fIREHOSE
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Dos , 6.5/10
Ragin' Full On , 7/10
if'n , 6.5/10
fROMOHIO , 6/10
Flyin' The Flannel , 6/10
Mr Machinery Operator , 6.5/10
Dos: Justamente Tres , 5/10
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La spettacolare carriera dei Minutemen si schianto` la notte di natale 1985, quando mori` Dennes Boon. Il bassista Mike Watt, che era in fondo la struttura portante del sound, rimase comunque sulle scene e dimostro` anzi una vitalita` sorprendente.

La sua prima mossa fu quella di formare con sua moglie Kira Roessler (ex bassista dei Black Flag) il primo complesso per soli bassi della storia della musica, i Dos. Dos (New Alliance, 1986) rappresenta uno dei tentativi piu` geniali e originali di rifondare il rock strumentale, lontano quanto lo puo` essere dall'hardcore (ma anche dagli esperimenti del free jazz): il duetto fra due bassi puo` servire a dar voce a due protagonisti di un dialogo immaginario (The Rabbit And The Porcupine, The Fisherman And His Wife), a immortalare una scena in maniera impressionista (Slow Little Turtle), o ad animare un bozzetto narrativo (Forever). Poco funk e quasi folk, per nulla rock e ancor meno jazz, l'opera e` una delle piu` insolite della storia del rock.

Nel frattempo Watt e il batterista George Hurley avevano reclutato il giovane cantante Ed Crawford (dopo aver scartato Joe Baiza), e, conservando la struttura dei Minutemen, avevano dato vita ai fIREHOSE.

Benche' sei canzoni siano firmate dalla coppia Watt-Roessler, il padrone del primo album, Ragin' Full On (SST, 1986), e` proprio il nuovo arrivato, che detta un nuovo stile, meno sperimentale e piu` commerciale. Crooner in un registro che combina il meglio di Stipe e di Sting con una personale comunicativita` da intrattenitore di cocktail lounge (capace tanto del recitato e del declamato quanto di un fraseggio antiquato, alla Frank Sinatra), chitarrista agilissimo in un gergo derivato piu` dal folkrock che dall'hardcore (e con qualche inflessione alla Neil Young), Crawford sfrutta l'imprevedibile macchina del ritmo dei Minutemen (gli spericolati cambi di tempo, le linee jazz-funky) per confezionare canzoni eclettiche e dinamiche che si addicono anche al pubblico medio come Brave Captain (il singolo che li rese famosi) e The Candle And The Flame.
In questi brani (entrambi scritti da Watt e Crawford) conta soprattutto la tensione drammatica che gli interventi dei vari strumenti riescono a creare. Ma in altri (soprattutto Choose Any Memory di Crawford, con piu` che un semplice accenno di Byrds) a regnare e` anche la melodia.
In Chemical Wire (Watt) l'intero show e` di fatto affidato alle scariche assordanti, ai sibili atonali e ai singhiozzi rock and roll delle chitarre, ma anche alle pause improvvise che ne spezzano l'impeto. Che questo sia sostanzialmente un blues e` dimostrato da On Your Knees (Crawford), sia pur con il suo andamento psicotico, prima tutto in sordina e poi in crescendo apocalittico. L'effetto e` fortemente psichedelico, e brani come Locked In (Roessler/Watt), con il suo trascinante strimpellio e il crooning stralunato, ricordano persino le ballate "irregolari" di Barrett, mentre Things Could Turn Around e` una ballata country dell'era hippie.
Sono canzoni che non sarebbero potute scaturire dalla pena e dalla bocca di Boon, ma conservano la propensione per strutture anomale, in cui ritornello, coro e intermezzo strumentale possono comparire in qualsiasi ordine; e la forma concisa ed essenziale (sedici i brani, durata media intorno ai due minuti). Era questo il fascino segreto degli "spiel" dei Minutemen.

if'n (SST, 1987) e` ancor meno hardcore e ancor meno sperimentale. Se il gruppo eccelle ancora nei rock and roll "arrabbiati" (Anger) e negli "spiel" alla Minutemen (ovvero dallo schema irregolare, come Making The Freeway), la maggioranza del materiale (e quello di Crawford costituisce il meglio) vive in un limbo di incertezze stilistiche, ora piu` o meno acidrock (Soon) e ora piu` o meno country-rock (Sometimes), ora piu` o meno folkrock (Windmilling) e ora piu` o meno blues (Honey Please). Le ballate In Memory Of Elizabeth Cotton e For The Singer Of REM tradiscono tentazioni sempre piu` commerciali.
Nell'insieme il disco e` incostante e scarsamente innovativo. Il pregio dei fIREHOSE sta soprattutto nel prendere questi generi e ridurli a un minimo comun denominatore, spolpandoli delle loro sovrastrutture e innestando soltanto il succo del loro codice musicale sul ceppo dei loro spiel. Quest'arte di schizzi, di figure abbozzate, di frammenti incompiuti, di brutte copie mai messe in bella, si traduce in un sound ibrido che esalta cadenze funky e filastrocche (e minimizza i ritornelli) per mancanza di meglio.

fROMOHIO (SST, 1989) conferma la progressione verso un sound sempre piu` accessibile, oscillando prevalentemente negli intorni della musica folk (Riddle Of The Eighties, Softest Hammer, Liberty For Our Friend e soprattutto What Gets Heard) sempre con la stessa ambigua nonchalance. Watt, che cede a Crawford soltanto tre brani (non a caso i tre piu` "radiofonici": il limpido funk di Time With You, la frenetica danza sudamericana In My Mind, l'arioso folkrock di Understanding), ha ripreso saldamente il controllo delle operazioni. Quel tanto di eccentrico e irrispettoso che rimane delle sue origini punk tiene in vita le armonie dei fIREHOSE.

Nello stesso anno Watt e Hurley accompagnarono Elliot Sharp nei Bootstrappers (New Alliance, 1989).

Il prodotto e` comunque maturo per il mercato di massa, e Flyin' The Flannel (Columbia, 1991) prova a vendere il rock and roll frenetico di Down With The Bass e di O'er The Town Of Pedro, il boogie sudista della title-track, il blues elettrico di The First Cuss. Gli spiel surreali di Anti-Misogyny Mameuver e Epoxy For Example sono le uniche composizioni nello stile composito e fantasioso degli esordi, la prima venata di accenti latini, la seconda di funky "acido". Tutti questi brani (i migliori) sono scritti da Watt. Crawford pennella Can't Believe e Too Long, due ballate psichedeliche. Il disco apre una nuova stagione, certamente piu` "adulta" delle ultime due opere, benche' ancora ipocritamente ambigua rispetto ai Minutemen.

Watt (che rimane il compositore e lo strumentista principale del gruppo) prosegue intanto i suoi esperimenti: nel 1992 incide un singolo in duo con la moglie (per la Ecstatic Peace) e un altro (per la stessa etichetta) con gli Happy Sperms (ovvero quasi tutti i Sonic Youth). Intanto e` stato pubblicato l'EP Totem Pole (Sony), con What Gets Heard e Makin' The Freeway.

Il grande disco che era nell'aria da sette anni esce finalmente nel 1993: Mr Machinery Operator (Columbia) corona la loro ricerca di un sound personale, e riesce finalmente a lasciarsi alle spalle lo spettro di Boon. L'album contiene quattordici brani, come sempre molti; ma in realta` la durata media e` salita nettamente, tant'e` che ben dieci superano i tre minuti e uno, la litania alla REM di Witness, supera i cinque. Da Formal Introduction, che apre in maniera solenne questa sorta di rock opera, a Cliffs Thrown Down, che la chiude alla Dinosaur Jr, passando per il funk vibrante di Hell-Hole, la ballata profetica Herded Into Pools, la fulminante Blaze e il grunge Rocket Sled, si tratta del loro lavoro meglio congegnato e prodotto (anche se non necessariamente delle loro migliori canzoni). A dominare il disco e` Watt, con il suo funambolico virtuosismo strumentale, ma Crawford riesce a far notare il suo registro flessibile, capace anche in qualche punto di emulare il crooning di Nashville. E Watt dara` infatti vita a una rigogliosa carriera solista.

I fIREHOSE non hanno piu` nulla a che vedere con l'hardcore, ma sono emblematici come da quelle premesse cosi` anguste sia stato possibile costruire una nuova forma di canzone rock.

Mike Watt ha poi avviato la propria carriera solista.

Watt riprendera` poi il progetto Dos per Justamente Tres (Kill Rock Stars, 1996), forse troppo intellettuale.

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