Miracle Workers
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Inside Out (1985), 6.5/10 Links:

Eredi della tradizione locale (Portland) dei Sonics e dei Wailers, i Miracle Workers di Gerry Mohr (canto), Matt Rogers (chitarra), Joel Barnett (basso), Gene Trautmann (batteria) e Danny Demiankow (organo), esordirono a Portland con una serie di micidiali EP e singoli nel 1983, che verranno raccolti nel 1990 su Moxie's Revenge (Get Hip). Il sound era quello piu` violento del garage-rock, amplificato da una foga punk e da una strumentazione particolarmente ispida. Out Of My Head (sul primo EP, omonimo) e` in fondo soltanto un folkrock, ma carico di dinamite.

Sull'EP successivo, 1000 Micrograms (Sounds Interesting, 1984), si avverte l'influsso dei Rolling Stones (o dei loro discepoli in terra americana) tanto nel "lento" You Knock Me Out quanto nella spavalda Waiting. I brani rimasti inediti, come il beat Flashing Red Light, sono addirittura piu` selvaggi, con il piglio epico dei 13th Floor Elevator in Infected With You.

Il primo album ufficiale, Inside Out (Voxx), usci` soltanto nel 1985. Se a far epoca sono i brani di garage-rock ipercinetico, ovvero i "rave-up" di Go Now, Already Gone e I'll Walk Away, le armonie piu` originali si trovano nel beat cadenzato e atmosferico di Another Guy e nella danza mediorientale di Love Has No Time, la cui magica atmosfera e` creata da lamenti d'organo e da quadriglie di chitarra. La title-track inaugura uno stile in cui il gruppo si esprimera` spesso: la ballata a passo strascicato dei primi Stones. Tanto Rogers (capace di alternare distorsioni durissime a passi quasi ska) quanto Demiankow (che fonde organetto da fiera, organo gospel e persino minimalismo) hanno il merito dei risultati piu` suggestivi: i loro accompagnamenti sono sempre diversi, creativi ed efficaci.

Di fatto la storia del gruppo finisce li`, perche' poi Barnett e Demiankow, autori di buona parte del materiale, abbandonarono il gruppo e i dischi successivi furono sempre meno interessanti.

Overdose (Love's Simple Dreams, 1988), a parte Rock'N'Roll Revolution In The Streets (copiata da Kick Out The Jams) e Light Camera Action, accentuo` la propensione per il blues: She's Got A Patron Saint e When A Woman Calls My Name sono di nuovo debitrici nei confronti degli Stones e il lungo boogie "ferroviario" Long Gone On Her Train Night seppellisce simbolicamente il revival psichedelico.

Primary Domain (Glitterhouse, 1989) e` ancor meno vitale, con la lunga e "acida" Mary Jane e la ballata alla Stones di Tick Tock. Il declino prosegue, apparentemente inarrestabile, l'anno dopo con Roll Out The Red Carpet (Triple X), che da` libero sfogo alle sempre sopite libidini blues (e Stones) in Fool e nella title-track; ma il gruppo non ha il talento per fare del bluesrock di classe e finisce per parodiare i maestri britannici.

Perso Danny Demiankow, il gruppo rimarra` per anni inattivo. Rispuntera` con un Anatomy Of A Creep (Triple X, 1996) sul quale il quartetto tenta invano di far credere di avere ancora vent'anni.

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