I Timbuk 3,
erano il progetto del texano Pat MacDonald, coadiuvato al piu` dalla
moglie.
Servendosi di overdub e di drum-machine, i MacDonald produssero
il loro hit del 1986, The Future's So Bright I Gotta Wear Shades, in uno stile che
era al tempo stesso la continuazione dei folksinger politicizzati
degli anni '60 e una versione "sudista" del sarcasmo di Elvis Costello.
L'unico problema di Greetings From Timbuk 3 (IRS, 1986) e` che il
sound sembra spesso un clone dei Dire Straits, ovvero un clone di secondo grado
del Bob Dylan del periodo country-rock.
Canzoni aggraziate come Life Is Hard e Friction
fanno leva sul contrasto fra le melodie
leggere e i testi cinici e amari.
La ballata folk Just Another Movie e` l'unica a rispettare
i canoni melodrammatici del genere.
Il rap-reggae di Hairstyles And Attitudes,
il rag di Cheap Black & White,
il soul latino di Shame On You
dimostrano pero` una vasta tavolozza di ispirazioni.
La title-track, Welcome To The Human Race e gli altri deprimenti
sermoni di Eden Alley (IRS, 1988), sono una
naturale continuazione di questo discorso, mentre il terzo album,
Edge Of Alliance (IRS, 1989), migliora finalmente la qualita` della
registrazione
e impone MacDonald come cantore e cronista delle miserie (morali e materiali)
dell'America contemporanea. Da National Holiday a Standard White Jesus,
il nuovo anthem, ogni canzone e` un mini-reportage (migliore e piu` pessimista
Dirty Dirty Rice), sia pur senza sacrificare la melodia.
Big Shot In The Dark (IRS, 1991), registrato addirittura con un combo
di tutto rispetto, non rinuncia ne'
alla satira pungente di costumi (in particolare contro il
materialismo yuppie) ne' alla musicalita` da grande platea (rap e funky
Two Medicines, pop Sunshine,
rhythm and blues Little Things).
|
If English is your first language and you could translate this text, please contact me.
|