New Order


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Movement , 6/10
Power Corruption And Lies , 7/10
Low Life , 6.5/10
Brotherhood , 6/10
Technique (1989), 6/10
Republic, 6/10
Get Ready , 5/10
Monaco: Music For Pleasure , 4/10
Waiting For The Sirens' Call (2005), 5/10
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I New Order, ovvero i superstiti dei Joy Division piu` la tastierista Gillian Gilbert, presero l'abbrivio nel marzo 1981 da un ottimo postumo di Ian Curtis, Ceremony, per una rapida conversione alla nuova moda musicale del Regno Unito, il synthpop. La pietra dello scandalo fu Everything's Gone Green (settembre 1981), che sfoggiava una forte cadenza elettronica e la produzione tipica della disco-music. Gilbert e Sumner erano passati ai sintetizzatori, ai sequencer, alle drum-machine.

Riducendo l'enfasi delle liriche e aumentando quello del ritmo ballabile e dell'arrangiamento elettronico, i New Order riuscirono facilmente a vendere in discoteca l'angoscia che aveva ucciso Curtis. La loro intuizione si rivelo` fondamentale per rinnovare la musica da ballo soffocata dalle banalita` dei Duran Duran.

Il primo album, Movement (Factory, 1981), non fece che ribadire il concetto attraverso una serie di brillanti soluzioni armoniche: il boogie saltellante di Dreams Never End, cantanto con aria da zombie, il tribalismo elettrico alla Suicide di Truth, deragliato da uno strimpellio nevrotico di chitarra, il lugubre country & western di Chosen Time, degno di Stan Ridgway. la girandola di invenzioni ritmiche ed elettroniche culmina nei balletti schizofrenici di Senses e Denial. Se non altro, questa e` discomusic d'autore, meticolosamente composta e prodotta secondo una visione angosciata del mondo. Lungi dall'essere un capolavoro, il disco dimostro` pero` che c'era ancora spazio per sperimentare sulla forma del vetusto disco-punk dei Cars e dei Blondie.

L'enfasi sulla melodia aumento` con Temptation (aprile 1982) e soprattutto Blue Monday (marzo 1983), oltre sette minuti di strati sintetici per mettere in orbita una ballata incalzante e contrassegnata, sotto l'opulenza elettronica, da un twang chitarristico alla Duan Eddy. La ripetizione di un pattern elementare e il canto quasi colloquiale conferivano alla danza una qualita` esistenziale che era l'ultimo link con i Joy Division. Si tratta anche del primo brano da ballo composto e suonato quasi interamente da macchine, in quanto l'effetto e` ottenuto facendo ripetere il ritmo e la melodia dagli strumenti elettronici, praticamente senza intervento umano. Con questo brano i New Order completarono una parabola che li aveva portati dall'ambizione di diventare i Doors del disco-punk alla realta` di un synth-pop alla moda.

Su quell'intuizione speculano i successivi Confusion (agosto 1983) e Thieves Like Us (aprile 1984), altrettanto meticolosamente costruiti in studio, ma molto piu` noiosi.

Il nuovo sound e` ispirato piu` al classicismo mitteleuropeo e a Giorgio Moroder che non all'esoterismo e alla psichedelia dei Joy Division. Lo ha gia` dimostrato il secondo album, Power Corruption And Lies (Factory, 1983). Cancellate del tutto le atmosfere depresse del primo, rimane soltanto un freddo mestiere di artigiani del pop. Da un lato Your Silent Face, inno arioso all'alienazione con synth alla organo a canne e twang di chitarra, dall'altro Age Of Consent, espansiva e scampanellante, definiscono i due modi della loro personale dark dance. Nell'insieme danze futili ed armoniose, come 5.8.6. e Ultraviolence, e fanfare frivole come The Village e Ecstasy, le novelty del synthpop, compongono un prodotto impeccabile dell'alta tecnologia della musica ballabile. L'arrangiamento e` un capolavoro di sonorita` artificiali (sezioni d'archi sintetizzate, accordi sparsi di chitarra, ritmi ibernati, effetti concisi e dosati, canto affettato in secondo piano). Spaziale e commosso, questo e` il barocco della disco-music.
Particolarmente decisivo il singolo che verra` riedito nella sua versione inedita di ventidue minuti soltanto molti anni dopo, su Video 5.8.6. (Touch, 1998).

I dischi successivi esalteranno maggiormente il ritornello, ma l'elemento caratteristico rimarra` il mix denso e flamboyant. Le canzoni saranno intese sempre come complessi eventi sonori corredati da motivi orecchiabili. Shellshock (marzo 1986), True Faith (luglio 1987), Touched By The Hand Of God (dicembre), punteranno verso una musica da discoteca sempre piu` spensierata. Ormai assestati intorno ai sei minuti di durata, con ambiziosi ponti strumentali e melodie rubate al soul piu` "dolce", questi brani stanno alla musica come la scultura alla catena di montaggio.

Low Life (Qwest, 1985) continua il programma, affinando ulteriormente le armi, ovvero sintetizzatori e sequencer. L'album si apre con una mutazione poliritmica della ballata folk, Love Vigilantes, indovina un'aria memorabile come quella di Perfect Kiss, sprofonda nella sconsolata malinconia amorosa di This Time Of Night per librarsi subito dopo nell'epica galoppata di Sunrise, indulge in un'Elegia strumentale Alla Mike Oldfield, ricicla le loro infallibili cadenze da discoteca in Sub-culture, e si chiude con un'altra filastrocca folk in formato elettronico, Face-Up. Con un approccio all'arrangiamento che ha qualcosa di sinfonico, i New Order riescono a dimostrare che anche la musica da ballo puo` emanare emozioni profonde.

Brotherhood (Qwest, 1986), album meno "sintetico" che recuperava in parte la batteria e la chitarra acustica, ha dalla sua Weirdo, State Of The Nation, e soprattutto Bizarre Love Triangle. Questo brano e` il loro capolavoro di arrangiamento; l'ariosa melodia, cantata in un crooning alla Bryan Ferry, e` collocata su un ritmo freneticamente sincopato, e l'elettronica sembra quasi "bollire" sotto la pressione delle macchine.

Dopo aver definito il loro standard di musica da ballo elettronica con quella trilogia, i New Order specularono su quella maniera con il synthpop discotecaro di Technique (Qwest, 1989), che lucido` ulteriormente un marchio di fabbrica fra i piu` fulgidi dai tempi dei Pink Floyd. I migliori reperti del loro laboratorio di assemblaggio, Dream Attack, Fine Time, Round And Round e Run, ricrearono di fatto il loro stile vellutato, romantico ed elegante nell'era del techno. Vanishing Point non e` altro che il vecchio funky-soul, per quanto ben mimetizzato. E` comunque il singolo World In Motion a vantare il ritornello piu` orecchiabile del periodo.

Bernard Sumner, cantante e chitarrista, formo` con Johnny Marr (degli Smiths) gli Electronic. Il bassista Peter Hook, dal canto suo, diede vita nel 1990 ai Revenge, restando su One True Passion (Capitol, 1990) piu` fedele al sound dei New Order. La tastierista Gillian Gilbert e il batterista Stephen Morris pubblicarono The Other Two & You (Qwest, 1993).

Con Republic (London, 1993) i New Order tornano insieme. Regret (l'hit), World, Ruined In A Day e le altre pallide cantilene scorrono all'insegna di un chic lussuoso che nasce all'incrocio fra il sentimentalismo patetico di Every Breath You Take (Police) e lo spleen fatalista di West End Girls (Pet Shop Boys). Sono, insomma, i cromosomi di Electronic a prendere il sopravvento. E` difficile pero` distinguere una canzone dall'altra e nessuna si fa ricordare in maniera particolare. Per buona misura i New Order strizzano l'occhio al techno con la ritmica accentuata di Chemical e all'hip hop con la base sincopata di Times Change. Alla fine il brano piu` originale del disco (o perlomeno il piu` romantico) e` lo strumentale di chiusura, Avalanche.

Se il programma del gruppo rimane vano e vanesio, bisogna riconoscere pero` la classe di questi veterani del ballabile atmosferico. Forse non hanno mai scritto un brano che meriti di essere ricordato, ma nessuno ha impersonato meglio di loro la stagione del ballabile melodico britannico degli anni '80.

Substance (Qwest, 1987) e` un'ottima antologia, ma mette anche spietatamente in luce come ben pochi brani superino l'esame del tempo. Alla fin fine, nonostante il carisma di essere gli "intellettuali" del movimento, i New Order furono titolari di due hit orecchiabili del synth-pop, Blue Monday e Bizarre Love Triangle, ne' piu` ne' meno che gruppi piu` umili come gli Eurythmics o gli Wham.

The New Order reunited eight years later to record Get Ready (Reprise, 2001). Other than two lame synth-pop tunes, Crystal and 60 MPH, they only proved that all of their previous albums had been greatly overrated.

Peter Hook revisited the classic New Order sound on Music For Pleasure (A&M, 1997), released as Monaco (a collaboration with David Potts, who already played on a Revenge EP). What Do You Want From Me, Shine, Happy Jack and Tender could have been on any New Order record, but other tracks mark concessions to fashionable commercial music, be it Brit-pop (Buzz Gum), techno (Junk), or disco-music (Sweet Lips).

The reunited New Order released a nostalgic (and mostly yawn-inspiring) Waiting For The Sirens' Call (Warner Bros, 2005). Elderly disco-goers may enjoy the typical New Order-ian ditties Krafty and Guilt Is A Useless Emotion. Younger generations will wonder what the hype was all about.

(Translation by/ Tradotto da Stefano Iardella)

I New Order si riunirono otto anni dopo per registrare Get Ready (Reprise, 2001). A parte i due noiosi brani synth-pop, Crystal e 60 MPH, hanno soltanto dimostrato che tutti i loro album precedenti erano stati notevolmente sopravvalutati.

Peter Hook ha rivisitato il classico sound dei New Order su Music For Pleasure (A&M, 1997), pubblicato come Monaco (una collaborazione con David Potts, che aveva gią suonato in un EP dei Revenge). What Do You Want From Me, Shine, Happy Jack e Tender avrebbero potuto essere presenti in qualsiasi dei New Order, ma altri brani cedono alla moda della musica commerciale , sia essa Brit-pop (Buzz Gum), techno (Junk) o disco- music (Sweet Lips).

I New Order si riunirono per pubblicare il nostalgico (e soprattutto sonnolento) Waiting For The Sirens' Call (Warner Bros, 2005). I vecchio frequentatori di discoteche possono apprezzare le tipiche canzoncine New Order-iane di Krafty e Guilt Is A Useless Emotion. Le generazioni pił giovani si chiederanno quale fosse il motivo per tutto questo clamore.

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