Summary:
It was X that best epitomized the L.A.
zeitgeist in the age of punk-rock.
Instead of practicing the nihilism and perversion that punk-rockers
often boasted, vocalists John Doe and Christine "Exene" Cervenka painted
them as social ills, caused by alienation in the metropolis.
The depressed litanies of LA (1980)
were closer to Suicide's weltanschauung than to
Sex Pistols' desperation.
While not as metaphysical as the Doors, they too centered on the atmospheric
portrait of the disease (dehumanization), rather than on the physical analysis
of its symptoms.
Unlike the Doors, who aimed for psychedelic trance, X vented anger and disgust.
The album was, ultimately, a gallery
of misfits, junkies, beatniks, perverts, vandals, etc.
Decadent life was not the subject, it was the object of their
hyper-realistic sermons.
Not surprisingly, their punk-rock relied on
guitarist Billy Zoom's stylistic nuances which contained strong elements of
country, blues and rockabilly, genres that harked back to ordinary people and
ordinary lives.
Wild Gift (1981) and Under The Big Black Sun (1982)
proved it: X were a roots-rock band, their vocal harmonies harked back
to Jefferson Airplane, and their lyrics introduced populism of a new kind.
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Gli X rappresentarono piu` di chiunque altro la fusione fra spirito punk-rock
e spirito new wave: dei primi adottarono la perversione e il nichilismo, della
seconda adottarono la depressione e la disumanizzazione. In un certo senso
fusero la disperazione dei Sex Pistols e
e il weltanschaung dei Suicide.
Rifuggendo dalla violenza brada che sarebbe stata dell'hardcore,
gli X impostarono le loro litanie urbane sull'atmosfera decadente e "vissuta",
tutto sommato molto piu` vicina alla realta` quotidiana della piccola e media
borghesia americana. Gli ingredienti del loro sound, d'altronde, erano il
country, il blues e il rockabilly. Per quanto trasformati dal loro piglio
"artistico", le armonie vocali derivavano dal country, la chitarra derivava
dal rockabilly e i ritmi dal blues.
Infine gli X funsero da raccordo fra la generazione punk e quella hippie,
fra la generazione di Patti Smith e quella dei Doors.
Gli X, John Doe (canto e basso), Christine "Exene" Cervenka (canto), Billy Zoom
(chitarra) e Don Bonebrake (batteria), incidono il primo singolo,
We're Desperate, nel 1979. La loro ascesa nell'Olimpo del beach punk
e` fulminea. Pochi mesi dopo escono il 45 giri Los Angeles, un marziale
hard rock subito assurto a inno dei punk locali, asciutta visione della
squallida e violenta esistenza nella metropoli californiana,
e l'album LA (Slash, 1980), sul quale brani come la martellante
Sex And Dying In High Society e la febbrile, "doorsiana"
The World's A Mess definiscono il loro programma di oltraggio e
di denuncia in maniera ancora piu` esplicita.
E' un sound che fonde l'intrepido, disperato delirio degli emarginati con le
spensierate armonie folk della Carter Family, eredita dai Doors
magie psichedeliche e agghiaccianti rituali onirici, ruba a Chuck Berry
il celebre attacco scampanellante e dipinge con la foga e la ferocia dei
punk un cupo affresco della decadenza morale.
Sulla cadenza cingolata dell'heavy metal la nenia sciatta di Nausea,
manifesto e testamento alla Patti Smith, sposta di una tacca in avanti la consapevolezza punk,
dalla rabbia allo schifo.
Per i solchi del disco si aggira una folla inquietante di maniaci sessuali
(Johnny Hit And Run, un boogie mozzafiato),
teppisti (Your Phone's Off The Hook, un abrasivo rock and roll alla
Stooges), tossico-dipendenti (Sugarlight), razzisti, emarginati e
sbandati. Vomito, sangue e siringhe: e` la forma piu` "bassa" di iper-realismo.
Il loro e` un suono angoscioso, piu` che criminale: scontato il drumming
assillante, protagonisti ne sono il canto isterico, nauseato, in trance
di Cervenka, capace di lunghe scariche epilettiche con vocali finali protratte
allo spasimo, il chitarrismo maniacalmente rockabilly di Zoom e i crudi testi
autobiografici di vita urbana scritti da Doe. Ray Manzarek presta consulenza per
l'organizzazione del suono e in qualche caso mette mano ai leggendari tasti.
Inoltre le armonie vocali di Doe ed Exenka ricordano i piu` epici Jefferson
Airplane, ma con la novita` che Exene ha inventato un modo anti-romantico
di cantare temi romantici.
La stagione punk era gia` agli sgoccioli e gli X cominciavano a suonare
roots-rock (country, blues e rock and roll) senza la frenesia e l'angoscia
degli esordi, ma invece con un tono malinconico e fatalista molto vicino
alla tradizionale ballata esistenziale.
Con Wild Gift (Slash, 1981) lo stile accentua le propensioni per le direttrici
vocali di
San Francisco (i duetti vocali Doe/Exene, gli accordi country-blues di Zoom,
fino a rifare il verso ai Jefferson campestri di dodici anni prima in
Universal Corner e In This House).
Il marchio di fabbrica del gruppo e` comunque ancora l'accoppiata di
rock'n'roll e canto annoiato, che qui pennella The Once Over Twice
e When Our Love Passed Out, e che talvolta
(It's Who You Know e soprattutto White Girl)
assume i toni della ballata di vita vissuta.
Il meglio si trova forse nelle parodie, che adottano arrangiamenti tanto
spassosi quanto fantasiosi: Adult Books scorrazza a ritmo ora di
cha cha ora di flamenco con un crooning alla Presley e chitarrismi hawaiani
alla Ventures; Back To The Base che ricalca i "rag" satirici di Country Joe;
e ancora meglio riesce Beyond And Back, un tuffo negli
swinganti anni Cinquanta. Niente a che vedere con l'hardcore, ma impeccabile
musica da party. Il trait d'union con le origini sono le liriche,
cupe e presaghe, dominate dall'incombere
della morte, dall'ineluttabilita` del crimine e dal bisogno di sacrilegi.
Continuando in quella progressione verso le "radici" musicali,
Under The Big Black Sun (Elektra, 1982) segna
l'adesione al movimento
"grass-roots" fondato dagli amici Blasters. Il paesaggio umano di Los
Angeles viene ora reso attraverso ballad dolenti e vibranti come
Motel Room In My Bed e la title-track, sostenute dal forte chitarrismo
rock and roll del leader. Ancora una volta a dominare sono le atmosfere
sinistre, come nella danza tribale di Hungry Wolf, ma il gotico e` moderato
dagli atteggiamenti da cowboy, come nel country-rock di The Have Nots.
Che gli X siano soprattutto un grande combo di rock and roll lo dimostrano
brani travolgenti come Because I Do e Real Child Of Hell.
I primi tre dischi degli X hanno definito la vera personalita` del gruppo,
che all'inizio era stato confuso bel bailamme del beach-punk. Ciascun disco,
pur non essendo un capolavoro, vanta un pugno di brani da antologia.
Con More Fun In The New World (1983), per esempio nella retorica e
complessa saga di I Must Not Think Bad Thoughts o nell'anthem marziale
di New World, lo stesso affresco sociale viene esteso a tutta la Nazione.
Il paesaggio diventa quello degli hotel di infima categoria, dei bar, delle
stazioni, dei caffe`. I protagonisti sono vagabondi, teppisti, perdenti,
alcoolizzati. Il sound si emancipa ancor piu` dal gergo punk, nell'illusione
di poter ripetere i fasti dei Creedence Clearwater Revival, ma al servizio di
bozzetti iper-cinetici (Devil Doll e Make The Music Go Bang)
che vengono sfregiati da un verboso chitarrismo di stampo heavy metal.
E' un difetto che il quinto album, Ain't Love Grand (Elektra, 1985),
accentua, nonostante un trasparente intento di recupero delle matrici
rock'n'roll
(Love Shack, Supercharged), country (la serenata marziale di
Around My Heart) e blues (Burning House Of Love, con fendenti alla
Summertime Blues e ritornello sinistro alla Hendrix).
Doe e Cervenka suonano anche nei Knitters folk e country di Dave Alvin
(ex Blasters). Dopo la pubblicazione dell'orrendo
Poor Little Critter On The Road (Slash, 1985), Zoom viene sostituito
proprio da Alvin.
Anche senza Zoom, su See How We Are (Elektra, 1987), la musica degli X
continuera` a fluire avvincente
(I'm Lost e 4th Of July, entrambe
dello stesso Alvin) e melodica (When It Rains).
L'album supera tutto sommato le incertezze dei due precedenti.
Gli X torneranno ancora con Hey Zeus (Big Life, 1993), album mediocre che
si ispira al country (New Life, Everybody), ma soprattutto adotta un sound
piu` commerciale, certosinamente curato negli arrangiamenti, e piu` "grunge"
(anche per effetto del nuovo chitarrista, Tony Gilkyson, ex Lone Justice).
Doe e Cervenka imbastiscono le gloriose armonie vocali in Someone's Watching e
Cervenka trova ancora il fiato per lanciarsi in uno dei suoi hoe-down
da strega campagnola, Clean Like Tomorrow. Billy Zoom, per la cronaca,
ha aperto un ufficio di consulenza legale.
Gli X portarono a compimento un'importante sintesi, morale e musicale, di
vecchio e di nuovo, di roots-rock e di punk-rock.
Con loro la Boheme del punk californiano trovo` i suoi eroi definitivi, piu`
umani di Crash e ligi alla tradizione populista del rock and roll.
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