Living Colour and Vernon Reid


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Smash And Scatteration, 5.5/10
Vivid , 7/10
Time's Up , 6/10
Stain , 5/10
Vernon Reid: Mistaken Identity , 6/10
Colleidoscope (2003), 5.5/10
Yohimbe Brothers: Front End Lifter (2002), 6.5/10
Yohimbe Brothers: The Tao of Yo (2004), 6/10
Living Colour: Colleidoscope (2003), 6/10
Masque: Known Unknown (2004), 5/10
Masque: Other True Self (2006), 4/10
Will Calhoun: Native Lands (2005), 6/10
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Il chitarrista di colore Vernon Reid (nato in Inghilterra nel 1958, ma cresciuto a Brooklyn), dopo qualche complessino scolastico (nel 1976 con Melvin Gibbs al basso nei Point Of View, due anni dopo negli Stepping Stone, di cui si parlo` bene senza che venisse pubblicato nulla), si fa le ossa nei Decoding Society del chitarrista jazz Ronald Shannon Jackson a New York nell'arco di cinque anni e sette album. Dopo aver fatto parte dei Defunkt di Joe Bowie, e registrato Smash And Scatteration (Epic, 1985) con Bill Frisell, e quindi aver completato la sua preparazione jazz/funk, nel 1984 decide di convergere verso la musica rock e, assoldati il cantante Corey Glover, il bassista Muzz Skillings e il batterista William Calhoun, tutti musicisti di colore, di lanciare una propria formazione, i Living Colour. Se a nobilitare il loro sound sono soprattutto le sue evoluzioni alla Hendrix del leader, la miscela di blues-rock e funk da` origine a un corposo hard-rock, che si inserisce alla perfezione nel revival del genere. In pratica, Reid proponeva la versione rock della musica jazz di James Blood Ulmer. La sezione ritmica era una delle piu` spettacolari e creative dell'epoca.

L'album Vivid (Epic, 1988) risulta cosi` una delle rivelazioni del 1988. Se parte della critica vede e stravede soprattutto per i temi sociali indirizzati (per la verita` con scarsa fantasia) dal compositore, come se si trattasse di un revival delle Pantere Nere, o semplicemente per il fatto che quattro neri suonino musica da bianchi come il rock, i Living Colour rappresentano in realta` una novita` musicale piuttosto limitata, ma formalmente impeccabile. Facendo tesoro delle esperienze di Bad Brains e Public Enemy, immettono gli elementi piu` spettacolari della cultura nera, quel pescare nel torbido anche degli accordi piu` elementari e ribaltare sempre le strutture stereotipe dell'armonia e riescono cosi` a resuscitare un genere come quello dell'hardrock che non sembrava aver piu` nulla di nuovo da dire.

Il loro approccio e` conservatore fino al plagio, ma dalla loro hanno il genio di Reid, forse l'unico chitarrista al mondo in grado di fondere schemi jazz e thrash, capace di comporre un amalgama intelligente di teatrali progressioni heavymetal e di sofisticati fraseggi bebop; nonche' i poliritmi alla Elvin Jones di Calhoun, laureato nel 1986 al prestigioso Berkley College Of Music e specializzato nel confondere anche il tempo piu` banale; e il canto potente e chiaro di Glover, che aveva invano tentato la carriera di attore e che non sembra per nulla erede dei ruggenti "shouter" di colore.

Il fattore scatenante e` comunque la chitarra, primattore come tradizione dell'hardrock. Un suo magistrale uragano di assoli e contrappunti proietta in orbita il tema melodico di Cult Of Personality, capolavoro del disco; un suo riff viscerale sostiene l'andamento sincopato di Desperate People, altro classico; una sua devastante distorsione propelle il grido di guerra di Which Way America; anche se la melodia pop di Open Letter, l'aria country di Broken Hearts, e la novelty rap-funk di Funny Vibe e soprattutto il ritornello cadenzato e orecchiabile di Glamour Boys sono esplicite strizzate d'occhio alle classifiche.

Time's Up (Epic, 1990) ripete il colpo grosso, anche se la musica e` alquanto sbiadita, contesa fra esperimento e divulgazione, fra futuro e passato. Anche i Living Colour tentano di rinnovare la forma canzone del rock, ma nell'accezione commerciale del progetto, quella di secernere un nuovo AOR. Ne scaturiscono composizioni articolate che ricordano il progressive-rock degli Yes (Type), le ballate rhythm and blues (Love Rears Its Ugly Head), gli erotismi funk di Prince (Under Cover Of Darkness, scritta da Glover); brani che, lungi dal rivoluzionare la musica rock, compongono invece un quadro dispersivo.
L'aspetto piu` nobile dell'operazione, l'ardita ricerca sugli arrangiamenti, ha successo soltanto saltuariamente, in New Jack Theme, un heavymetal tutto fuori tempo e gremito di effetti elettronici, e in Solace Of You, costruita su fremiti tropicali e su un bel tema melodico. Ma ne` l'impianto "retro`" ne` le presunzioni creative riescono a frenare la loro testarda ricerca di un pop di crossover, che si esprima nei modi di un imponente colosso hardrock (Information Overload) o in quelli del manifesto politico (Pride, di Calhoun, forse la canzone migliore).

Dopo il mini-album Biscuits (Epic, 1991), al basso subentra Doug Wimbish, veterano dei club di New York e sessionman di tanti dischi rap (per esempio, Tackhead), musicista selvaggio e delirante che sa estrarre dallo strumento suoni fantascientifici.

Stain (Epic, 1993) conferma pero` la fondamentalmente mancanza d'idee in fase compositiva, flirtando con speedmetal (Go Away), soul (Leave It Alone), funk (Nothingness) e hip-hop (WTFF), senza riuscire mai a pervenire alla sintesi definitiva, al capolavoro che giustifichi lo sforzo. Soltanto Auslander e Postman tengono alto lo standard del loro hard-rock. Nonostante le logorroiche e narcissistiche di Reid, protagonista dell'armonia e` la sezione ritmica, una delle piu` creative della storia del rock, che trasforma ogni canzone in una pirotecnica di tempi e vibrazioni. Ma non possono ovviare all'assenza di buone canzoni.

L'antologia Pride (Epic, 1995) contiene anche gli ultimi brani registrati dal gruppo, fra cui due delle loro gemme hard-rock (Release The Pressure, Sacred Ground) e quello che e` forse il loro miglior brano funk (These Are Happy Times).

Vernon Reid ha pubblicato anche il suo album solista Mistaken Identity (Epic, 1996), forte di un supergruppo con Don Byron al clarinetto, DJ Logic al giradischi, Curtis Watts alle percussioni, Leon Guenbaum alle tastiere e Hank Schroy al basso. Pesantemente influenzato dall'hip hop, Reid sperimenta con campionamenti, jazz e ritmi sincopati. La sua chitarra accenna solo saltuariamente verbi della sua lingua blues (Lightnin) e hard-rock.

Reid ha rivitalizzato l'hardrock e l'heavymetal, ma a scapito del funk e del jazz, che nella parabola dei Living Colour verso un sound ancor meno avventuroso ma sempre piu` aggressivo occupano una posizione sempre piu` subalterna. All'aumentare del capitale tecnico, sembra corrispondere un progressivo impoverimento dell'ispirazione di questo supergruppo.

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Memphis Blood (2001) and No Escape From the Blues (2003) were collaborations with jazz guitarist James Blood Ulmer, entirely devoted to blues standards.

Yohimbe Brothers are Vernon Reid and turntablist DJ Logic, attempting a fusion of hip-hop, hard-rock and electronic noise on Front End Lifter (Rope-a-Dope, 2002) and The Tao of Yo (Thirsty Ear, 2004).

That Depends on What You Know (Trugroid, 2003) is a three-CDR set that documents the collective Burnt Sugar, led by Vernon Reid and devoted to something similar to Bill Laswell's psych-dub-jazz.

The new Living Colour is a different beast. Colleidoscope (Sanctuary, 2003) is a sophisticated exploration of timbres and contrasts. There might be little songwriting inspiration, but the sonic excursion could be used by field technicians to test stereophonic equipment.

Masque is most of the Yohimbe Brothers, but the instrumental albums Known Unknown (Favored Nations, 2004) and Other True Self (2006) are mainly a showcase for Reid's virtuoso guitar playing.

Will Calhoun attempted a fusion of ancient and modern on Native Lands (2005), on which rhythm programming and guitar loops coexist with ethnic instruments. Calhoun plays a variety of percussion instruments as well as flute, keyboards and guitars. The standouts are Native Lands, a trio with Nana Vasconcelos and flute, and Umoja, a chamber world-jazz piece with Sanders on tenor, Wallace Roney on trumpet, Orrin Evan on piano, Buster Williams on bass and Calhoun on the African udu drum. Other collaborators include guitarists Kevin Eubanks and Stanley Jordan and keyboardist Mos Def.

Free Form Funky Freqs or FFFF is a trio, inspired by Ornette Coleman's Prime Time, with with drummer Calvin Weston and bassist Jamaaladeen Tacuma, both veterans of Prime Time, that debuted with Urban Mythology Volume One (Thirsty Ear, 2008).

After a six-year hiatus, Living Colour released The Chair In The Doorway (2009), half fluff and half pristine hard-rock (Bless Those, Behind the Sun, Hard Times, Out of Mind).

(Translation by/ Tradotto da xxx)

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