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Agli inizi degli anni '70 a Washington aveva preso vita la vicenda degli
Angel (o Sweet Mama From Heaven, come si chiamano agli inizi), un complesso di
hardrock melodico e progressivo nobilitato dalle tastiere pompose alla King
Crimson di Greg Giuffria. Passato attraverso pietre miliari di quel genere
come Tower (la sigla dei loro concerti), Rock & Rollers e Long Time
(con mellotron e clavicembalo, e finale apoteotico), sul primo omonimo del 1975
(per la Casablanca), Fortune (ouverture spaziale e crescendo epico),
sul secondo Helluva Band,
il gruppo mori` di morte lenta, nonostante il piccolo hit Winter Song del
1978, e si spense del tutto nel 1981.
Giuffria varo` un proprio omonimo progetto, il cui disco d'esordio, Giuffria (MCA), continuava il progessivo avvicinamento all'AOR, senza peraltro composizioni che meritino di figurare in classifica (la marcetta di Do Me Right, la "disco-metal" di Dance e qualche imitazione dei Journey). La saga di Giuffria fini` negli House Of Lords, supergruppo che nel 1988 desto` un'effimera sensazione con l'album omonimo (per la RCA), che, oltre a rappresentare un tour de force per il leader, conteneva lo scalpitante hardrock di Lookin' For Strange, la ballata orchestrale Love Don't Die, il boogie vertiginoso di Slip Of The Tongue, la melodrammatica Hearts Of The World e l'enfatica Pleasure Palace. I successivi Sahara (RCA) e Demons Down (RCA), ancor piu` morbidi, non hanno cambiato formula, soltanto abbassato il livello qualitativo. Giuffria e` probabilmente uno dei tastieristi meno intelligenti della storia del rock, uno dei piu` prevedibili e banali; ma ha avuto il merito di imporre la tastiera in un genere prettamente chitarristico e di tenere pertanto aperto il cancello per i complessi progressivi. |
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