I Claw Hammer erano un complesso di Los Angeles che suonavano un punk-rock
complesso e satirico. Nei loro dischi si fondevano
la musica e lo spirito di Captain Beefheart con la musica e lo
spirito dei Ramones.
Jon Wahl (originario della Virginia) abbandono` il suo posto nei
Pontiac Brothers
e formo` i Claw Hammer a Los Angeles con Christopher Bagarozzi
(chitarra), Robert Walther (basso) e Bob Lee (batteria).
L'EP Poor Robert (Grown Up Wrong, 1989), con Car Down Again e
la title-track (Bagarozzi da`
un saggio quintessenziale di boogie sudista, alla Lynyrd Skynyrd, mentre Wahl
guaisce e vagisce senza pudore),
e i primi tre singoli (l'ipercinetica Suck Fish Belly Up,
Candle Opera,
Brother Brick Says/ Don't Walk Away)
mettono subito in mostra un sound estremamente originale, veloce ed
epidermico come l'heavymetal, ma ironico e goliardico come nei Devo,
nonche' versatile e irregolare come nessun altro.
E` quella la direttrice lungo cui si muove Claw Hammer
(Sympathy For The Record Industry, 1990). All'insegna dei Devo e di Captain Beefheart,
di MC5 e Stooges, di Patti Smith e dei Television, il quartetto fa di questo
assalto sonoro continuato un manifesto di come si possa coniugare suono violento
con caustica comicita` e al tempo stesso mantenere un alto livello di
creativita`, in maniera non troppo diversa da cio` che facevano i Death Of
Samantha. Brani come Shell Shocked fanno del musichall, ma lo fanno
sfruttando le sonorita` trascinanti dell'hardrock (e il boogie di Drop
dimostra il grado di potenza che Bagarozzi e soci possono raggiungere).
Le incontenibili
Papa's Got Us All Tied In Knots e Warm Spring Night avrebbero benissimo
potuto appartiene al repertorio di Beefheart: grugniti esagitati, cadenze
bluesrock, riff spinosi, jam strumentali del manicomio.
L'obiettivo dei Claw Hammer sembra quello di divertirsi a suonare i
propri idoli in un mondo immaginario in cui il rock e` soltanto una gigantesca
barzelletta.
Il gruppo sembra pero` non credere molto in se stessi, tant'e` che
Bagarozzi suona anche nei Down By Law e Wahl nelle
Red Aunts.
Dopo innumerevoli cover e persino il rifacimento per intero del primo album
dei Devo, i Claw Hammer tornano con Ramwhale (Sympathy, 1992).
Il boogie trascinante
di Succotash e l'hardrock vertiginoso
di 3:15 (fra riff alla Gibbons e stacchi alla Page) confermano immutati
l'eclettismo e la verve del quartetto.
Wahl predilige adesso il registro isterico di Richard Hell, ma con gli acuti
gutturali di Axl Rose; Bagarozzi dissemina il contrappunto di stilettate blues;
la sezione ritmica incalza imperterrita; e il gruppo si mette in luce anche per
una generale impressionante padronanza stilistica.
L'anno dopo e` la volta di Pablum (Epitaph, 1993),
con il sound piu` aggressivo
della loro carriera: abbandonate le pose clownesche e ridimensionata
l'ossesione per Beefheart,
rimane soltanto un hardrock di prim'ordine. Vigil Smile apre il disco in modo
tempestoso, fra fratture ritmiche, controtempi, accelerazioni subitanee,
rincorse collettive che si succedono a rotta di collo mentre Wahl delira nel
suo modo assatanato. Altrettanto scalmanato e` il rock and roll epilettico di
Montezuma's Hands, uno dei loro capolavori.
Quando, in Nut Powder, Lee preme il pedale dell'acceleratore e trascina tutti
in pista per una slamdance sfrenata, e le chitarre squillano all'impazzata il
loro blues amfetaminico, e il registro psicotico di Wahl investe ogni nota
della sua forza demoniaca, il ricordo dei loro maestri (i Devo) viene
spazzato via. Rimane invece, e grandeggia sempre di piu`, quello di Beefheart,
tanto che in certi punti sembra di sentire il vecchio licantropo accompagnato
dai Guns And Roses.
Il marziale Malthusian Blues e la melodica William Tell bilanciano tanta
energia con una gamma espressiva piu` ampia.
Subito dopo esce il 45 giri Day Of The Triffids (Sympathy), una galoppata
epica di rock progressivo, a conferma dello stato di grazia della formazione.
Il canto esagitato e sgolato di Wahl, la ritmica prepotente e a tutto tondo
di Lee, gli assoli di chitarra mozzafiato di Bagarozzi compongono un sound
galvanizzante.
Wahl, in particolare, da` fondo a tutte le risorse del suo repertorio,
ultimo erede della grande tradizione dei guitti istrioni del vaudeville.
Thank The Holder Uppers (Atlantic, 1995) continua per la strada bluesrock
di Pablum, ma con inflessioni alla Rolling Stones piu' pronunciate
(le chitarre sciatte e disordinate, i guaiti lascivi e un paio di
sciabolate di armonica blues che fanno vibrare Super Things, o
il lento sbiadito di Bums On The Flow) e una fantasia sempre meno
sbrigliata.
Il gruppo si redime nei numeri piu' sguaiati, come Dan's In Town e
Five Fifths Dead (con una lunga coda di jamming quasi free-jazz),
e semmai nel brano strumentale Each Hit.
Sempre piu' adulti e meno giullari, i Claw Hammer hanno perso gran parte
del loro appeal.
Il pezzo piu` atmosferico, Sweaty Palms, fa rispolverare la memoria
dei Doors nell'era dei Guns n'Roses.
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