Dig
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Dig , 5/10
Defenders Of The Universe , 5/10
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Fattisi largo fra le retrovie del grunge di Los Angeles, i Dig vennero messi sotto contratto dopo soli cinque mesi, ed esordirono con l'EP Runt (Wasteland, 1992). Scott Hackwith, coadiuvato alle chitarre da Jon Morris e Johnny Cornwell, e` il cervello dell'album Dig (Radioactive, 1994). Stenta parecchio a decollare il brano di partenza, Let Me Know, ma le doti che hanno fatto gridare al fenomeno vengono a galla appieno in I'll Stay High e Ride The Wave: il loro e` un hardrock di prima qualita`, d'altronde propulso da tre chitarre e da una sezione ritmica di tutto rispetto (Phil Friedmann al basso e Anthony Smedile alla batteria), traboccante di brillanti spunti strumentali e al tempo stesso compatto ed elegante, sul quale si distendono litanie vagamente psichedeliche. Ora con furore e velocita` da garage-rock (Tight Brain), ora con arrangiamenti quasi barocchi (Feet Don't Touch The Ground) e` quello dell'hardrock il sangue che scorre nelle loro vene (ma raramente si tratta di un mero plagio dai Led Zeppelin, e quindi dai Soundgarden, come in Fuck You). Anche nella "power ballad" di rito (per chi vuole scalare le classifiche), ovvero Unlucky Friend, i Dig dimostrano fantasia, personalita` e, in definitiva, classe, in piu` della media, nel modo in cui il grido sofferto di Hackwith cozza contro lo stordente riff all'unisono delle chitarre, alternandosi a struggenti e come spaesati passaggi acustici. Dai Flaming Lips i Dig di Anymore hanno imparato a lasciar sfumare un ritornello lezioso in vertigini sibilline di distorsioni; quelli di Believe hanno imparato a riesumare le armonie vocali a tre parti dei Beatles e degli Yes. Per i fedeli delle religioni di Pearl Jam e Smashing Pumpkins e` nato un altro dio; ma tutto e` vano, artificiale, prefabbricato, sterile.

Defenders Of The Universe (Radioactive, 1996) e` ancor piu` un'opera solista di Scott Hackwith.

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