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I Prefab Sprout sono il progetto di Patrick "Paddy" McAloon, che in un'altra
epoca sarebbe stato un cantautore di country-pop o di soul-jazz, uno dei
tanti mestieranti che battono i cocktail lounge del jet-set.
McAloon e` un manierista della canzone, capace di vestirla con gli abiti piu`
sgargianti, ma incapace di immedesimarsi nei melodrammi che canta.
Il suo merito e` soprattutto quello di aver favorito il revival del
pop soffice nel dopoguerra punk, quando una tenera ballata era poco meno
che un atto di tradimento.
I singoli Lions In My Own Garden (1982) e
The Devil Has All The Best Tunes (1983)
e l'EP Prefab Sprout (Kitchenware) erano musica leggera di scarsa
fattura.
Alcune canzoni di Swoon (Kitchenware, 1984) erano ancor piu`
banali (jazzrock salottiero degli Steely Dan in Cue Fanfare,
funk esuberante in Don't Sing), ma
la vera vocazione del gruppo emerse nella fragile, swingante melodia da night
club di Cruel.
Il disco fu uno di quelli che riporto` in auge gli arrangiamenti sofisticati
nell'era della restaurazione dopo-punk.
Il gruppo si emancipo` dai modelli dell'"easy listening" americano con
Two Wheels Good (Kitchenware, 1985),
originariamente intitolato Steve McQueen.
Faron era un countryrock atmosferico alla Stan Ridgway, tutto sommato un
brano periferico rispetto all'opera di McAloon;
L'opera e` dominata
da melodie romantiche, affidate a delicate partiture soul/jazz
(Appetite e soprattutto Goodbye Lucille #1, poi ribattezzata
Johnny Johnny), quando non addirittura bossanova
(Horsin' Around). Quel metodo culminava
nell'orchestrazione lussureggiante di When Love Breaks Down,
che negli anni '70 avrebbero osato
soltanto i cantanti piu` kitsch. Ispirandosi (senza grande fantasia, per la verita`) agli immortali della
musica leggera internazionale, da Stephen Sondheim a George Gershin, da Cole Porter a Burt Bacharach,
McAloon aveva coniato lo stile ideale per le serate raffinate degli yuppie, una specie di muzak per
piccoli ambienti.
Non molto meglio risulto` Protest Songs (Kitchenware, 1989),
l'album registrato
nell'autunno del 1985 e rimasto a lungo inedito (ascoltandolo, si capisce perche' rimase inedito). Life
Of Surprises e Tiffanys presentano un piglio piu` duro.
Soltanto nel 1988 comparve il quarto album, From Langley Park To Memphis:
nonostante la lunga incubatura, canzoni come Hey Manhattan confermavano l'artificio di questo
popjazz soltanto vagamente musicale; e infatti i brani migliori sono una parodia di Springsteen (Cars
And Girls) e un hardrock (The Golden Calf). Abbandonate le pose confessionali, rimaneva
soltanto un mellifluo sound da discoteca.
Ma il cantante era maturo per gettare la maschera e perseguire la sua vera
vocazione: Jordan: The Comeback (Epic, 1990) e` di fatto
un omaggio agli artigiani della musica leggera degli anni '50.
Composto da due suite parallele (una ispirata a Lucifero,
l'altra a Presley), questo concept spazia su un fronte stilistico molto ampio, assimilando esotismi (il samba
di Carnival 2000, l'aggressiva Machine Gun Ibiza, il Jesse James Bolero) e il
"lento" romantico (We Let The Stars Go, All The World Loves Lovers). Ancora una volta
i brani migliori sono pero` quelli insoliti, come Looking For Atlantis, in cui sembra di ascoltare il
Phil Collins piu` esuberante, Scarlet Night, una delle melodie piu` vigorose della sua carriera e la
delicatissima Doo-Wop In Harlem. Per ambizione e Jordan e` il capolavoro di
McAloon.
Andromeda Heights (Columbia, 1997) esce dopo anni di silenzio e sembra
ritornare allo stile semplice e compito delle origini.
Electric Guitars e` il singolo.
38 Carat Collection (Columbia, 2001) e` un'antologia dei singoli
e di qualche brano di album.
Paddy McAloon's I Trawl the Megahertz (EMI, 2003) collects austere
compositions of chamber pop (the title track) and instrumental impressionism.
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