Meat Puppets
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Meat Puppets, 6/10
Meat Puppets II, 7/10
Up On The Sun, 7.5/10
Out Of My Way, 6/10 (EP)
Mirage, 6.5/10
Huevos, 6/10
Monsters, 6.5/10
Forbidden Places, 5.5/10
Too High To Die, 6/10
No Joke, 5/10
Golden Lies , 6/10
Rise To Your Knees (2007), 4/10
Sewn Together (2009), 4/10
Lollipop (2011), 4/10
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Summary.
The Meat Puppets laid a bridge between hardcore and acid-rock with Meat Puppets II (1983), and then established themselves as the greatest heirs to the Grateful Dead with Up On The Sun (1985), the manifesto of their "cosmic cow-punk" style. Songs abandoned the punk frenzy and adopted a transcendental (or, simply put, lazy) tone, became more hypnotic than aggressive, incorporated jazz and raga elements and guitarist Curt Kirkwood developed a style that was a synthesis of country, blues, Jerry Garcia's galactic trance and Neil Young's neurotic fury, baked at the scorching sunshine of the South. The distance from the Allman Brothers was shorter than it appeared, as proven by the sophisticated Mirage (1987), and even closer were Z.Z.Top, as proven by Huevos (1987) and Monsters (1989), the latter their most effective stab at power-pop and southern boogie.
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I Meat Puppets arrivarono dall'Arizona all'inizio degli anni '80 come reboanti radicali del beach-punk. Le scorribande del chitarrista Curt Kirkwood sull'EP In A Car (World Imitation, 1981 - SST, 1985) e sull'album Meat Puppets (SST, 1982) indussero a classificarli fra le orde barbare del periodo.

Con il secondo, miliare album, Meat Puppets II (SST, 1983), il trio cambio` pero` radicamente direzione. Non solo il ritmo rallento` fino al livello del country-rock (la classica Lake Of Fire e Climbing), ma la costruzione del brano prese sembianze bislacche, al limite dell'acid-folk degli Holy Modal Rounders (We're Here) e degli strumentali dei Grateful Dead (I'm A Mindless Idiot). Le poche epilessi punk sopravvissute (Split Myself In Two e New Gods) sono bilanciate da una jam free-form come Aurora Borealis. (Plateau, con cadenza alla Harvest). Il secondo album li fece cosi` classificare fra le schiere del nascente "cow-punk", ma i Meat Puppets non avevano finito di sorprendere.

Con Up On The Sun (SST, 1985) la psichedelia prese del tutto il sopravvento e le melodie accentuarono ulteriormente le infrastrutture country (vedi lo strumentale Maiden's Milk, il madrigale Sea Whales e la vivace Swimming Ground). Lungi dal retrocedere, il gruppo continuava a sperimentare, come dimostrato dalle inflessioni jazz (Enchanted Pork Fist), funk ( Buckethead a mo' di inno apocrifo) e persino raga (Up On The Sun, Hot Pink, Creator). Eteree e ipnotiche le canzoni si dipanano con pigrizia come animali che si rosolino al sole rovente del deserto. I Meat Puppets inventarono involontariamente un nuovo genere: la soundtrack per gli spazi aperti del deserto, per le lunghe e monotone autostrade, per la natura pigramente assopita, per le distese sterminate senza vita. L'umore e` epitomizzato dal registro nasale alto, poco melodico e "solitario" del leader, specialmente quando si arrampica di ottava in ottava Up On The Sun rimarra' il loro capolavoro.

Sull'Ep Out Of My Way (SST, 1986) i reel straniati e amfetaminici (Not Swimming Ground), quando non funky (She's Hot), prendono il sopravvento sui riff stellari alla Garcia e (Out My Way) che hanno guadagnato loro il titolo di "cosmic cow-punk". Il melange di impressionismo Navajo e naturalismo orientale e' ormai un classico degno della miglior letteratura della Frontiera.

I Meat Puppets sono i Grateful Dead del deserto e Kirkwood ne e' il Neil Young. La sua alchemia di finger-picking e' una sintesi di country e blues bruciata dal sole del sud.

Per piu` versi durante gli anni '80 i Meat Puppets hanno rilevato dai Grateful Dead la fiaccola dell'acid-rock rurale; ma piu` importante ancora e` stato il dialetto che hanno coniato da quelle premesse, un sound "bruciato dal sole" che e` la quintessenza delle allucinazioni e dei paesaggi del deserto. Curt Kirkwood, cantante e chitarrista, e` stato il primo "auteur" di questo sotto-genere, il Neil Young della situazione. La sua sintesi di segni chitarristici country, blues e psichedelici non sara` spettacolare, ma rimarra` influente su generazioni di musicisti rock.

Il 1987 e` l'anno che funge da spartiacque nella carriera del gruppo. I Meat Puppets pubblicano infatti Mirage (SST), un album che ha la funzione di trasformare le loro armonie in pure astrazioni, in bozzetti surreali. Da quest'arte pittorico-musicale hanno origine le rilassate Mirage (connubio di minimalismo chitarristico, vocalismo psichedelico e persino contrappunti classicheggianti), Leaves (una ballata in punta di piedi), Get On Down (uno dei loro migliori rock and roll), A Hundred Miles (emblematica della loro capacita` di rielaborare gli stereotipi del folkrock), spesso in uno stile eccentrico ed intricato di mantra melodico. I Puppets peraltro non disdegnano il bluegrass piu` scapigliato (Confusion Fog) e il boogie d'assalto (Liquified).

Ma quell'opera segna in realta` la fine di un'era, il punto terminale di un'evoluzione che era partita dal punkrock e che era venuta allontanandosi sempre piu` dal rock, dalla musica corporale. A forza di rifugiarsi nella mente, e in particolare negli stati alterati della mente, aveva smesso di funzionare come musica, pur rimanendo qualcosa di sublime.

Non sorprende pertanto che lo stesso anno uscisse Huevos (SST, 1987), il loro album piu` commerciale, ispirato ai ZZ Top. Accanto alle partiture "cosmiche" di Crazy e I Can't Be Counted On e alla loro variante sotto forma di ballata "dylaniana" Look At The Rain, figurano infatti alcuni boogie da manuale, come Paradise e Automatic Mojo, e persino un tentativo di seducente dance-rock in Sexy Music e Fruit. Il disco e` il meglio suonato della loro carriera, piu` melodico e cadenzato del solito.

Sposato quel power-pop con inflessioni "hard blues" fra l'orrore dei fan, i Meat Puppets suoneranno finalmente come una band sudista degli anni '70 sul successivo Monsters (SST, 1989), ma si permetteranno anche il lusso di sperimentare sul genere in Attacked By Monsters (sposando il boogie allo spirito gioviale/spiritato dei freak) e in Meltdown (deturpando il boogie con turbolenze dissonanti e un ritornello da androide), nonche' nella supersonica jam strumentale di Flight Of The Fire Weasel; e di inserire, quasi come un "cut-up" di Burroughs, citazioni incoerenti dal loro passato, di indulgere nella stasi lisergica di Light e nella febbrile effervescenza di Touchdown King. Le conquiste armoniche nascoste negli ingranaggi apparentemente semplici di queste canzoni scorrevoli e melodiose non si contano. Barocco e coltissimo, Monsters segna l'apice formale della formazione.

No Strings Attached (SST, 1990) e` un'antologia che copre in maniera egregia il primo decennio di attivita`.

La traiettoria in direzione del suono "mainstream" continuera` con Forbidden Places (London, 1991), forte di un sound molto piu` calcolato e di tutta una serie di melodie ben arrangiate (il forbito folkrock di This Day, la ballata-valzer di That's How It Goes, la marziale e classicheggiante No Longer Gone). Cio` non toglie che si faccia ancora largo con prepotenza un trascinante punkrock, Open Wide, e che i Meat Puppets si congedino con quell'andatura da goliardi renitenti pennellando una delle solite quadriglie surreali (Another Moon) e una bislacca novelty (Sam).

Ma i Meat Puppets sono Too High To Die (troppo drogati per morire), come recita il titolo del nuovo album del 1994. Se la mossa grunge di Violet Eyes lascia a desiderare, e il garage-rock di Flaming Heart e` a loro poco congeniale, il blues di Roof With A Hole e le inconfondibili (perche' indefinibili) armonie di Never to Be Found salvano il disco. Due brani fanno capolino nelle stazioni commerciali: Backwater, che sembra un inno sudista alla Lynyrd Skynyrd, e Severed Goddess Hand, che sembra un inno alla REM. Nuovo motto dell'anno: We Don't Exist. Tutto sommato si tratta di un ritorno al formato (se non alla forma) del loro leggendario secondo album.

No Joke (London, 1995) e` succube del grunge, che loro hanno contribuito a inventare (come riconosciuto da Cobain in persona) ma che in realta` non c'entra nulla con la loro personalita`. Tant'e` che le liriche fanno pensare a un disco di assoluto nichilismo e di malcelata autoparodia, mentre Scum, Inflatable, Posion Arrow, Nothing sono canzoni riff-oriented alla Soundgarden. I Meat Puppets provano anche il chamber-pop di Head e un'altra ballata alla REM, Taste of The Sun , ma e` troppo poco e troppo tardi.

In tutte le sue metamorsosi il loro rimane tuttora il sound del deserto piu` totale, fatto di sole accecante, di sete atroce e soprattutto di allucinazioni su allucinazioni. La loro serena demenza e` stata un punto di riferimento per un'intera generazione di freak cresciuti dopo i Grateful Dead. Le loro canzoni sono in effetti metafore degli incubi esistenziali di quella generazione.

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The Meat Puppets, the godfathers of stoner-rock, returned after a five-year hiatus with Golden Lies (Atlantic, 2000), but only Curt Kirkwood belonged to the historical line-up, and the band had relocated to Austin (Texas). There is also little to recall the classic sound. This is heavy metal for the masses, played by a bunch of professional session-men. Kirkwood has some aces up his sleeve (Hercules is a surreal version of Beck, You Love Me and Pieces Of Me rank among their most moving ballads) but plays them like his mind is elsewhere. But then his mind was never where his fingers were, so this may be classic Meat Puppets after all. The three-movement jam Fatboy Fat Requiem reveals what has been only whispered throughout the album: that time does not take prisoners and death is around the corner.

Curt Kirkwood debuted solo with Snow (2004).

Classic Puppets (Ryko, 2004) is a career retrospective.

Rise To Your Knees (Anodyne, 2007) that emphasized the words over the music (a really bad move). When they tried to refocus on the music, as on Sewn Together (Megaforce, 2009) and Lollipop (2011) they could only muster old-fashioned blue-collar pathos and engineer spartan and melodic hard-rock.

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