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I Romeo Void furono protagonisti di una breve stagione a San Francisco,
quando le discoteche erano invase da una musica che non era piu` disco-music
ma non era neppure new wave. Il gruppo proveniva in realta` dalle
coffeehouse dove si recita poesia e si strimpellano ballate folk. Quelle di
It's A Condition (415, 1981) non erano tanto canzoni quanto
recitazioni della poetessa Deborah Iyall accompagnate da una sofisticata
miscela di jazz, funk e rock. Iyall era una Patti Smith dei poveri, che
non aveva e non esibiva la dotta oratoria delle soffitte intellettuali di New
York bensi` lo sciatto colloquiale della sua generazione di giovani punk
(e in particolare i turbamenti del sesso femminile).
Never Say Never (1982) e` il brano per cui saranno ricordati, una lunga recitazione con tono "vissuto" di Iyall accompagnata da basso dub, chitarra ska, batteria monumentale e contrappuntata ogni tanto dal ritornello gioviale del sassofono. Il singolo divenne non soltanto un piccolo hit dell'underground, ma una vera e propria bandiera della musica da ballo indipendente. Benefactor (415, 1982) ha l'unico pregio di includere una versione ridotta di quella canzone-delirio. Instincts (415, 1984) tento` di ripetere il miracolo con Just Too Easy, e tocco` un vertice melodico in Girl In Trouble. Iyall pubblico` poi il disco solista Strange Language (415, 1986), che e` di fatto una collaborazione con Pat Irwin, ex aiutante di Lydia Lunch. |
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