Circus Lupus
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Super Genius , 7/10
Solid Brass , 6/10
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I Circus Lupus, forti del cantante Chris Thompson (che ha fatto gavetta negli Unrest e negli Ignition), del chitarrista Chris Hamley, del bassista Seth Lorinczi e della batterista Arika Casebolt, sono forse i migliori discepoli dei Fugazi, e peraltro non ignari delle lezioni armoniche di Minutemen e Saccharine Trust.

Nel 1992 esordiscono con l'album Super Genius (Dischord), mettendo in mostra un hardcore tanto viscerale quanto avventuroso, che si nutre di tempi irregolari, di cadenze sincopate, di riff amelodici e di testi criptici. Cio` che conta di meno in questa musica e`, insolitamente, il canto: Thompson si limita a recitare, sia pur con foga incontenibile, modulando appena la voce, producendo un minimo di melodia ma certo non abbastanza da identificare un ritornello.
Ragion per cui gran parte della responsabilita` di fornire un'identita` al brano ricade su Hamley: la sua chitarra non si esprime pero` a fraseggi compiuti, ma tende a emettere soltanto segnali di tre/quattro accordi (spesso dissonanti), ripetendoli in continuazione, con variazioni minime, fino a farne una parte integrale della ritmica. E' un'esasperazione delle tecniche dei Television. Casebolt e` una sorgente inesauribile di ritmo e un'intelligente regista del brano, capace di imprimere accelerazioni tribali e di provocare pause ad arte (come in Blue Baby). Lorinczi danza attorno alla batteria e alla chitarra, risultando sempre in sintonia con entrambe, facendo da "ponte" alle varie parti.
Il chitarrismo frammentato di Hamley (una sorta di ripetizione minimalista di figure surf decapitate) e la ritmica molto comunicativa di Casebolt (sempre di corsa, come in una quadriglia, ma anche sempre in evoluzione, come nel jazz, e sempre in primo piano) sono forse al culmine in Tightrope Walker. Marbles e` un po' l'archetipo dei loro equilibri: la chitarra in trance nella sua ripetizione ossessiva di un rottame funky e la batteria lanciata in un galoppo torrido. Lo stesso trucco si ripete in Pacifier, con la chitarra stridula come un organo e la batteria fluente e tumultuosa. E ogni volta la chitarra e` uno strumento diverso, che ora puntella la disperazione di Unrequited con una sequenza di singhiozzi meccanici, ora indulge in evoluzioni da blues "hendrixiano" in Mean Hot And Blessed, e ora riesce persino a suonare esotica nel maelstrom di Straight Through The Heart, sfruttando quel suo modo postmoderno di decostruire e ricostruire una citazione. Il vero spettacolo e` insomma la tecnica strumentale del trio.

Immutato l'impeto, l'album del 1993, Solid Brass, prova a mettere ordine nel bailamme generale, in particolare lanciando Pop Man, uno dei loro brani piu` accessibili (inflessioni rap e Clash) come singolo. L'attacco selvaggio di Right Turn Clyde, con Hamley e Lorinczi ad erigere palizzate di riff distorti sfruttando i rispettivi strumenti al limite delle loro possibilita` sonore, e` pero` subito uno dei loro capolavori "cattivi", seguito da New Cop Car, con i suoi fendenti feroci.

I Circus Lupus sono con i Drive Like Jehu fra coloro che hanno raccolto l'eredita` dell'hardcore "emotivo" di Jesus Lizard e Fugazi.

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