Multi-instrumentalist Ralph Carney was a member of legendary Ohio new wavers
Tin Huey.
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Il polistrumentista Ralph Carney
venne alla luce nei
Tin Huey, gruppo leggendario della
new wave dell'Ohio. Finita quell'esperienza, Carney si uni`
al giovane Kramer e
a Mars Williams (futuro Psychedelic Furs)
per registrare il disco accreditato agli Swollen Monkeys,
After Birth Of The Cool (Cachalot, 1981),
una delle opere piu` bislacche della
new wave, discendente degli esperimenti sulla voce di
Robert Wyatt, ma con lo spirito irriverente dei tempi.
Carney e Kramer assoldarono poi Daved Hild (ex batterista dei Girls)
per Happiness Finally Comes To Them (Shimmy, 1987), a cui collaborarono
anche Michael Cudahy (chitarra),
Garo Yellin (violoncello),
Pete Plumbly (chitarra),
Suzanna Lee (vox)
e David Licht (batteria).
Il sound (un folk demenziale, suonato e cantato in maniera approssimativa e
rigurgitante di trovate di studio) e lo humour (sarcastico e goliardico)
sono pero` quelli dei Fugs.
Gli arrangiamenti paradossali di Hands (un tribalismo africano della batteria,
un cantante che strilla come un ossesso l'unico verso del testo, un coro da
esorcisti, fiati che emettono versi da animali della jungla), o
le mutazioni grottesche di Clown (un hardrock con tanto di basso rombante
in un bailamme di chitarra stonata, che, quando la batteria accelera nella
solita maniera tribale, degenera in un voodoobilly e in un canto licantropo), o
il sabba allucinato di Bank (con il cantante che imita il vagito di un
neonato, un crescendo di cacofonie metalliche, distorsioni di chitarra che
fluttuano nell'aria e linee funky in primo piano che non c'entrano
assolutamente nulla), o la psichedelia free-form di
Larry (che ricorda le code "lisergiche" alla Day In The Life)
o lo sketch surreale e brechtiano di Lotto (un mix affollato di eventi, con
clarinetto arabo, tripudio di rumori, spezzoni di conversazione, quasi un
seguito di America Drinks And Goes Home di Zappa)
sono degni della Virgin Forest dei Fugs.
Ad animarli e` lo stesso principio del
collage, anche se i mezzi dello studio moderno consentono a Kramer di
stratificare gli effetti in verticale invece che incollarli in orizzontale.
Il progetto ebbe un seguito sette anni dopo:
Black Power (Shimmy, 1994).
Il disco delude un po',
rispetto a quell'operetta intrisa di umorismo da collegiali e nobilitata
da arrangiamente eccentrici e geniali che fu
Happiness Finally Comes To Them (Shimmy, 1987).
Il trio si affida alle cantilene (Speaker Of The House) al
folk demenziale (The Ballad Of Soap, The Ballad Of Jim Jones), al
musichall (la parodia di Dangerous Cult Following, per orchestrina degli anni
Trenta): tutti i numeri sono gradevoli, ma di poco spessore.
Nei pochi casi in cui i tre tentano anche di "suonare", non riescono ad
eguagliare i miracoli armonici del loro esordio: un'onesta imitazione
del progressive-rock magniloquente dei Van Der Graaf Generator
(Sweetheart) e poco altro. L'unico brano che mi sentirei di aggiungere
a Happiness e' Tears Come Down, in cui il pianoforte e' mescolato nelle
percussioni e sulla ritmica insistente fluttuano figure melodiche di sassofono
e violini. Troppo poco. Happiness e' compreso nel CD, per cui non
e' difficile fare i confronti.
Nel frattempo Carney si era costruito una reputazione accompagnando
Tom Waits da Frank's Wild Years a The Black Rider.
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