Human Conflict Number Five, 6/10
Secrets of the I Ching, 6.5/10 The Wishing Chair, 6.5/10 In My Tribe, 7/10 Blind Man's Zoo, 6.5/10 Our Time In Eden , 7/10 Unplugged , 6/10 John Lombardo: Victory Gardens , 5/10 John Lombardo: The Weedkiller's Daughter , 5/10 Love Among the Ruins , 5/10 The Earth Pressed Flat , 5/10 | Links: |
I 10,000 Maniacs (nome tratto da un film dell'orrore degli anni '60)
vennero formati a Jamestown (New York) all'inizio degli
anni '80 per suonare un folk-rock atmosferico e intellettuale.
Erano in sei, e contavano in particolare sulle tastiere di
Dennis Drew e sulle chitarre di Robert Buck e John Lombardo.
La cantante Natalie Merchant (che all'epoca dell'esordio aveva diciassette
anni) sarebbe stata per un decennio
una delle voci piu` originali e sincere del rock americano, ma forse senza
ottenere dalla critica e dal pubblico i consensi (anche troppo generosi)
tributati invece alle generazioni successive di folksinger femminili.
L'EP Human Conflict Number Five (Mark, 1982) contiene il loro primo hit Tension, ma e` ancora distratto fra il folkrock di Orange e il reggae di Planned Obsolescence. E' il mix strumentale (un po' tarda new wave) a dominare. Le cose cambiano sul primo album, Secrets of the I Ching (Christian Burial Music, 1983): Merchant comincia a mettere in mostra la sua personalita` in canzoni come The Latin One, Grey Victory e soprattutto My Mother The War. Partiture strumentali e cantato esistenziale fanno del lavoro uno dei piu` sperimentali del nuovo folk Americano. Non solo le liriche pessimiste di Merchant precipitano l'ascoltatore in un piccolo Inferno terrestre, ma le melodie delicate, cantate con un filo di voce, sono accompagnate da un ensemble folk con accenti caraibici che non esita ad affrontare dissonanze e distorsioni psichedeliche. The Wishing Chair (Elektra, 1985) segno` una maggior attenzione al canto, e in definitiva alla componente puramente folkrock del loro sound, tanto che Can't Ignore The Train e Scorpio Rising fecero rispolverare il nome dei Fairport Convention. Lombardo lascio` il gruppo nelle mani di Merchant, che divenne pertanto la principale compositrice a partire da In My Tribe (Elektra, 1987). Gun Shy, What's the Matter Here (di Buck) e soprattutto Like the Weather (la canzone che li rese celebri), lambirono il manierismo, con Merchant sempre piu` immedesimata nella parte di una Cassandra moralista e il complesso perdutamente etereo. Quella tendenza verso un easy-listening estatico continuo` con Blind Man's Zoo (Elektra, 1989). Il complesso intesse muzak da salotto come sfondo per le liriche sempre piu` pungenti e intelligenti della leader (chi altri aprirebbe un disco con il verso "Dream child in my head/ in a nightmare born in a borrowed bed" cantato da una ragazza madre?). Questo album controverso annovera comunque almeno Trouble Me, Eat for Two e Headstrong. Oltremodo fragile di costituzione, l'ultimo sound del gruppo aveva lasciato l'impressione di una certa sterilita` compositiva. Se non sussistevano dubbi sulla statura di Merchant come "autrice" (di liriche, di melodie, di stile di canto), era lecito domandarsi fino a quando la carismatica leader potesse ripetersi senza tediare. Dopo un lungo silenzio discografico, Our Time In Eden (Elektra, 1992) fugo` ogni dubbio, rilanciando anzi clamorosamente le azioni del gruppo presso i college (il disco vendette due milioni di copie nel giro di pochi anni). Il folkrock di Merchant aveva trovato i giusti confini, fra la ballata alla REM di Stockton Gala Days e il piglio vigoroso e drammatico alla Zevon di If You Intend, fra la sonata new age visionaria di Noah's Dove e il rhythm and blues esuberante di Few and Far Between, con un vertice ottimista nel ritornello spensierato di These Are The Days e un vertice pessimista nella tetra, epica e sperimentale I'm Not the Man. Almeno questi ultimi tre, se non anche Candy Everybody Wants, si aggiungono a Tension, Can't Ignore The Train e Like the Weather fra i capolavori del folk femminile degli ultimi anni. L'Unplugged (Elektra, 1993) chiude l'avventura in grande stile, e rimarra` sorprendentemente il loro best-seller. Le loro sono sempre canzoni molto intense, che valgono innnanzitutto per il messaggio, e poi per il modo in cui Merchant trasmette quel messaggio al mondo. Le singole canzoni valgono molto piu` degli album, nessuno dei quali si raccomanda come un'opera definitiva. Merchant lascio` il gruppo e il gruppo la sostitui` con il figliol prodigo Lombardo e la violinista Mary Ramsey. I due avevano registrato insieme Victory Gardens (Rykodisc, 1991) e The Weedkiller's Daughter (Rykodisc, 1993) nello stile piu` intellettuale dei primi Maniacs. Esce intanto l'album registrato dai 10,000 Maniacs con Mary Ramsey, Love Among the Ruins (Geffen, 1997). Green Children e Love Among the Ruins rimandano al tenero folk-rock degli esordi, ma Ramsey e` assai piu` interessante come violinista che come cantante. Ditto for The Earth Pressed Flat (Bar None, 1999), with On & On (Mersey Tune) and Cabaret. Buck died in december 2000 of liver failure. Campfire Songs (Rhino, 2004) is a career retrospective plus a disc of (terrible) rarities. |
Upstate New York's 10,000 Maniacs
played atmospheric, intimate and intellectual folk-rock enhanced with
vocalist Natalie Merchant's plaintive/sanguine colloquial tone.
After venting their existential angst on Secrets of the I Ching (1983),
they opted for Fairport Convention's more conventional folk-rock on
The Wishing Chair (1985). The fragile and pensive
In My Tribe (1987) was the first album to fully display Merchant's
persona (not only her voice), although it led to the
ecstatic easy-listening of Blind Man's Zoo (1989).
Our Time In Eden (1992), their commercial breakthrough,
balanced the profound and the ethereal elements of their art and
set the stage for Merchant's solo career.
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