Everclear
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World Of Noise, 6/10
Sparkle And Fade, 6.5/10
So Much For The Afterglow, 7/10
Songs From An American Movie: Vol 1, 6/10
Songs From An American Movie: Vol 2, 6/10
Welcome To The Drama Club (2006), 4/10
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Everclear was the project of Art Alexakis, a sincere populist, bard of the misfits, who expressed teenage angst via a mythological review of provincial life on Sparkle And Fade (1995) and especially So Much For The Afterglow (1997), the latter embellished with layers of keyboards, horns, strings and choirs. His mission peaked (morally, if not artistically) with the solemn and touching concept album Songs From An American Movie (2000), whose lush arrangements were almost symphonic.
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Art Alexakis, ragazzo di strada di Portland (nato a Los Angeles, passato per i Colorfinger di San Francisco), la cui biografia sembra un romanzo di Charles Dickens, decide di sfogare la sua rabbia esistenziale nel formato del grunge melodico che va di moda a Seattle.

L'EP Nervous And Weird (T/K, 1993), che conteneva la versione originale di Electra Made Me Blind, presenta i suoi Everclear nei panni di cugini poveri dei Nirvana, ma al tempo stesso esalta le sue doti di cantastorie dei bassifondi.

World Of Noise (T/K, 1993) segna la maturazione della musa di questo cantore degli sbandati e dei diseredati. Trust fund e soprattutto Nervous And Weird, hanno il pregio di fondere le sonorita' aspre del grunge di Seattle con quelle levigate del power-pop californiano, ma le canzoni piu' interessanti sono quelle (Your Genius Hands, Losers Make Good) in cui Alexakis sfoga la disperazione di una vita vissuta troppo in fretta. Fire Maple Song indovina la sceneggiatura piu` melodrammatica, con un inizio in sordina, quasi acustico, da folksinger dei boschi, che s'inalbera in un veemente ruggito da shouter di rhythm and blues.

Sparkle And Fade (Capitol, 1995) e` il disco che ne fa (un po' a sorpresa) delle star. Alexakis indovina infatti la melodia di Santa Monica, che li proietta in testa alle classifiche di vendita. L'album e` quasi un concept, dedicato alla vita piccoloborghese di provincia, dedicato alla falsa Summerland della loro infanzia. La ballad acustica Strawberry e quel concentrato di pathos che e` Heartspark Dollarsign sembrano pagine del diario di un suicida. I testi travalicano comunque il soggetto per abbozzare allegorie piu` profonde, quasi mitiche. Particolarmente simboliche sono le figure femminili, fatali portatrici di lutti da Queen Of The Air a Heroin Girl. Una lunga sequenza di canzoni sembra inseguire la stessa contro-eroina, una donna-ragno che obbliga l'uomo a scelte importanti da Electra Made Me Blind (che chiama direttamente in causa la tragedia greca), passando per Pale Green Stars, You Make Me Feel Like A Whore, Nehalem e per finire con Her Brand New Skin. La conclusiva My Sexual Life sembra pertanto piu` un saggio filosofico che la tragicomica riflessione che e`. Thunder Road e Sail Away rimangono invece vicine al baricentro del disco, al bisogno disperato di sfuggire il proprio fato, canzoni di viaggio che sono altrettanti aneliti di resurrezione morale. Senza le liriche di Alexakis, queste sarebbero canzoni piu` o meno banali di un genere di confine. Grazie a quelle liriche, diventano invece pezzi di cuore gettati nella grande e spietata mischia della vita.

Ulteriormente migliorata la produzione, Art Alexakis si presenta su So Much For The Afterglow (Capitol, 1997) con le carte in regola per rilevare i Nirvana dal trono dell'angoscia giovanile. Forse anche per effetto dei compensi da star che gli stanno piovendo addosso, Alexakis ha smesso di urlare come un disperato. Avvolto in confortevoli strati di tastiere, fiati, archi e cori, scodella il power-pop della title-track (riff infuocato e cadenza travolgente), la ballata di I Will Buy A New Life (organo gospel alla Band e recitazione fatalista alla Tom Petty) e lo shuffle di Everything To Everyone (tensione trattenuta alla Green Day e arrangiamento di tastiere in staccato alla Cars). Sono brani altamenti professionali in cui l'ex scugnizzo orfano di tutti trova un miracoloso compromesso fra forma (la quintessenza della moderna produzione pop) e contenuto (la depressione innalzata a religione). Anche quando il chiasso chitarristico supera i livelli di guardia, il ritornello e` lieve e suadente. Scorrono cosi` Normal Like You, Amphetamine, Like A California King, all'insegna di un rock classico ed elegante, che forse trova la via al grande pubblico cercata senza successo dagli ultimi Replacements. Why I Don't Believe In God sfodera il banjo per una parentesi nello stile di Wilco o Son Volt. Father Of Mine ricorda Santa Monica ma senza il pathos. Le potenzialita` di Alexakis come chitarrista sono ben illustrate dallo strumentale arroventato di El Distorto De Melodica. Nel complesso, il disco della maturita` di questo personaggio tormentato e forse incoerente, ma che unisce la stoffa dello "storyteller" all'astuzia della star.

With Songs From An American Movie: Vol 1 (Dreamworks, 2000), Everclear delivered a concept album that is as eclectic as a summary of popular American music, as soulful as a passionate tribute to their country and people, and often as lush as a symphony. It is obviously meant to be a definitive statement of sort, private and public, artistic and "political". Alexakis' depressed love stories pull it together and give it the cinematic quality that the Fleetwood-Mac-grade music can best exploit.
Musically, there is little that the trio does not do. Learning How To Smile is a sneering, Tom Petty-ian litany that soars in an profusion of driving orchestral sounds. AM Radio (an upbeat, festive rhythm and blues shuffle), Here We Go Again (a syncopated funk-rock a` la Spin Doctors with a horn fanfare), Now That It's Over (backwards drumming a` la Led Zeppelin's When The Levee Breaks and a propulsive chorus of distortions and strings) are not only pleasant tunes but also concentrates of stylistic experiments.
Brown Eyed Girl (that seems to mock the similarly-titled Van Morrison hit) and the jangling, romantic Wonderful are also catchy enough to keep the band solvent.
No doubt Alexakis is a skilled arranger, who has learned his craft from the likes of Brian Wilson and Phil Spector, and can turn pretty much any refrain into an epic sonic excursion. The aesthetics, though, somewhat detracts from the emotion, as most songs sound like background muzak rather than anthemic messages (wallpaper rather than reportage).
(Translation by/ Tradotto da xxx)

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Songs From An American Movie (Dreamworks, 2000) e` un concept arrangiato come una sinfonia. Le tristi storie d'amore di Alexakis lo tengono insieme e gli conferiscono la qualita' cinematografica che meglio sfrutta il sound lambiccato alla Fleetwood Mac. AM Radio, Learning How To Smile, Here We Go Again e soprattutto Wonderful sono anche orecchiabili quanto basta per far tenere solvente il gruppo.

Surprisingly, the second volume of their imaginary soundtrack, Songs From An American Movie: Vol 2 (Capitol, 2000), is a solemn and touching tribute to Nirvana-style grunge and to blue-collar rock, thereby fusing the pathos of alienated urban kids and of disillusioned suburban workers. The fresco is ambitious (sprinkled with the hardcore of All Fucked Up and the dark, cryptic instrumental Halloween Americana), but sincere, and the band is blessed with enough melodic talent to succeed (Slide is an embarassement to Brit-pop's decade-old search for a good refrain). That melodic flow is wed to a forceful, granitic sound, whether the boogie progression of Misery Whip or the hypnotic, Led Zeppelin-ian riff of Babytalk (or, for that matter, the parody in form of a demented singalong of Rock Star).
The band has mastered the art of dynamically changing the mood and the intensity of a song. Both the devilish angst of When It All Goes Wrong and the laid-back country-rock of Out Of My Depth explode in burning guitar riffs and agonizing growls. It's like having the Soul Asylum start a song and the Husker Du close it.
Elsewhere, though, the band lets the mood relax and indulges in simpler, less tense, harmonic constructions: The Good Witch Of The North is a folk fable; Overwhelming is a bittersweet serenade; and Song From An American Movie Pt 2 is a neurotic, Neil Young-ian ballad that closes the album on an epic and mournful tone.
The various sides of Everclear fuse perhapes better than ever. Certainly the scope of the two albums is awe-inspiring and the results are thought-inspiring.

(Translation by/ Tradotto da Erika Sofi)

Sorprendentemente, il secondo volume della loro immaginaria colonna sonora, Song For An American Movie: Vol.2 (Capitol, 2000) e' un tributo solenne e appassionato allo stile grunge dei Nirvana e al rock dei colletti blu fondendo per questo motivo il pathos dei ragazzini estraniati delle metropoli e quello dei lavoratori disillusi delle periferie. Il quadro e' ambizioso (cosparso di Hardcore in All Fucked Up e di atmosfera dark nel brano strumentale enigmatico Halloween Americana) ma sincero e la band ha del talento melodico sufficiente per riuscirci (Slide e' un motivo di disagio per il decennio passato del Brit-pop che cerca un buon ritornello). Questo flusso melodico si sposa con un suono energico e granitico, nonche'con la successione boogie di Misery Whip o con l'ipnotico riff Led Zeppeliniano di Babytalk (o per questo motivo la parodia di demente risonanza di Rock Star). La band ha appreso l'arte di cambiare in modo dinamico l'umore e l'intensita' di un brano. L'angoscia infernale di When It All Goes Wrong e il country-rock rilassato di Out Of My Depth esplodono entrambi in ardenti riff di chitarra e grugniti agonizzanti. E' come se i Soul Asylum iniziassero il brano e gli Husher Du lo finissero. Tuttavia qua e la' la band permette all'umore di rilassarsi abbandonandosi a costruzioni piu' semplici, meno tese e armoniche: The Good Witch Of The North e' una favola folk; Overwhelming una serenata dolce e amara; Song >From An American Movie Pt 2 e' una ballata nevrotica alla Neil Young che chiude l'album con un tono epico e funereo. I molteplici aspetti degli Everclear si mescolano forse piu'che mai. Certo, lo scopo dei due album incute timore ma i risultati fanno riflettere.

Welcome To The Drama Club (Eleven Seven, 2006) is an odd collection of songs that mimic old Everclear songs, performed with a crew of newcomers who mimic the old Everclear sound. (Translation by/ Tradotto da xxx)

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