Snakefinger
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Philip Lithman, londinese di nascita, era stato il chitarrista dei Chilli Willi durante la stagione del pub-rock, con i quali aveva esordito su Kings Of The Robot Rhythm (Revelation, 1972). Dopo aver suonato blues-rock con questa formazione di piccolo cabotaggio, nel 1976 emigro` in California e risorse con lo pseudonimo Snakefinger alla corte dei Residents. Armato di chitarra computerizzata, travestito da androide e protagonista di assurde pantomime teatral-musicali, Snakefinger diventa uno degli animatori della scena underground di San Francisco.

Il 45 giri Spot (Ralph, 1979) fu il manifesto del suo nuovo stile, che conservava ben poco del blues-rock di un tempo. Debitore nei confronti del rock devoluto e fonetico dei Residents, Snakefinger suonava pero` una musica piu` "tradizionale", fedele al formato della canzone con i suoi ritornelli e i suoi passaggi strumentali. Un minimo di atonalita` e stonature conferiva all'operazione quel pizzico di sperimentalismo che fece di Chewing Hides The Sound (Ralph, 1979) un piccolo evento discografico. Le sue dodici canzoni "fonetiche" sembrano parodie che prendono in giro reggae (Kill The Great Raven), swing (Here Come The Bums) ed exotica (Picnic In The Jungle). Thud e sincopi dalle percussioni elettroniche, cori marziani, tastiere arcane e canto androide nascondono riff ascoltati centinaia di volte negli annali del rock progressivo.

Greener Postures (Ralph, 1980) e` altrettanto amatoriale e sarcastico, ma le sue canzoni sono meno parodia e piu` composizione. Il reggae futurista di Man In The Dark Sedan, Il blues spaziale di Golden Goat e Don't Lie, il dadaismo psichedelico di Save Me From Dali e Picture Makers, il minimalismo "africano" di Jungle Princess, la danza scomposta di Trashing All The Loves Of History testimoniano la maturita` raggiunta dal talento eclettico e capriccioso di Lithman.

Le ultime bizzarrie armoniche di Snakefinger furono Beatnik Party, uno swing demenziale da night club, e Yeti (su Manual Of Errors, 1982, con un vero complesso rock), There's No Justice In Life e I Gave Myself To You (su Night Of Desirable Objects, 1986), quando la felice esuberanza dell'ispirazione gli consentiva ormai stralunati ibridi stilistici fuori da ogni genere, passando per le colonne sonore di Nino Rota e le jam di jazz-rock. Mori` di infarto nel luglio del 1987.

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