Few roots-rock outfits managed to fuse the domestic tone and the epic tone
the way Seattle's Walkabouts did.
Chris Eckman's melancholy elegies, Carla Torgeson's solemn and mournful
harmonies, and a folk-rock sound that recalled a noisier Fairport Convention,
led to the vibrant Cataract (1989) and to the prophetic and desolate
Scavenger (1991). After the vast fresco of New West Motel (1993),
which possibly remains their masterpiece,
the tighter and more austere Setting The Woods On Fire (1994)
began a progression towards ever more eccentric arrangements:
Devil's Road (1996), with a symphony orchestra,
Nighttown (1997), driven by strings and keyboards,
Trail Of Stars (1999), which incorporates electronic instruments.
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Il repertorio dei Walkabouts costituisce uno dei tesori piu` preziosi
del roots-rock Americano degli anni '80.
Le malinconiche canzoni di Chris Eckman e le armonie vocali di questi con
Carla Torgeson hanno il potere suggestivo che scaturisce dalla fusione fra
tono domestico e tono epico.
Esordito nel 1985 con il singolo Amy Grant e l'EP 22 Disasters
(Necessity), il gruppo sfoggiava un sound dimesso, incerto, ambiguo, sulla
falsariga dei Feelies, aumentato da melodie
e armonie dal fascino quasi grandioso.
Canzoni orecchiabili e cadenzate come
Tools Of The Trade e Hope In Anchor li fecero
assimilare al revival del folk-rock (R.E.M.,
10,000 Maniacs),
ma in realta` il loro jingle-jangle era limitato
alla timida chitarrina del leader e in ogni caso il loro folkrock era
influenzato dal punkpop dei Buzzcocks e dal garage-rock, come dimostrato
nell'anthem del disco,
Ask Me Another, con un trascinante riff chitarristico e
un ritornello vibrante. L'eclettismo del duo era evidente anche
nell'orientaleggiante Trouble Time, con violoncello e armonie vocali di
Torgeson (l'insieme ricorda i Family) e nella title-track, che l'organo di
Torgeson trasforma in una canzone atmosferica alla Joy Division.
Il forte del disco erano soprattutto le melodie.
I Walkabouts divennero un po' i Fairport Convention del college-rock
con il primo album,
See Beautiful Rattlesnake Gardens (PopLlama, 1988).
Il sound era in realta` influenzato in egual misura dal folk britannico e dal
country & western americano, ma il formato
prediletto da Torgeson e compagni era effettivamente quello della ballata,
sia nella versione scorrevole del country-rock (Jumping Off) sia in
quella solenne dell'Ottocento (John Reilly), anche se lo spirito
eccentrico di Eckman e del suo ensemble trapela meglio da Laughingstock
(con un impianto simile a quello di Down In The Desert dei Thin White Rope)
o Glass Palace (ispirata ai rock and roll enfatici di Springsteen) o
ancora a brani strumentali come Ballad Of Moss Head,
dall'andamento quanto meno surreale.
L'album successivo, Weight And Rivers, sarebbe rimasto inedito,
ma vantava un sound piu` levigato e manieristico, e aggiungeva al repertorio
maggiore almeno
l'ariosa ballata di Linda Evans e le cascate di
accordi psichedelici di Cyclone.
Cataract (SubPop, 1989),
l'album che li fece conoscere a un pubblico piu` ampio,
propone la stessa lezione di folkrock "domestico", ma con uno spirito piu`
intrepido.
Alcuni brani sono suonati con il piglio barbaro dei
Camper Van Beethoven
(Bones Of Contention), e altri
con quello metafisico dei Thin White Rope
(Whiskey XXX).
La componente realista della loro arte viene a galla con
Smokestack, scenetta
alla Randy Newman con tanto di tuba, e soprattutto con
Hell's Soup Kitchen, eseguita con l'impeto epico di Warren Zevon.
Al tempo stesso profonda e creativa, la ballata dei Walkabouts costituisce
una conquista importante del college-pop.
Nei numeri piu` manierati sembra di ascoltare un complesso inglese del folk
revival (la medievale Whereabouts Unknown, la giga epica di Drille Terriers,
lo strumentale al galoppo di The Wicked Skipper, il valzerone di
Specimen Days), oppure i boogie in chiave atavica dei Jethro Tull
(End-In-Tow), o ancora i Led Zeppelin rurali di When The Leevee Breaks
(Home As Found). Piu` che di college-pop si dovrebbe in effetti parlare
di "college-folk".
L'EP Rag & Bone, con Anvil Song, apri` la strada all'ancor piu`
lineare Scavenger (SubPop, 1991)
secondo un itinerario che e` sempre molto personale,
anche se ha perso qualcosa del melodismo e della spontaneita` degli esordi.
Gli arrangiamenti, che si avvalgono ora anche delle tastiere di Glenn Slater,
favoriscono una rielaborazione piu` suggestiva dei generi passati
(Where The Deep Water Goes e River Blood pescano anche dal folklore nero)
e acuiscono il tono fatalista dei cantanti, l'ambientazione delle loro allegorie
in scenari desolati. Un tono profetico sospinge l'epico richiamo di
Dead Man Rise e il comando vibrante di Stir The Ashes
(nelle cui armonie sembra di udire persino echi dei tamburi di guerra indiani e
del galoppo della cavalleria).
Eckman canta sgolato Nothing Is (molto simile a Laughingstock),
nonche' la sterminata e dolcissima Last Train To Mercy (uno dei loro
vertici), che rispolvera
Arlo Guthrie e Donovan dagli scaffali dei cantautori intimisti.
Le loro criptiche riflessioni sul destino dell'individuo sfoggiano la poetica
sobrieta` e la lugubre compostezza delle epigrafi sulle lapidi.
Continuando la progressione che li aveva portati dallo stile amatoriale del
primo album allo stile smaliziato di Scavenger, i Walkabouts
pervennero
allo stile barocco del monumentale New West Motel (Subpop, 1993), avendo aggiunto
Bruce Wirth al violino e al mandolino.
Attraverso rielaborazioni moderne dello spirito folk (Jack Candy) e
country (Your Hope Shines) i Walkabouts mantengono la promessa
di diventare i Fairport Convetion degli anni '90.
Ma il disco pullula di novita`, felicemente amalgamate.
Da un lato il gruppo adotta pose piu` dure, fino a lambire lo stile di
John Mellencamp in Drag This River:
un trotto piu` sostenuto e un'elettricita` piu` violenta puntellano infatti
le storie fataliste di Sweet Revenge e Glad Nation's Death Song.
Dall'altro la cura per la "scenografia" della canzone crea i presupposti
per atmosfere sempre piu` sofisticate.
Nell'epico galoppo di Sundowner si avverte l'influenza tanto della musica
country quanto delle colonne sonore di Morricone.
Nella lunga ballata Grand Theft Auto la tensione viene tenuta da un tempo
martellante di organo e da una forte distorsione di chitarra.
Il pigolio del violino, il tribalismo della batteria e il mugolio dell'organo
sostengono la melodia sibillina di Break It Down Gently.
Ancora una volta il sestetto non sbaglia un arrangiamento. Ciascuna scena
dell'affresco e` colorata in maniera vivida e ripresa da un'angolatura
suggestiva.
I due cantanti si complementano in maniera suggestiva, lei piu` solenne
e orgogliosa, lui frustrato e rabbioso. Le due voci si rincorrono per i
meandri esistenziali di questo disco, forse senza mai trovarsi.
Un minimo eccesso di emotivita` (o forse di commozione) ne fa anche una
raccolta di piccoli inni alla gente comune, alle sue tragedie e ai suoi
sogni impossibili.
L'atmosfera austera e solenne di
Setting The Woods On Fire (SubPop, 1994),
con arringhe accorate come Good Luck Morning, Feeling No Pain
nella tradizione del rock proletario,
segna un altro passo verso il folk-rock umanitario vagheggiato da Chris Eckman.
Il disco s'inalbera quando Eckman intona con piglio apocalittico
Firetrap,
con l'organo di Glenn Slater che rintocca a requiem, o quando Torgerson
si lancia al galoppo nel lamento di Pass Me On Over.
Piu` che i Fairport Convention e` Neil Young a troneggiare sul
valzer marziale di Bordertown, su quello funereo di Up In The Graveyard,
sul country-rock dinoccolato di Promised e sulla lugubre cantilena di
Night Drive. L'album contiene in nuce anche quello di un gruppo "grass-roots",
impegnato a strimpellare con ruvida e fosca lena l'honky-tonk di Old Crow e il
boogie-soul di Hole In The Mountain.
I due leader si alternano al canto, lei piu` passionale e domestica, lui piu`
epico e metafisico.
Nel frattempo era stato pubblicato anche l'album di cover Satisfied Mind
(SubPop, 1993).
Gli arrangiamenti orchestrali di Devil's Road (Virgin, 1996)
fanno pensare che il gruppo voglia scrollarsi di dosso l'etichetta folk-rock,
ma le commoventi
The Light Will Stay On,
When Fortune Smiles e Christmas Valley
del caso
sono invece piu` radicate che mai in quella tradizione. Il nuovo corso
in fatto di produzione porta pero` alla luce le somiglianze con
Nick Cave e tutta la musica enfatica di derivazione religiosa.
Eckman cambia profondamente stile con Nighttown (Virgin, 1997), un album
arrangiato in maniera spregiudicata, con violini, violoncello e le tastiere
ora elettroniche di Slater
(Tremble Goes the Night). E` la controparte "urbana" al clima rustico
del precedente.
That idea was more fully explored on
Trail Of Stars (Glitterhouse, 1999), that also features violin, cello,
clarinet,
viola, trombone, piano, synthesizer, mellotron, tapes, samples and electronics,
besides Fred Chalenor on bass.
The effort pays off in Last Tears, On The Day,
Desert Skies, Gold, while
Crime Story and On The Day maintain the old approach to
storytelling.
Death Valley Days (Glitterhouse, 1998) is a collection of rarities.
Eckman e Torgerson hanno anche registrato alcuni dischi come Chris And Carla,
in cui si divertono a suonare tutto cio` che non sarebbe educato suonare nei
Walkabouts: Shelter For An Evening (SubPop, 1993), che raccoglie
esibizioni acustiche dal vivo, e
Life Full Of Holes (Glitterhouse, 1995). Questi dischi, specialmente
il secondo, sembrano pero` semplicemente scarti dei Walkabouts (il secondo
vanta uno stuolo di ospiti d'onore).
Nights Between Stations (Glitterhouse, 1995) is another live album
recorded in Europe and credited to Chris & Carla.
Swinger 500 (Glitterhouse, 1998) is the most creative of the duo's
trilogy.
Here, the duo experiments with elegant orchestration and texture, building on
Walkabouts' experiments with electronics, loops, samples and noises.
The resulting atmosphere is closer to trip-hop and ambient music than to
roots-rock.
And the instrumental Bingo Catastrophe even steals the show from
the traditional ballads (best Mercury Rising and Black Rope Tied).
The futuristic score of Electric Wire and the
Nick Cave-ian Swinger 500 mark the borders of their new phase.
Train Leaves at Eight (Glitterhouse, 2000) e` un omaggio al folk
Europeo attraverso altrettante cover realizzate con un cast d'eccezione.
Eckman e` uno dei grandi poeti americani della Frontiera, ma la sua
e` la Frontiera delle piccole citta` di provincia, ancora immerse in una storia
che e` quella dei Puritani e dei primi coloni. Le sue storie moderne sono in
realta` intrise di simboli che datano da quell'era e che stabiliscono pertanto
un suggestivo ponte fra l'ieri e l'oggi.
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