, /10 | Links: |
Da una costola dei Guns And Roses (il chitarrista Tracii Guns) ebbero origine
gli L.A.Guns, capeggiati dal cantante Phil Lewis (un tempo "front-man" degli
inglesi Girl). Nel 1988 pubblicarono un primo album (per la Polydor) che,
nonostante il rituale tributo al "glam-metal" dell'epoca con No Mercy,
era di fatto un manuale di riff e ritornelli hardrock, che in piu` punti fa
pensare ai New York Dolls: il boogie depravato di Sex Action,
il vertigonoso rhythm and blues di Nothing To Lose.
Il quintetto si fa largo con brutale eleganza in una foresta di stereotipi, senza lesinare effettismi, dalla marziale Shoot For Thrills alla melodica Electric Gypsy. Le sonorita` di questo disco costituiscono anzi un naturate anello di congiunzione fra le nevrosi degli anni Cinquanta (Down In The City fino a sfiancarsi) e quelle degli anni Ottanta (Bitch Is Black, a` la Guns And Roses). Infinitamente meno violento e teatrale delle opere coeve di Guns And Roses e Jane's Addiction, il primo capitolo degli L.A.Guns rimane comunque un testamento altrettanto compiuto della generazione "di strada". Il successivo Cocked And Loaded (1989), con il nuovo inno Slap In The Face e soprattutto le divagazioni blues di 17 Crash, fu un lavoro di transizione, ma che diede loro il massimo successo, The Ballad of Jayne. Hollywood Vampires (Polydor, 1991) presenta un sound fantasioso e vibrante, imprevedibile e corposo, persino mistico nei languidi ed ipnotici accordi di Over The Edge e addirittura sentimentale nella serenata di Crystal Eyes; nel quale le matrici blues, soul, rockabilly e pop non sono nascoste ma esposte, senza tema di citare gli Aerosmith (Kiss My Love Goodbye), i Led Zeppelin (Dirty Luv alla Immigration Song) e infiniti combo da saloon (il travolgente Snake Eyes Boogie). Il complesso aveva raggiunto la piena maturita`. Vicious Circle (Polydor, 1995) tenta di tornare al suono selvaggio degli esordi. Gli L.A. Guns avevano percorso una parabola coerente e suggestiva, restando sempre ai margini delle direttrici principali dello show-business di Los Angeles. Il loro fu sempre un hardrock d'alta classe, poco imparentato con gli esibizionismi dei colleghi. The band returned out of the blue with Shrinking Violet (Perris, 1999), an album that is mostly pathetic nostalgy of the sex-crazed heroes (Girl You Turn Me On and Big Lil' Thing) and only occasionally finds again the spark of the old days (Decide and Big Lil' Thing), and with Walking The Dead (Spitfire, 2002).
| If English is your first language and you could translate this text, please contact me. |
![]() | ![]() | ![]() | ![]() |