno delle riot-grrrls che dalle loro urla
scalmanate prendera` piu` di uno spunto.
Come Joan Jett e le prime punkette britanniche,
il loro post-femminismo punk reagiva all'estremo maschilismo del rock.
Le loro esibizioni dal vivo erano
sceneggiate teatrali sul tema della ragazza indipendente che schernisce il
suo macho vanesio. Protagonista assoluta ne era la cantante
e batterista Cecilia Lynch, ragazza splendida dai lunghi capelli biondi che
emetteva furibonde scariche di emotivita`, passando dal registro rabbioso a
quello stridulo con la foga di una strega lasciva.
Su Cat Farm Faboo (Subterranean, 1984)
i suoi monologhi sguaiati e sgolati,
che non tengono in minimo conto le sue limitatissime possibilita' canore,
si srotolano all'insegna di un horror epico, nel quale coesistono masochismo,
droga e angoscia (My Crotch Does Not Say Go). Molti dei brani piu' thrash
sono ritornelli demenziali cantati in coro a velocita' supersonica
(Only You).
In generale il loro sound,
molto approssimativo, e' un heavy metal
(Tomorrow Never Comes) con distorsioni maniacali da acid-trip
(Hot Papa, I'll Talk To You And Smile), ma nel quale non mancano
inflessioni boogie (Vagabondage), gospel (Freedom) e funk
(la danza tribale di A Man's Got To Do).
Il successivo Kill Kill (Caroline, 1986), dominato dalla nuova Susan
Miller,
accentua i toni ritualistici da voodoobilly di serie B, tribale e sinistro
(Crazy World), talvolta al limite delle formule magiche bisbigliate nei
rituali stregoneschi (Punk Rock Jail Bait), talaltra invasato come nei
piu' indemoniati sabba (Beverly Prize anche se culmina sorprendentemente
in un commosso inno femminista, Freedom.
Le Frightwig hanno espropriato l'arsenale semiotico del power-rock maschile.
Meno sordida e cupa che nel caso dei Teenage Jesus, la loro celebrazione
della solitudine femminile si fa largo con irruenza fra le macerie del
romanticismo dei girl-group e impone nuovi valori morali.
La totale imperizia tecnica non toglie nulla alla drammaticita' delle loro
sconvolgenti confessioni.
Wild Women Never Die (Southern) contiene entrambi gli album.
La loro saga termino` con l'EP Phone Sexy (Boner, 1990).
A causa di matrimoni e gravidanze,
della formazione originale era rimasta soltanto Deanna Ashley (coadiuvata
dalla chitarrista Rebecca Tucker e dalla batterista dei Sister Double Happiness
Lynn Perko), e la musica era una pallida copia degli sconquassi di un tempo
(American Xpress, il brano migliore, era gia` comparso sull'album
precedente). La chitarrista Mia Levin diede invece vita alle
Mudwimin.
Nel 1994 Ashley (adesso Chirazi) ha riformato il complesso con Levin e Cecilia
Lynch (adesso Kuhn).
Nel 1999 Rebecca Tucker ha formato i Cockfight con suo marito Andy 7 dei
Trash Can School.
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