Il singolo Xa (VHF) e l'Ep di 52 minuti Secret Life Of Machines (VHF, 1995),
in particolare i brani Weird Orbit e Colossal Scissors,
avevano gia` lasciato presagire la vocazione di questo trio senza basso
(Justin Chearno dei Pitchblende alla chitarra a New York, Matt Kellum alla batteria in Texas e
Bill Kellum alle tastiere in Virginia): una musica cosmica ma non elettronica,
a meta` strada fra i volenterosi Main e gli eccellenti Dead C, una
musica psichedelica ma senza melodie oblique, che ossequia tanto la
Dark Star dei Grateful Dead quanto il Saucerful Of Secrets
dei Pink Floyd.
Se l'EP era di cinquanta minuti, l'album
Acupuncture (Kranky, 1997) sfonda il limite dei settanta.
On The Green il brano programmatico: una prima parte che fibrilla
ritmi esuberanti, cantilene orientali e solenni droni mantrici, una seconda
parte di accordi casuali improvvisati secondo modalita` piu` jazz che rock,
e una terza parte di suoni naturali elaborati in maniera new age.
Mao's Revelation In The Great Hall riparte dalle sonorita` piu` aspramente
sperimentali, dai Soft Machine del sesto album, prima di sgretolarsi in uno
sciame di riverberi, ormai al limite della piece di musica d'avanguardia.
L'improvvisazione del free-rock dilaga in Discussing The Belgians, condotta
da un lungo assolo di una chitarra sul bailamme degli altri strumenti.
Late 70's Blue Box si affloscia invece in suoni lentissimi e sofficissimi,
perso ormai qualunque connotato sonoro.
La batteria tiene in vita un suono che altrimenti sarebbe soltanto un plasma
informe in lento movimento. Le chitarre disegnano scenari immani ma non
necessariamente apocalittici, squarciano orizzonti dietro i quali si ergono
mondi sempre piu` fantastici, cavalcano spazi vuoti che si riempiono delle
loro frequenze.
Il gran finale di oltre mezz'ora di On The Pine si apre all'insegna di un
ritmo infernale, con un riff effervescente e un barrage di dissonanze in primo
piano, una sarabanda dei Popol Vuh con Maureen Tucker alla batteria, e dopo
dieci minuti di crescendo assordante si placa in un labirinto di piccoli
rumori senza senso, di ronzii e di fruscii in sordina. Da quelle paludi
armoniche non si riprende piu`, continuando ad affabulare con affanno come
in una piece dell'Art Ensemble Of Chicago, dando vita a contrappunti sempre
piu` grotteschi, spegnendosi in un cicaleccio di robot in corto circuito.
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Rake's guitarist/keyboardist Bill Kellum and Pitchblende's guitarist Justin Chearno formed a keyboards-guitar-drums trio, Doldrums, that concocted an atmospheric blend of Main's ambient shoegazing, Tangerine Dream's cosmic music, Grateful Dead's Dark Star and Pink Floyd's A Saucerful Of Secrets. Secret Life Of Machines (1995) and Acupuncture (1997) contained multi-part suites that, under the apparent staticity, mutated continuously, each an amorphous plasma of sounds that went from exuberant to ecstatic, from chanting to droning, from tribal drumming to abstract doodling. Feng Shui (1998) was a more artificial work, the product of studio editing, but that technique was refined on Desk Trickery (1999), a moltitude of carefully-crafted sonic events seeping through the shapeless jelly.
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(Translation by Cinzia Russi/ Tradotto da Cinzia Russi)
Il rock da camera dei Duldrums scala un’altra vetta con Feng Shui
(VHF 1998), che fa leva su due lunghi pezzi composti ognuno di tre
parti: Left In An Airport Gift Shop e Ascending Copper
Mountain. Il programma del gruppo di sposare drones e drumming (ambient
e jungle, psichedelico e rock) si e’ un po’ ammorbidito, come in gran parte
dei jans dimesssi dei Greatful Dead ma con una tendenza a mescolare suoni
che ricorda John Cage.
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Doldrums' chamber rock reaches another peak with Feng Shui (VHF, 1998),
which revolves around two extended three-part compositions:
Left In An Airport Gift Shop and
Ascending Copper Mountain. Here their program of wedding
drones and drumming (ambient and jungle, psychedelic and rock) has mellowed
down a bit, like in the Grateful Dead's most laid-down jams but with an attitude
towards mixing sounds that is reminiscent of John Cage.
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(Translation by Cinzia Russi/ Tradotto da Cinzia Russi)
Desk Trickery (Kranky 1999),
un'Odissea di registrazione durata due anni,
si spinge ancora piu’ in la’: le improvvisazioni di chitarra di Justin
Chearno e Bill Kellum sono state manipolate al computer mentre i pezzi alla
batteria di Matt Kellum sono stati sovrapposti per aumentare l’intensita’
del ritmo. La tecnica e’ fondamentalmente la stessa dell’album precedente,
forzata pero’ in tutte le direzioni possibili. L’effetto piu’ immediatos e’
che le elaborate composizioni del trio si trasformano in jam cadenzati
(Sparkling Deadheadz): le chitarre quotano John McLaughlin al meglio
della sua spiritualita’, Robert Fripp al meglio della sua matematicita’ e
Fred Frith piu’ surreale che mai, con la batteria che le martella come un
uragano.
Godspeed You Young Actress, che dev’essere dedicata a Godspeed You Black Emperor, e’ un lento crescendo di
assoli di chitarra distorta e pezzi ritmici che risulta in una sorta di raga
trance riminiscente dello stile dei Velvet Underground in Sister Ray.
Grill Out Times e’ una balata spettrale che vanta i piu’ allucinati
assoli di free-jazz.
Who Shot J.R. e’ il piu’ tipico esempio dei loro esperimenti
free-form, immersa com’e’ in reverb chimes, viluppi di accordi assordanti e
un battito tribali e alla deriva in tape loops. Una moltitudine di eventi
sonici accuratamente plasmatic trasuda dalla matrice gelatinosa di questo
pezzo: rumori industriali, gorgogliare di sintetizzatore, found percussioni…
La lunga coda di Free Festival of The Stonebridge e’ un saggio
sublime del rumoroso monologo interiore del gruppo, del loro contrappunto
sottile e dissonante, della maestria con cui sono capaci di distribuire toni
e accordi in strutture in continua espansione. I loro antenati sono This
Heat, Can, i jams di acid-rock degli anni ’70 e il free jazz mentre loro
parenti di oggi sono i Cul De Sac, non i
Labradford.
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Desk Trickery (Kranky, 1999), a two-year long recording odyssey, pushes
the envelop further:
the guitar improvisations of Justin Chearno and Bill Kellum have been
manipulated with a computer and Matt Kellum's drum tracks have been overlapped
to increase rhythmic intensity. Basically, it's the same technique of the
previous albums, but the trio has stretched it in all directions.
The more immediate effect is that of turning their elaborate compositions into
driving jams (Sparkling Deadheadz): guitars quote
John McLaughlin at his most spiritual, Robert Fripp at his most mathematical
and Fred Frith at his most surreal, while the drums hammer them with a
hurricane of beats.
Godspeed You Young Actrees, which must be dedicated to
Godspeed You Black Emperor, is a slow
crescendo of twisted guitar solos and rhythm tracks which achieves
a raga-like trance in a manner reminiscent of the Velvet Underground's
Sister Ray.
The ghostly ballad Grill Out Time boasts the most spaced-out free-jazz
solos.
Who Shot J.R., soaked in reverb chimes, booming chord clusters and
tribal tapping, and adrift in tape loops,
is more typical of their free-form experiments.
A moltitude of carefully crafted sonic events seeps through the jelly matrix of
this track:
industrial noises, synthesizer's bubbles, found percussions...
The long coda of Free Festival of the Stonebridge is a sublime essay
of their noisy flow of consciousness, of their subtle, dissonant counterpoint,
of their mastery distribution of tones and chords in ever expanding structures.
Their ancestors are This Heat, Can, the acid-rock jams of the 1970's and
free jazz. Their relatives today are Cul De Sac, not
Labradford.
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