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I Thin White Rope, gruppo della cittadina universitaria di Davis, a meta`
strada fra San Francisco e Sacramento, proposero negli anni '80 un'originale
variante del roots-rock che intersecava il revival psichedelico allora in
corso (il "Paisley Underground") e si riallacciava persino all'acid-rock
degli anni '60,
preannunciando al tempo stesso il "desert-rock" degli anni '90.
Il protagonista della musica e delle storie era Guy Kyser, cantante dal
registro cupo, alto e tremante, ma soprattutto bardo visionario che
vivisezionava il milieu dei giovani colti californiani e ne interpretava
l'angoscia esistenziale.
Il sound di Exploring The Axis (Frontier, 1985)
era un rock aspro, sobrio, spigoloso, una sintesi calibrata di stili
che andava dalle ballate grass-root ai maxi-feedback dell'acid-rock,
dal blues-rock macabro dei Quicksilver al folk-rock nevrotico di Neil Young:
accanto alle melodie piu` devianti di Disney Girl ed Exploring,
marchiate dagli ubriacanti assoli di Roger Kunkel, memori dei boogie sudisti,
si trovano quadriglie scapigliate come Down In The Desert (il loro
capolavoro), Eleven, Dead Grammas On A Train, Real West,
tutti intrisi peraltro di una sofferta maturita` autobiografica.
L'incedere ipnotico del loro raga-country lambisce toni mistici alla Television
(Lithium) e apocalittici alla Stooges (Three Song).
Il tono anemico e il paesaggio desolato vennero
esasperati da Moonhead (Frontier, 1987), che indulge
in un grigio, indolente, e prolisso acid-rock
(vedi la title-track).
Strani umori pervadono l'EP Bottom Feeders (Zippo, 1987), con il canto
di Kyser sempre piu` suggestivo e un andamento altalenante quasi da preghiera
mediorientale (Macy's Window), comunque onirico e trascendente, quando
non sinistro e minaccioso (Valley Of The Bones, una delle loro canzoni piu`
memorabili).
E` un saggio di altissima classe da parte di uno degli "storyteller" piu`
ammalianti d'America e da parte di uno dei complessi di accompagnamento
piu` smaliziati, capace di mettere insieme cadenze blues marziali e rintocchi
psichedelici di chitarra in una varieta` sterminata di variazioni.
Su In The Spanish Cave (Frontier, 1988), album registrato
frettolosamente, si salvano soltanto Red Sun e Mr Limpet,
e l'atmosfera e` quella del country-rock.
Ma Sack Full Of Silver (Frontier, 1990) riassunse quelle
diverse ispirazioni coniando un rock chitarristico free-form in cui
l'improvvisazione ha una parte importante, ma sempre al servizio della
melodia e dell'atmosfera in generale.
I brani "narranti" (l'eroica Americana)
si avvalgono in maniera particolarmente efficace di queste architetture sonore
al limite della dissoluzione Hendrix-iana.
Altri, avvolti in quelle cartilagini delicate di accordi su cui scivola
ineffabile il baritono di Kyser, sembrano degli sketch impressionisti,
sfocati da una forte qualita` onirica.
Non stupisce allora che i Thin White Rope
ricorrano a danze orientali, come nell'epico Whirling Dervish,
o a feedback da fondo scala, come in Diesel Man, per rendere ancor
piu` astratta una musica che e` sempre piu` una teoria di se stessa.
Ne' che si levi
il gospel solenne di The Ghost a immortalare un album-idra, dai mille
sapori, e di una perfezione quasi barocca.
In tutti i pezzi e` fortissima la base country.
Ants Are Cavemen comparve soltanto su singolo.
Ruby Sea (Frontier, 1991), l'ultimo album prima dello scioglimento,
con il
Bartender's Rag, la Fish Song e la Clown Song, non aggiunge
molto di nuovo al repertorio, salvo forse "investire" maggiormente nella
profondita` psicologica attraverso sonorita` eccentriche
(Midwest Flower, Puppet Dog).
Kyser, cantore commosso e dolente di un dramma generazionale,
degno erede dei grandi bardi giovanili Westerberg e Mould, canta in un registro
roco e sgolato da cercatore d'oro rimasto senz'acqua nel deserto.
Il vero motore del sound e` pero` l'asse
Roger Kunkel (chitarra) - Matt Abourezk (batteria). Il secondo
e` diventato una fenomenale macchina del ritmo, il primo
e` tanto funambolico quanto compassato, sempre in evidenza lungo uno spettro
molto ampio di riff mozzafiato, cavalcate epiche, quadriglie marziali e
distorsioni devastanti.
Hanno ripreso la lezione dei Meat Puppets e l'anno immersa ancor piu` fra
i cactus e la sabbia del deserto.
I Thin White Rope avevano inventato un nuovo modo di scrivere ed
eseguire canzoni rock, ma forse non se n'erano mai accorti.
Da Down In The Desert a The Ghost la loro era stata la colonna
sonora del deserto, ma un deserto interiorizzato, un deserto di emozioni lente
e allucinate.
When Worlds Collide (Munster, 1995) e` un'antologia, e
The One That Got Away (Frontier, 1993) e` un doppio dal vivo.
Nel 1996 Guy Kyser formo` i Mummydogs.
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