- Dalla pagina sui Calla di Piero Scaruffi -
(Testo originale di Piero Scaruffi, editing di Stefano Iardella)
Calla è un trio di New York (originariamente Texas) che suona una musica dolcemente allucinata che ricorda le colonne sonore di Ry Cooder e dei Red House Painters. Il cantante Aurelio Valle, i "programmatori" Wayne Magruder (un ex Bowery Electric) e il tastierista Sean Donovan hanno scolpito melodie oscure che lentamente strisciavano fuori dal loro fragile involucro.
L'atmosfera di Calla (Sub Rosa, 1999 - Arena Rock, 2004) è cruda e maestosa. I suoi canti funebri si accontentano per lo più di ripetere il loro spleen. L'atmosfera è incorniciata dalla sonnolenza psichedelica dei Calexico dell'apertura strumentale, Tarentula , e amplificata dalla psichedelia depressa di altri brani strumentali: Truth About Robots, con la sua chitarra stridente, June, con il suo sibilo elettronico vacillante, pigra batteria sincopata e inutili scarabocchi di chitarra, per non parlare di Keyes, che riduce il concetto a una dissonanza sostenuta e percussioni distanti.
Tra le vere "canzoni", la dolce ninna nanna Elsewhere è la più orecchiabile e calda, seguita dallo pseudo-calypso di Trinidad. Il semi-tribale, vibrante e sonnolento Custom Car Crash trova un improbabile compromesso tra Ennio Morricone e Tom Waits. Only Drowning Men, dopo un'ouverture strumentale da quattro minuti di toni di chitarra abbozzati e pattern elettronici in loop, geme alcune linee lente e blues mentre la chitarra erige un muro di rumore in stile Hurdy Gurdy Man di Donovan.
Scavengers (Young God 2001) invece, contiene troppi riempitivi. Mentre brani come Fear of Fireflies fluttuano nello stesso etere melodico dei Bedhead, l'anima dello slo-core dei Calla (le lunghe Hover Over Nowhere, Tijerina, The Swarm) è spaziale e subliminale, non soltanto atmosferica, qualcosa a metà fra i Godspeed You Black Emperor e i Low.
Custom (Quatermass, 2002) è un orrendo album di remix.
Televise (Arena Rock, 2003) segna il ritorno dei Calla su buoni livelli, sebbene la brillantezza del debut album sia ancora diluita in troppe canzoni riuscite solo a metà.
L'esecuzione di Aurelio Valle aiuta diverse canzoni (la malinconica Don't Hold Your Breath, la sinistra Strangler, la pulsante Monument, la nevrotica Televised) ad assomigliare a un derivato del post-punk rock depresso degli anni '80 (per esempio al dark-punk), ma i Calla mantengono il controllo sulla loro identità di gruppo d'atmosfera devoto a una auto-vivisezione catartica.
Collisions (Beggars Banquet, 2005) è stato influenzato dalla sensibilità dolorosa dei Coldplay, che è diventato appena un po' più tagliente nelle mani del cantante dei Calla (This Better Go As Planned, So Far So What). L'effervescente Swagger e la leggermente psichedelica Stumble furono le notevoli eccezioni a un album piuttosto stereotipato di alt-rock alla moda.
Strength In Numbers (Beggars Banquet, 2007) è o troppo intellettuale, fine a se stesso, o troppo casualmente improvvisato. Il risultato è un insieme di canzoni che sembrano distrazioni piuttosto che attrazioni, e solo leggermente legate al suono originale dei Calla. Il loro noise-rock atmosferico e lunatico si è evoluto in troppe direzioni, nessuna delle quali è stata percorsa in maniera decisiva.
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