Summary.
In The Nursery, i.e.
twins Klive and Nigel Humberstone, were unique in that
they interpreted gothic in the tradition of classical music and electronic
music. The duo
mixed Klaus Schulze's cosmic music and Constance Demby's new-age music
and progressed, over a number of formative works,
notably the EPs Temper (1985) and Trinity (1987) and
the single Compulsion (1987), plus two albums,
towards a synthesis of old-fashioned musical idioms, such as
teutonic romanticism and central European decadence.
Their favorite form, perfected and streamlined on their third album,
Koda (1988), used a synthetic orchestra to emulate Wagner's magniloquence
over a martial tempo a` la Holst's Mars.
The music, clearly more inspired by the classical than the rock tradition,
had a melancholy, visionary and sometimes nostalgic quality.
Their symphonic staccatos, that indulged in horns and strings, were embellished
with collages of samples. Further simplifying their compositions, In The Nursery
produced more accessible works such as L'Esprit (1990), and eventually
became a case of pompous synth-pop.
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Fra tutti i gruppi del gotico britannico, gli In The Nursery sono quelli che
sono pervenuti alle soluzioni più lontane dalle premesse e forse ai
risultati piu` duraturi.
Gli In The Nursery hanno introdotto nella musica rock un intelletto
raffinato, educato al romanticismo teutonico e alla decadenza mitteleuropea.
Usando gli stessi mezzi del synth-pop di moda negli anni '80 in Gran Bretagna,
i gemelli Klive e Nigel Humberstone) hanno eretto un'opera imponente al
confine fra la vecchia musica cosmica, la musica new age e la musica classica.
Benché lontani anni luce da Constance
Demby, la loro ispirazione è spesso simile a quella del suo
Novus Magnificat.
Ma gli In The Nursery sono anche un progetto squisitamente culturale, che
parte dall'esistenzialismo di Genet e dal simbolismo di Cocteau.
Quelle dell'EP When Cherished Dreams Come True (Paragon, 1984), ovvero
Remain, Stone Soul e From A To B, sembrano pertanto delle piece espressioniste, tanto
trasudano tensione drammatica. Il periodo di formazione proseguì con il singolo Witness To A
Scream, l'EP Sonority (Ner, 1985),
con Deux Ex Machina, Lost Prayer e And Your
Eyes. Al gotico appartenevano soltanto per le atmosfere, certo mai serene e mai gioviali, più
spesso apocalittiche.
Senlient, per esempio, sull'EP Abstract No 5
(Magazine, 1985), nasceva da un ritmo incalzante da ballo che veniva però subito spezzato per dar
spazio ad accordi minacciosi di chitarra; il ritmo cresceva a dirotto sotto una distorsione furibonda e il
brano acquisiva la sua vera, minacciosa, identità.
Nell'ottobre del 1985 uscì l'EP Temper (Sweatbox), il loro
primo capolavoro. Breach Birth era la quintessenza del loro stile: in primo piano un battito
marziale (dal rullo di tamburino ai colpi di timpano), ogni tanto delle urla da tragedia shakespeariana,
selvaggi contrappunti sinfonici in "staccato". La colonna sonora di una fucilazione dal punto di vista della
psiche del condannato. Praticamente senza parole invece Arm Me Audacity, che nuota nei gorghi
di un organo da requiem, nelle onde di un synth pregno di nostalgia, nei cerchi concentrici di una musica
funerea.
Da qui in poi il "trucco" centrale del teatro degli Humberstone sarebbe stato
sempre lo stesso: un'orchestra sintetica che emula la grandeur wagneriana e un tempo marziale come nel
"Marte" di Holst. In ogni caso una musica più ispirata alla musica classica che a quella rock.
Soltanto nell'agosto 1986 uscì il primo album, Twins, sul quale
figura ancora Ant Bennet.
Benché tutti i brani fossero dei semplici tentativi, alcuni imbastivano pregevoli atmosfere:
l'esperimento sul ritmo di Workcorps, per esempio, brano spoglio, asciutto, silenzioso, guidato dal
battito incalzante di grancassa e dai colpi intermittenti di tamburino; la title-track nuotava in un ritmo
vorticoso, ma uno stormo di distorsioni elettroniche e una tromba in lontananza le conferivano una
qualità psichedelica; Judgement Of Paris si lasciava andare alla deriva in morbide onde
elettroniche trapunte da soavi gorgheggi femminili.
La musica degli In The Nursery nasceva da assemblaggi brutali di suoni
"classici" (nel senso di musica classica) che venivano poi eseguiti in un modo
talmente scientifico, asettico, da produrre armonie glaciali e geometriche.
Il canto era praticamente assente, sostituito da recitazioni o campionamenti di
voci; ma il suo ruolo drammatico era giocato invece dalle pause,
talvolta lunghissime, che diventano così la vera "voce" della canzone.
Profile 63, incerta e confusa, poco unitaria e molto dispersiva,
metteva pero` in luce un'impressionante abilità negli arrangiamenti
elettronici.
Nel marzo 1987 un altro EP, Trinity, segnò un altro momento
di perfezione formale. Gli elementi compositivi di Blind Me sono: un dialogo filtrato e stilizzato,
un ritmo stentoreo, e accordi di violino, trombone, sintetizzatore gettati qua e là a casaccio.
Elegy, cantata in francese, è invece archetipica delle loro "marce funebri", brani intessuti
di arie funeree di strumenti a fiato e ad archi, con per giunta frasi solenni di un organo da cattedrale.
Maestri dell'alienazione, gli In The Nursery esploravano soprattutto il senso di
desolazione e di solitudine.
La loro tecnica dipendeva ormai in gran parte dall'uso dei campionamenti,
dal collage di brevi frammenti di campionamenti di strumenti
(reali o sintetici). Sono brani che continuano a scavare nella psiche anche
dopo aver imposto la loro identità, continuano a svilupparsi attorno
a quelle scarne strutture, introducendo piano piano nuovi elementi, nuove variazioni,
nuovi episodi.
Il singolo Compulsion è del novembre 1987: dal coacervo dei
soliti "staccato" sinfonici e del solito ritmo marziale, emergono in successione una melodia nei tromboni e
una nella sezione d'archi. Il suo retro Libertaire sfoggia uno dei montaggi più spettacolari,
tutto calcolato (come una colonna sonora) per il massimo di effetto drammatico: si parte da una sonata per
pianoforte, si passa per trombe da poema sinfonico, ritornano gli accordi maestosi di un organo da
cattedrale, poi si affonda in un nuovo adagio di pianoforte, con l'orchestra che mormora in sottofondo, e
infine si corona il tutto con il tema trionfale, come di rinascita, condotto dagli oboe; il tutto in rapida
successione.
La colonna sonora Stormhorse (Sweatbox, 1987)
confermò i possibili usi di
quella tecnica. Tempest copia ormai apertamente la struttura di un ouverture di un poema
sinfonico dell'era romantica: l'atmosfera drammatica è intessuta dai cupi barriti dei fiati e dai
tremolii della sezione d'archi. Un nervoso minimalismo dei violini, un rombo intermittente dei tromboni e
una cadenza marziale dei tamburi aprono il movimento-clou, Subito, che poi si distende in uno
struggente tema melodico.
Portamento (come, in misura minore, Counterpart) è
esemplare della loro maestria nel fondere le incalzanti sezioni d'arco e i terrificanti organi a canne del
barocco con le melodie (trombe o flauti) e i ritmi (tamburi, tamburelli, sonagli) atmosferici di Morricone,
quadruplicando la suggestione di ciascuno dei due modelli. Gli Humbertsone sono ormai a tutti gli effetti
compositori e direttori di un'orchestra sinfonica, anche se essa è codificata nei circuiti delle loro
apparecchiature elettroniche. Anzi, il fatto che il suo suono sia manipolabile consente effetti d'eco
(The Empty Fortress) che Beethoven avrebbe amato alla follia (e che Schulze aveva anticipato in
Irrlicht).
Nel 1988 gli Humberstone pervennero a Koda (Wax Trax), il loro secondo vero
album e una nuova pietra miliare. Il disco è quasi un esercizio post-moderno di decostruzione
della sinfonia classica; oppure è semplicemente una raccolta di appunti per delle ouverture
orchestrali. Comunque sia, Rites enumera staccato sinfonici, rulli marziali di tamburi, ordini
militari, un bolero orchestrale, cascate di frasi sinfoniche ripetute in maniera minimalista, e per finire un
motivo alla "Zarathustra" (Strauss) nei fiati. Ascent è un'altra composizione sofisticata, in
superficie un canto e carillon natalizi, ma in sottofondo si percepisce un tema minaccioso del violoncello.
Come altrove, c'è una melodiosità "verdiana" innestata su un congegno minimalista alla
Michael Nyman.
Lo Scherzo, propulso da timpani tempestosi e da un coro paradisiaco,
è tutto fuorché quello. Semmai il movimento più sereno e pastorale è il
Te Deum. Il disco pullula poi di composizioni più brevi, aforismi affidati a un'idea molto
semplice, come il flauto esotico di Kotow. Sono forse gli episodi più compiuti, quelli che
dimostrano i risultati della ricerca. I gemelli trovano la pace nel finale di The Seventeeth Parallel.
Non solo Koda rappresenta il culmine di una parabola artistica, esso getta anche le fondamenta
per superare quella parabola.
Due anni dopo, infatti, L'Esprit (Third Mind, 1990) semplifica e razionalizza
l'approccio: invece dei tumultuosi collage di Koda emergono delle trame lineari, con un chiaro
strumento protagonista, un tema principale sviluppato dall'inizio alla fine, una maggiore coesione e
compattezza. Ne risulta una raccolta di bozzetti elegantemente romantici, ormai a due passi dalla new age
(il delicato impressionismo per chitarra e oboe di At First Sight). Pearl rappresenta forse il
culmine dei loro minimalisti: il coro femminile e l'orchestra ingaggiano un solenne e solare duetto di
contrappunti armonici. Le voci rivestono un'importanza insolita: un baritono canticchia filastrocche da
bambini in To The Faithful e in Sesudient si alternano un coro d'opera e una voce
recitante in francese.
Il disco si chiude con il tema trionfale della title-track, in un'apoteosi corale. Si
ascoltano numerosi ripetizioni (ancora militarismo "prussiano" in Traumerei), il metodo è
ormai risaputo; ma lo spirito religioso che trasuda da Azure Wings (quasi Bach) e l'adagio
dolcissimo di Retaliation (quasi Schubert) conferiscono al disco il ruolo di "ponte" fra un'era e la
successiva, fra la decodifica post-moderna e la revisione nostalgica.
Nel 1991 è la volta di Senses (Third Mind), album
che completa l'evoluzione verso sonorità più convenzionali.
Il canto, in particolare,
è stato del tutto assimilato. La marcia (l'ennesima della loro carriera) di Blue Religion
introduce in effetti una raccolta di sontuosi lieder per synthpop (come Contre-coeur e
Temporis) dalle movenze lievemente etniche (le percussioni e il canto sono giapponesi in A
Rebours).
Fra l'uno e l'altro sono apposti degli intermezzi strumentali (su tutti Syntonic
e Epigraph), in cui, ancora una volta, gli Humberstone fondono Strauss e Morricone, Eno e
Schulze, sempre all'insegna di un sinfonismo pomposo e fragoroso. Il migliore di questi, alla fin fine,
risulta proprio il meno legato a quegli schemi: Angelchrome abbandona le pretenzioni romantiche
per lanciarsi in un'incalzante minimalismo a ritmo pellerossa. Si tratta, in definitiva, di un album di
spunti, più che di un disegno omogeneo.
La maturità consente ormai agli In The Nursery di fare qualsiasi cosa
con le loro orchestre sintetiche, ma l'emozionante sinfonismo di Koda sembra ormai
irripetibile.
Forse eccessivamente erudito e tedioso, Duality (Third Mind, 1992)
sposa il suono
della maturità ad ambizioni shakespeariane (un paio di brani sono recitati da Richard Burton).
An Ambush Of Ghosts (Third Mind, 1993)
è un'altra colonna sonora che, forte di oboe e violoncello,
accentua i toni da musica classica. Funeral Pt 1, nel loro stile barocco, The Hidden
Fortress, sempre più vicino alla new age, continuano un processo di progressiva rifinitura che
dura ormai da un decennio.
Nel 1994 escono l'EP Hallucinations in quattro movimenti e l'album
Anatomy Of A Poet (Third Mind, 1994), che segna il recupero della voce
maschile.
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