Better Than Ezra

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Surprise , 6/10
Deluxe , 7/10
Friction Baby , 6/10
How Does Your Garden Grow , 5/10
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Kevin Griffin e' la voce dei Better Than Ezra, un trio della Louisiana (attivo dal 1988 a Baton Rouge) che il primo EP del 1990, Surprise, situo' nella corrente del nuovo folkpop, con Counting Crows e Cracker. La morte del chitarrista ritmico Joel Rundell blocco' per qualche tempo l'attivita' del gruppo.

Deluxe (Swell, 1993), registrato dopo il trasferimento a Los Angeles, racconta storie al tempo stesso semplici e profonde facendo leva su un accompagnamento senza fronzoli che pesca a piene mani nel patrimonio sudista. Il "portamento" musicale di Griffin e' pero' quello del cantautore piu' puro, quello dei grandi spazi liberi, emulo di un Gordon Lightfoot e un John Denver, come emerge da ballad con il cuore in mano come Cry In The Sun.
Cio' che ne decreta la modernita' e' un'ombra di nevrosi, un'intrinseza debolezza, un piglio appena sfocato, che rinuncia alla propria epicita' nel momento in cui l'afferma. Vengono cosi' alla luce tracce di Neil Young, in odi marziali come Teenager, che si libra in uno dei ritornelli piu' memorabili, e persino delle folksinger newyorkesi, in particolare Tracy Chapman in In The Blood e nella perla acustica This Time Of The Year. Griffin non si misura soltanto dalla capacita' di assorbire e rielaborare il canone folk, ma anche e soprattutto dall'abilita' di tessere le sue storie, dallo spettro di scenari che riesce ad allestire: dal countryrock leggero per cocktail lounge di Southern Gurl alle atmosfere opprimenti da thriller di Killer Inside.
L'epica Good, che, imitando un po' Tom Petty, getta nel calderone armonico qualche spezia hardrock e powerpop, e la lirica Rosealia, che e' la mutazione locale del tex-mex e si ispira ai Creedence Clearwater Revival, coronano questa lunga confessione con il cuore in mano (ma Good era stata composta nel lontano 1991).

Friction, Baby (Elektra, 1996) si attiene a quel genere di ballad nervosa e melodrammatica (Hung The Moon), con qualche occasionale puntata in un hard-rock chiassoso, ma anche inconcludente (Long Lost) e diversi scivoloni nelle cantilene acustiche piu` noiose. King Of New Orleans tenta di ripetere il successo di Good.

How Does Your Garden Grow (Elektra, 1998) segna un drastico cambiamento di stile campionamenti ritmi apocalittici lenzuoli "ambientali" di tastiere arrangiamenti da camera canto "rap" temi ipnotici La profusione di trucchi di studio trasforma Je Ne M'En Souviens Pas in un collage sonoro. Le ballate di Griffin soffocano in un funky-soul venato del modernismo decadente di Iggy Pop e Peter Gabriel (One More Murder e Like It Like That). Se questo e` il nuovo alter ego di Griffin, non mancano le ballate vecchio stile, soltanto che il folk-pop di un tempo e` stato corrotto da arrangiamenti lussureggianti, come in At The Stars (che finisce per suonare come un'elegia di David Bowie), o in Allison Foley (un riff di heavy-metal ed eccentricita` elettroniche deturpano un classico boogie di New Orleans). C'e` spazio persino il grunge esagitato di Pull e il garage-rock sguaiato di New Kind Of Low. O, sull'altro versante, per il tenero madrigale classicheggiante di Waxing Or Waning. Le melodie sono sempre gradevoli e i testi raccontano lucide storie di passione, ma questo e` un disco di transizione, conteso fra un passato teneramente nostalgico (il cuore) e un futuro sempre piu` meccanico (la mente).

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