Everclear was the project of Art Alexakis, a sincere populist, bard of the misfits, who expressed teenage angst via a mythological review of provincial life on Sparkle And Fade (1995) and especially So Much For The Afterglow (1997), the latter embellished with layers of keyboards, horns, strings and choirs. His mission peaked (morally, if not artistically) with the solemn and touching concept album Songs From An American Movie (2000), whose lush arrangements were almost symphonic.
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Art Alexakis, ragazzo di strada di Portland
(nato a Los Angeles, passato per i Colorfinger di San Francisco),
la cui biografia sembra un romanzo
di Charles Dickens, decide di sfogare la sua rabbia esistenziale nel
formato del grunge melodico che va di moda a Seattle.
L'EP Nervous And Weird (T/K, 1993), che conteneva la versione originale di
Electra Made Me Blind, presenta i suoi Everclear nei panni di cugini
poveri dei Nirvana, ma al tempo stesso esalta le sue doti di cantastorie
dei bassifondi.
World Of Noise (T/K, 1993) segna la maturazione della musa di questo
cantore degli sbandati e dei diseredati.
Trust fund e soprattutto Nervous And Weird, hanno il pregio di fondere le
sonorita' aspre del grunge di Seattle con quelle levigate del power-pop
californiano, ma le canzoni piu' interessanti sono quelle
(Your Genius Hands, Losers Make Good)
in cui Alexakis sfoga la disperazione di una vita vissuta troppo in fretta.
Fire Maple Song indovina la sceneggiatura piu` melodrammatica, con un
inizio in sordina, quasi acustico, da folksinger dei boschi, che s'inalbera
in un veemente ruggito da shouter di rhythm and blues.
Sparkle And Fade (Capitol, 1995) e` il disco che ne fa (un po' a
sorpresa) delle star. Alexakis indovina infatti la melodia di
Santa Monica, che li proietta in testa alle classifiche di vendita.
L'album e` quasi un concept, dedicato alla vita piccoloborghese di provincia,
dedicato alla falsa Summerland della loro infanzia.
La ballad acustica Strawberry e quel concentrato di pathos che e`
Heartspark Dollarsign sembrano pagine del diario di un suicida.
I testi travalicano comunque il soggetto per abbozzare allegorie piu` profonde,
quasi mitiche. Particolarmente simboliche sono le figure femminili, fatali
portatrici di lutti da Queen Of The Air a Heroin Girl.
Una lunga sequenza di canzoni sembra inseguire la stessa contro-eroina, una
donna-ragno che obbliga l'uomo a scelte importanti da
Electra Made Me Blind (che chiama direttamente in causa la tragedia greca),
passando per Pale Green Stars, You Make Me Feel Like A Whore,
Nehalem e per finire con Her Brand New Skin.
La conclusiva My Sexual Life sembra pertanto piu` un saggio filosofico
che la tragicomica riflessione che e`.
Thunder Road e Sail Away rimangono invece vicine al baricentro del
disco, al bisogno disperato di sfuggire il proprio fato, canzoni di viaggio
che sono altrettanti aneliti di resurrezione morale.
Senza le liriche di Alexakis, queste sarebbero canzoni piu` o meno banali
di un genere di confine. Grazie a quelle liriche, diventano invece pezzi
di cuore gettati nella grande e spietata mischia della vita.
Ulteriormente migliorata la produzione, Art Alexakis si presenta
su So Much For The Afterglow (Capitol, 1997) con le
carte in regola per rilevare i Nirvana dal trono dell'angoscia giovanile.
Forse anche per effetto dei compensi da star che gli stanno piovendo
addosso, Alexakis ha smesso di urlare come un disperato. Avvolto in
confortevoli strati di tastiere, fiati, archi e cori, scodella
il power-pop della title-track (riff infuocato e cadenza travolgente),
la ballata di I Will Buy A New Life (organo gospel alla Band e
recitazione fatalista alla Tom Petty)
e lo shuffle di Everything To Everyone (tensione trattenuta alla
Green Day e arrangiamento di tastiere in staccato alla Cars).
Sono brani altamenti professionali in cui l'ex scugnizzo orfano di tutti
trova un miracoloso compromesso fra forma (la quintessenza della moderna
produzione pop) e contenuto (la depressione innalzata a religione).
Anche quando il chiasso chitarristico supera i livelli di guardia,
il ritornello e` lieve e suadente. Scorrono cosi` Normal Like You,
Amphetamine, Like A California King, all'insegna di
un rock classico ed elegante, che forse trova la via al grande pubblico
cercata senza successo dagli ultimi Replacements.
Why I Don't Believe In God sfodera il banjo per una parentesi nello
stile di Wilco o Son Volt.
Father Of Mine ricorda Santa Monica ma senza il pathos.
Le potenzialita` di Alexakis come chitarrista sono ben illustrate dallo
strumentale arroventato di El Distorto De Melodica.
Nel complesso, il disco della maturita` di questo personaggio tormentato
e forse incoerente, ma che unisce la stoffa dello "storyteller"
all'astuzia della star.
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With Songs From An American Movie: Vol 1 (Dreamworks, 2000),
Everclear delivered a concept album that is as eclectic as a summary of popular
American music, as soulful as a passionate tribute to their country and people,
and often as lush as a symphony. It is obviously meant to be a definitive
statement of sort, private and public, artistic and "political".
Alexakis' depressed love stories pull it together and give it the cinematic
quality that the Fleetwood-Mac-grade music can best exploit.
Musically, there is little that the trio does not do.
Learning How To Smile is a sneering,
Tom Petty-ian litany that soars in an
profusion of driving orchestral sounds.
AM Radio (an upbeat, festive rhythm and blues shuffle),
Here We Go Again (a syncopated funk-rock a` la
Spin Doctors with a horn fanfare),
Now That It's Over
(backwards drumming a` la Led Zeppelin's When The Levee Breaks
and a propulsive chorus of distortions and strings)
are not only pleasant tunes but also concentrates of stylistic experiments.
Brown Eyed Girl (that seems to mock the similarly-titled Van Morrison
hit) and the jangling, romantic Wonderful
are also catchy enough to keep the band solvent.
No doubt Alexakis is a skilled arranger, who has learned his craft from the
likes of Brian Wilson and Phil Spector, and can turn pretty much any refrain
into an epic sonic excursion. The aesthetics, though, somewhat detracts from
the emotion, as most songs sound like background muzak rather than anthemic
messages (wallpaper rather than reportage).
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(Translation by/ Tradotto da xxx) Se sei interessato a tradurre questo testo, contattami
Songs From An American Movie (Dreamworks, 2000) e` un concept arrangiato
come una sinfonia.
Le tristi storie d'amore di Alexakis lo tengono insieme e gli conferiscono
la qualita' cinematografica che meglio sfrutta il sound lambiccato
alla Fleetwood Mac. AM Radio, Learning How To Smile, Here We Go Again e soprattutto Wonderful sono anche orecchiabili quanto basta
per far tenere solvente il gruppo.
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Surprisingly, the second volume of their imaginary soundtrack,
Songs From An American Movie: Vol 2 (Capitol, 2000),
is a solemn and touching tribute to
Nirvana-style grunge and to blue-collar rock,
thereby fusing the pathos of alienated urban kids and of disillusioned
suburban workers. The fresco is ambitious
(sprinkled with the hardcore of All Fucked Up and the
dark, cryptic instrumental Halloween Americana),
but sincere, and the band is blessed with enough melodic talent to succeed
(Slide is an embarassement to Brit-pop's decade-old search for a
good refrain).
That melodic flow is wed to a forceful, granitic sound, whether
the boogie progression of Misery Whip or
the hypnotic, Led Zeppelin-ian riff of Babytalk
(or, for that matter, the parody in form of a demented singalong of
Rock Star).
The band has mastered the art of dynamically changing the mood and the intensity
of a song.
Both the devilish angst of When It All Goes Wrong
and the laid-back country-rock of Out Of My Depth explode in
burning guitar riffs and agonizing growls.
It's like having the Soul Asylum start a
song and the Husker Du close it.
Elsewhere, though, the band lets the mood relax and indulges in simpler,
less tense, harmonic constructions:
The Good Witch Of The North is a folk fable;
Overwhelming is a bittersweet serenade; and
Song From An American Movie Pt 2 is a neurotic, Neil Young-ian ballad
that closes the album on an epic and mournful tone.
The various sides of Everclear fuse perhapes better than ever. Certainly the
scope of the two albums is awe-inspiring and the results are thought-inspiring.
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(Translation by/ Tradotto da Erika Sofi)
Sorprendentemente, il secondo volume della loro immaginaria colonna sonora, Song For An American Movie: Vol.2 (Capitol,
2000) e' un tributo solenne e appassionato allo stile grunge dei Nirvana e al rock dei colletti blu fondendo per questo motivo il
pathos dei ragazzini estraniati delle metropoli e quello dei lavoratori disillusi delle periferie. Il quadro e' ambizioso (cosparso di
Hardcore in All Fucked Up e di atmosfera dark nel brano strumentale enigmatico Halloween Americana) ma sincero e la band
ha del talento melodico sufficiente per riuscirci (Slide e' un motivo di disagio per il decennio passato del Brit-pop che cerca un
buon ritornello). Questo flusso melodico si sposa con un suono energico e granitico, nonche'con la successione boogie di
Misery Whip o con l'ipnotico riff Led Zeppeliniano di Babytalk (o per questo motivo la parodia di demente risonanza di Rock
Star).
La band ha appreso l'arte di cambiare in modo dinamico l'umore e l'intensita' di un brano. L'angoscia infernale di When It All
Goes Wrong e il country-rock rilassato di Out Of My Depth esplodono entrambi in ardenti riff di chitarra e grugniti agonizzanti.
E' come se i Soul Asylum iniziassero il brano e gli Husher Du lo finissero.
Tuttavia qua e la' la band permette all'umore di rilassarsi abbandonandosi a costruzioni piu' semplici, meno tese e armoniche:
The Good Witch Of The North e' una favola folk; Overwhelming una serenata dolce e amara; Song >From An American Movie
Pt 2 e' una ballata nevrotica alla Neil Young che chiude l'album con un tono epico e funereo.
I molteplici aspetti degli Everclear si mescolano forse piu'che mai. Certo, lo scopo dei due album incute timore ma i risultati
fanno riflettere.
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Welcome To The Drama Club (Eleven Seven, 2006) is an odd collection
of songs that mimic old Everclear songs, performed with a crew of newcomers
who mimic the old Everclear sound.
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(Translation by/ Tradotto da xxx)
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