Dalla pagina sui Cows di Piero Scaruffi
I Cows si formarono a Minneapolis quando la storica scuola punk di Husker Du e Replacements era gia` passata alla storia. Il rigoglio locale favori` certamente il gruppo del cantante Shannon Selberg e del chitarrista Thor Eisenstrager, ma il loro sound era piu` vicino all'hardcore del Midwest, in particolare a gruppi come Laughing Hyenas e Killdozer che, alla fine degli anni '80, avevano riproposto le efferatezze sonore dei grandi di Detroit, Stooges e MC5, aggiornate all'ulteriore efferatezza dell'era punk.
I primi Cows vantavano la furia esecutiva di quei delinquenti musicali, ma non si fermavano li`. Lo spirito con cui quei dischi erano assemblati e suonati ricordava la follia creativa dei freak degli anni '60, piu` che la concisa e tetragona rabbia dei punk. I dischi dei Cows saranno sempre carnevali di follie frastornanti, giostre di colossali boutade armoniche, dirompenti grotteschi sonori.
Il primo album, 'Taint Pluribus 'Taint Unum (Treehouse, 1987) e` in effetti uno dei piu` chiassosi di quegli anni, un coacervo riotous di urla e di battiti folli costantemente sommerso dal rumore titanico della chitarra di Thor Eisenstrager. Mother e` un inno blasfemo e tutto sbilenco. Yellowbelly, Summertime Bone, Cow JAzz non sono da meno. Al confronto i Butthole Surfers sono un'orchestra di musica classica.
Per quanto venata dalla stessa vena blasfema e caotica, fracassona e abrasiva,
sul successivo Daddy Has A Tail (Amphetamine Reptile, 1989) prende forma
una canzone rock del dopo-hardcore, relativamente strutturata ed essenziale.
Le schegge di bomba che lo compongono hanno ereditato i vizi peggiori del
rock and roll (sguaiataggine, pressapochismo, volgarita`) e li
applicano in maniera piu` o meno casuale a strutture armoniche che derivano
dalla musica nera.
Il lungo blues di Part My Konk, cadenzatissimo, sotteso da una
forte distorsione, scosso da un'improvvisa epilessi tribale, e` li` a
dimostrarlo.
Deformita` repellenti come Bum In The Alley e Shaking
(con assolo epico di Eisentrager)
mescolano
Birthday Party,
Beasts Of Bourbon ,
Cramps e
Feedtime.
Questo stile eterodosso si incarna in canzoni hard-rock come
Camouflage Monkey, fughe hardcore come I Miss Her Beer,
inni da garage-rock come By The Throat, brani che sono
sempre sfregiati da scordature raccapriccianti e cantati con la grazia
di un buttafuori.
Ma il loro autentico spirito di anarchici del rock viene a galla semmai in
baccanali forsennati come Sugar (omessa dall'edizione su CD).
La voce di Shannon Selberg riecheggia tanto i grandi shouter neri quanto i
selvaggi rocker bianchi dei garage. La chitarra di Thor Eisentrager non potrebbe
essere meno elegante e piu` approssimativa, ma svolge in maniera encomiabile
il suo ruolo di scossa elettrica con un repertorio estremamente ridotto di
rumori primordiali. La sezione ritmica di Kevin Rutmanis (basso) e Norm Rogers
(batteria) ha invece dalla sua una certa destrezza e un'indubbia versatilita`
(perlomeno nell'inseguire gli svolgimenti ubriachi dei brani).
Effete And Impudent Snobs (Amphetamine Reptile, 1990) comincia a mettere ordine nella mischia. C'e` persino una novelty strumentale, The Emigrant Song, nella quale i Cows rimescolano country & western e ragtime (naturalmente alla loro maniera). Memorial e Preyed On sono oasi di pace nel rumore infernale. Ma gli arrangiamenti sono sempre da far accapponare la pelle, ruvidi, aspri, ispidi ed "acidi" ad oltranza; e alla fine a trionfare sono di nuovo i pezzi lunatici: il thrash demenziale di Whitey In The Woodpile, la baraonda alla MC5 di Big Mickey e soprattutto il monumentale blues di Nancy Boy Cocaine Whore Blues, suonato a tutto volume con accenti "hendrixiani" e cadenze da panzer. Nell'insieme l'album e` torrenziale e traumatico come i precedenti, ma meglio suonato e prodotto.
Peacetika (Amphetamine Reptile, 1991) segnala invece un improvviso ravvedimento dei ragazzi, i quali abbandonano gli estremismi piu` radicali a favore di ambizioni artistiche. Canzoni come The Man non valgono un centesimo in decibel e distorsioni di quelle che le hanno precedute: ne conservano le convulsioni psicotiche e la rabbia sottoproletaria, ma accanto a sincopi quasi heavy metal. Lo sferragliante rock and roll di Good Cop annacqua l'impeto punk di un tempo. Svettano Hitting The Wall, un rozzo e selvaggio garage-rock, l'unica traccia davvero degna dei loro massacri sonori, 3-Way Lisa, che ruba il riff di basso ai Cream, e e la title-track, che, se non altro, e` una jam strumentale di un free-jazz da matti del manicomio.
La nuova missione e` chiaramente indicata da Cunning Stunts (Amphetamine Reptile, 1992): capitalizzare spudoratamente sull'accoppiata vincente "suoni brutali/ liriche perverse". L'album sfoggia pur sempre episodi di grande valore, come Walks Alone, un rockabilly scatenatissimo, e The Woman Inside, uno dei loro nonsense tribali. Non sono venute meno le dosi di caos e frenesia, quel "moto browniano" di suoni che riesce in qualche modo a esibire un'identita` armonica (Heave Ho e Everythingi, chiassosi e scalcinati come ai bei tempi). Selberg, piccolo Bukowski di Minneapolis, e grande istrione di Provincia, e` anzi all'apice delle sue capacita` narrative. Molto considerano questo il loro capolavoro, ma qualcosa dell'infernale genio degli esordi di era perso.
Pur non avendo perso la classe, album come questo e il successivo
Sexy Pee Story del 1993 sono tipici della generale regressione
del genere verso il mainstream (Butthole Surfers docet).
Ma Sexy Pee Story, se non altro, vanta un'ispirazione scalmanata, un livello
di follia davvero geniale e un'esecuzione tutta fuori dai canoni.
Il quartetto procede a tentoni in una fitta oscurita` di generi, deturpando
lungo il percorso rockabilly (grandiosa la pantomima di Uptown Suckers),
bebop (la title-track), soul (Mrs Cancelled) e, in uno dei capovolgimenti
semiotici piu` sensazionali, persino l'hardcore stesso da cui avevano preso le
mosse (Blown). Su questi abomini, tutto sommato veniali, svettano la gloriosa,
spessissima, muraglia di rumore di Shitbeard e il tribalismo forsennato di
Ch (apparentemente tutto sgangherato, in realta` sotteso da un subdolo gioco
di poliritmi boogie/thrash e di distorsioni maniacali); ma si fanno rispettare
anche il vorticoso
concentrato di urla e baccano di 39 Lashes e il flusso continuo di distorsioni
di The Ouch Cube, due dei loro pandemoni sonori piu` estremi di sempre.
Anche Orphan's Tragedy (Amphetamine Reptile, 1994) segue quelle direttive di musica fracassona e caotica, ma al tempo stesso compiuta e compatta. Tant'e` che sono brani come Cow Island, in cui i Cows discettano di una crisi esistenziale con un piglio da saloon, il loro nuovo marchio di fabbrica; o il rockabilly mozzafiato di The Bucket, o l'epilessi swingante di I'm Both (alla Horton Heat), o la quadriglia sfinente di Baby Love; anche se forse la morale dei Cows si trova nei blues putrefatti di Pussy Is A Monarchy (che e` anche un racconto porno-gotico) e Pickled Garbage Soup, o nel tumulto finale di Smell Shelf, sei minuti di un derelitto free-jazz. Se con gli anni il registro da leone di Selberg si e` un po' appannato, gli show "hendrixiani" di Eisentrager sono diventati se possibile ancor piu` teatrali e assordanti, come nella title-track. A segnare questo nuovo periodo sono soprattutto le melodie: per quanto immerse in rumore scurissimo, Allergic To Myself e My Bob non hanno nulla da invidiare ai Nirvana.
A questo punto i Cows assorbono il batterista Freddy Votel, una leggenda vivente di Minneapolis (lo era gia` nei Television Before Christ, titolari di due album Ex Cathedra e TVBC). Whorn (Amphetamine Reptile, 1996) e` a tratti piu` sguaiato e dissennato, ma in gran parte delude. La grande progressione iniziale e il grande bailamme finale di Divorcee Moore sono il miglior manifesto del gruppo. A Gift called Life e` uno dei loro tipici leitmotiv psicotici. Un tribalismo forsennato e i guaiti di un sassofono free jazz infuocano A Oven. Mas No Mas avanza a un frenetico ritmo boogie con improvvisi sussulti sgraziati delle chitarre. Stentano pero` i brani lenti e quelli melodici.
I Cows hanno rappresentato negli anni '90 la frangia demenziale del punkrock di Minneapolis. Daddy Has A Tail, Effete And Impudent Snobs e Peacetika costituiscono comunque il cuore della vicenda. E proprio questi tre album (con l'omissione di giusto sei/sette brani) vengono riveduti e corretti in studio per dar luogo a Old Gold (Amphetamine Reptile, 1996). Dopo questa trilogia del chiasso piu` sguaiato, sara` la stagione piu` accessibile di Cunning Stunts, Sexy Pee Story, Orphan's Tragedy, dischi ancora di elevatissimo livello che li pongono fra i grandi gruppi del nostro tempo.
Selberg va annoverato fra i grandi vocalist della musica rock.
Selberg si è trasferito a New York e ha sciolto i Cows. Il loro
ultimo album, Sorry In Pig Minor (Amphetamine Reptile, 1998),
è caratterizzato dalla confusione ideologica. Più vario e
tranquillo che mai, molto più controllato e concettuale, e
più lontano che mai dalle loro radici punk, il sound evidenzia ora
voci normalizzate (troppo) e chitarre ampiamente addomesticate. Il momento
saliente è rappresentato dal ritmo. No I'm Not Coming Out si
avvicina al grottesco storytelling dei Pere Ubu
(sintetizzatore lamentoso, drumming sincopato). Lo strumentale Dear
Dad è una destrutturazione demente del genere dei temi conduttori
del cinema. El Shiska è uno sconcertante tex-mex con la
tromba, e Felon Of Troy è una frenetica jam free jazz. Ma,
per una rock and roll band di questo calibro, la varietà stilistica
è controproducente. Persino il viscerale garage rhythm and blues di
Death In The Tall Weeds e Salive Of The Fittest
rappresentano una sbiadita imitazione della furia che li caratterizzava in
passato.
I Cows hanno perso gran parte della loro aspra energia, benchè
grandemente migliorati in quanto a ricercatezza.
Quando il complesso prende velocita` e volume, ha sempre avuto pochi rivali. L'idea e` quella di integrare la foga spasmodica dell'hardcore e le armonie ispide della psichedelia texana, e sposarle al vuoto emotivo degli MC5. Il canto libero di Selberg e il repertorio tutt'altro che trascurabile di trucchi consentono ai Cows di distinguersi nettamente dagli altri "rumoristi" in circolazione al principio dei Novanta. Il caos monumentale dei primi tre album, arrangiati e prodotti da cani, era pero` superiore alla seconda fase, piu` curata, della loro carriera. Quelle tempeste cacofoniche faranno impallidire molti imitatori.
Dopo che la band si era sciolta, Kevin Rutmanis si unì ai Melvins, mentre Shannon Selberg e Norman Westberg (ex Swans) formarono gli Heroine Sheiks e registrarono un singolo nel 1999.
Rape On The Installment Plan (Reptilian, 2001), con John Fell alla batteria, ha mantenuto quella promessa: la band suona come gli Swans che suonano sfrenati giochi Cows-iani o come i Cows che suonano un cervellotico noise-rock.
Siamese Pipe (Rubric, 2002), il secondo album degli Heroine Sheiks, rilasciò un'altra dose di isteria contagiosa. Le canzoni traboccano di sarcasmo e confronto (Mass Suicide). La band è frenetica e viscerale (Army Brat, Open You Up). Selberg si abbandona alle buffonate più spregevoli (Grab the Wheel). Nel complesso, l'album è un mostro di ferocia e sembra suonare per sempre.
Out of Aferica (Reptilian, 2005) e Journey to the End of the Knife (Amphetamine Reptile, 2008) degli Heroine Sheiks continuarono il programma virulento e dissonante, seppur lucido, di Selberg (il titolo del secondo potrebbe essere una metafora appropriata per descrivere la sua intera carriera).