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(Little) Steven Van Zandt, per dodici anni
alter-ego angelico del "boss" Bruce Springsteen,
gia` titolare di Men Without Women (EMI, 1982),
reagi` al populismo di questi investendosi a partire da
Voice Of America (EMI, 1984) e` il suo debutto.
di una missione socio-politica
che esegue a ritmo di funk, soul, reggae, rap, rock.
Capace di scovare temi epici nei cuori della gente comune con una semplicita'
incantata da utopista ad oltranza (Los Desaparecidos, 1984), ha sfruttato
questa dote per digressioni arrabbiate sulla politica contemporanea,
anti-apartheid (l'hip-hop furente di Sun City, 1985) e anti-imperialista
(Trail Of Broken Treaties, 1987), che
affronta con un sound molto piu` funky/soul e terzomondista (salsa, reggae,
Africa) su Freedom (Manhattan, 1987).
Reduce incorreggibile dell'attivismo semplicista dei Sixties, lo ha
aggiornato all'era Reaganiana e alle innovazioni socio-rock di Peter Gabriel
e Scott-Heron, sovrapponendo ritmi esotici e chitarrismi selvaggi e
riportando in auge il rock politico.
Van Zandt tace da Revolution (1989).
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