Japan were David Sylvian's first band.
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I Japan furono l'emblema del "chic" durante l'era punk. Le loro melodie
erano languide e romantiche. I loro arrangiamenti erano esotici,
sofisticati, sensuali e decadenti. I loro ritmi si prestavano al ballo.
In realta`, i Japan funsero semplicemente da ponte con il
progressive-rock, il glam-rock e l'ethno-funk degli anni '70 .
Non stupisce pertanto che i Japan sembrino un ibrido fra il glam-rock di
David Bowie, l'art-rock dei Roxy Music e il funk-rock di Peter Gabriel.
Ad aprire loro le porte furono gli Ultravox,
anche se i Japan attenuano tanto le tinte punk quanto gli elementi futuristi.
I Japan vennero formati nel 1975 dal cantante David Sylvian (all'anagrafe Batt),
dal tastierista Richard Barbieri, dal batterista Steven "Jansen" Batt
(fratello di Sylvian) e dal bassista Anthony "Mick Karn" Michaelides,
una formazione fra le piu` ambiziose dell'epoca, in cui
la chitarra elettrica, lo strumento guida per eccellenza del rock, era invece
in secondo piano, anzi spesso assente del tutto.
Dopo due album di glam-rock piuttosto convenzionale,
Adolescent Sex (Ariola, 1978) e
Obscure Alternatives (Ariola, 1978), il gruppo
trovo` infatti la via al danzabile d'atmosfera con il singolo
Life In Tokyo (1979), prodotto da Giorgio Moroder, zeppo di sequencer e
di arrangiamenti elettronici.
Le tastiere presero saldamente il comando a partire dal terzo album,
Quiet Life (Ariola, 1980), che presenta un gruppo
ancora alla ricerca di un'identita`, ma gia` dominato dalla forte personalita`
del suo leader, David Sylvian: se la title-track indulgeva
in sequencer e ritornelli scipiti, lo strumentale Despair,
la ballata In-Vogue e il deliquio finale di The Other Side Of Life
erano percorsi da una nevrosi composta ma non meno inquietante,
da film noir piu` che da cabaret di Weimar, da Kafka piu` che da Proust,
da Nick Drake piu` che da Bryan Ferry. Erano gia` rintracciabili in quei brani
i tratti "colti" dell'arte di Sylvian.
La maturita` di Sylvian ebbe inizio con gli ultimi due album dei Japan, nei
quali la sua personalita` abbandono` le pose androgine e "glam" alla
David Bowie per guadagnarsi la reputazione di compositore di una canzone
rock d'avanguardia.
Le gemme di Gentlemen Take Polaroids (Virgin, 1980), come la "malata"
title-track e la piu` briosa Methods Of Dance,
derivavano il loro "spleen" decadente da una combinazione del canto distaccato
e rallentato di Sylvian, delle linee funk di Karn, del sofisticato
collage elettronico di sonorita` etniche intessuto da Barbieri e Sylvian;
toccando forse il vertice della malinconia esistenziale nella romantica e
dimessa fiaba di Nightporter, per pianoforte ed ensemble da camera.
Ne risulta spesso (Swing e Taking Islands In Africa)
una forma di ballabile raffinato per intellettuali dandy:
melodie soffici e ritmi leggeri, elettronica ambientale e arrangiamenti
discreti.
Lo strumentale Burning Bridges fondeva inflessioni jazz (il sassofono di
Karn) e sinfonismo (le tastiere di Barbieri) in un pezzo di musica
d'avanguardia, di cui Sylvian era il compositore e direttore.
Con Tin Drum (Virgin, 1981)
il quartetto raggiunse la perfezione formale
e Sylvian ebbe modo di spiegare una volta per tutte la sua filosofia musicale.
Due gli elementi portanti: ritmi sincopati che assimilano e amalgamano
inflessioni orientali e africane, e un'elettronica seducente e sensuale che
non cerca mai lo shock ma semmai la simbiosi con i timbri degli strumenti
acustici (in particolare il basso). Talking Drum, Sons Of Pioneers e lo
strumentale Canton erano saggi pratici di questa teoria, in cui la canzone
perdeva di fatto la sua logica "melodica" e viveva di quelle regole armoniche.
Il resto, a partire dal canto, diventava secondario.
Le discoteche premiarono le varianti "disco" della prassi, come
The Art Of Parties, e le sue estreme semplificazioni, come il balletto
orientale di Visions Of China (in realta` anche arabico oltre che cinese).
Ghosts, ballata spettrale e religiosa nelle tonalita` piu` cupe di cui
l'artista e` capace, testimoniava pero` una continua progressione verso lo
sperimentalismo (con effetti elettronici alla Subotnick).
Le ultime composizioni dei Japan (Life Without Buildings e
Voices Raised In Welcome) furono strumentali trascendenti che trasudano
sacralita` dalla fragile cartilagine armonica.
David Sylvian avrebbe poi intrapreso una
fortunata carriera solista, imitato con meno successo da
Mick Karn.
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