L'idea di suonare una musica che fondesse funk, pop, ska, rock, soul, metal,
jazz e punk venne a un gruppo di ragazzi di colore del ghetto nero di
Los Angeles. I Fishbone si formarono nel 1979, anche se cambiarono nome un
paio di volte, e inventarono un genere di grande successo e di grande
originalita`. Purtroppo non si spinsero molto al di la` dell'invenzione
(il loro stile umoristico si riallaccia direttamente, lungo un arco di
trent'anni, con le novely dei Coasters),
e raramente dimostrarono il genio del grande musicista. Ma le rivoluzioni
nascono spesso da idee semplici. La loro cambio` di fatto
la geografia musicale della musica popolare degli anni '80 e '90.
Il chitarrista Kendall Jones (principale compositore), il
bassista John Norwood Fisher (emulo di Billy Bass, Funkadelic),
il batterista Philip "Fish" Fisher (un virtuoso che puo` competere con i grandi
del jazz) e Christopher Gordon Dowd alle tastiere e al trombone (principale
arrangiatore), coadiuvato da Walter Kibby ai fiati, sono i perni attorno a cui
ruota il composito e camaleontico sound del complesso.
Il frenetico, esuberante, strabordante EP Fishbone (Columbia, 1985)
rimane una pietra miliare di questo genere
di musica nera per adolescenti bianchi.
Lo spirito e` quello dei Madness, la realizzazione
e` una serie spudorata di citazioni.
La poderosissima cadenza ska della sezione ritmica fornisce l'ossatura
di tutti i brani, ma ciascuno vi innesta sopra un festival di trovate
comiche e al tempo stesso orecchiabili.
Comincia Ugly, con un organetto surf, una melodia alla Chuck Berry, un
trombone rhythm and blues e un ritornello scemo; segue
Another Generation, una fanfara esuberante che incorpora passi di ballo
degli anni ruggenti e inflessioni da cabaret in un raffinato contesto armonico;
conclude Lyin' Ass Bitch, un reggae da cartone animato.
Di gag in gag si giunge a Party At Ground Zero, la sciocchezza monumentale
del disco e forse tuttora il capolavoro del gruppo: la prima parte, strumentale,
lanciata da un motivetto da colonna sonora eseguito alla chitarra e
raddoppiato dai fiati, sfoggia assoli soul di tastiere e heavymetal di chitarra,
cori spiritual, fanfare scatenate alla New Orleans e cosi` via; la seconda
parte, condotta da un coro demenziale, continua di travestimento in
travestimento senza concedere tregua, sempre incalzata da una cadenza
irresistibile.
Album dal suono molto meno creativo e spiritoso,
In Your Face (Columbia, 1986) suona
stanco e ripetitivo.
Una maggior presenza del sassofonista e cantante Angelo Moore in
fase di composizione non basta ad attenuare la delusione.
Fra tanti brani concepiti come sottofondo funk per ballare in discoteca
(When Problems Arise), fra zoppicanti e pallide copie dei loro
ska ipercinetici (A Selection, Give It Up), si salvano soltanto i numeri
che ripescano musiche d'epoca (Cholly, Simon Says The Kingpin), anche se
erano intesi come l'eccezione e non la regola.
Tutto sommato fu
meglio l'EP natalizio del 1987, It's A Wonderful Life,
che e` l'apice del loro umorismo blasfemo (ma innocuo) con satire di
Babbo Natale come Slick Nick You Devil You e Just Call Me Scrooge.
Il complesso sa ancora scrivere inni demenziali, e lo dimostra nella
scalmanata title-track.
Incapaci di reggere la distanza dell'album, i Fishbone inciampano
anche in Truth And Soul (ColumbiA, 1988). Nonostante un esagitato
ballo caraibico come Ma And Pa e una gag etnica alla Camper Van Beethoven come
Slow Bus Movin',
l'album e` ancora inficiato da "ballad" lente e stucchevoli
e da fanfare come Ghetto Soundwave e
Bonin' In The Boneyard che hanno perso la verve di un tempo.
Nelle "eccezioni" di turno, i Fishbone rivelano un alter ego come combo di
soul-rock che imita i Was (il pandemonio heavymetal di Mighty Long Way)
o Zappa (la farsa di Subliminal Fascism).
Il gruppo si ritiro` dalle scene per qualche anno lasciando che il mercato
digerisse un paio di EP che riciclavano vecchio materiale.
I Fishbone rientrarono alla grande con il monumentale
Reality Of My Surroundings (Columbia, 1991),
un doppio ambizioso che allinea anche
John Bigham alla chitarra e alle tastiere. L'opera e` una summa del loro
stile poliglotta, dall'inno heavymetal di Fight The Youth al "parlato"
della Junkies Prayer, dal rock progressivo alla Rush di
Sunless Sunday allo shuffle travolgente alla Sly Stone di Everyday Sunshine.
I brani piu` concettuali sono anche quelli che portano piu` profondo il
marchio dell'"hard-funky" di Clinton: Behavior Control Technician e
So Many Millions.
Il sound e`, in generale, duro e compatto, senza che cio`
sminuisca il vero talento del combo: quello di fondere liberamente e in
misture sempre diverse le bande marcianti di New Orleans, le orchestrine ska,
i gruppi doo-wop, il gospel, lo spiritual, il soul, il funk.
E` in questo funambolismo stilistico che ha modo di risaltare il virtuosismo
dei singoli strumentisti. Quello di Fish alla batteria, in particolare,
e` un vero tour de force, uno show di gran classe, che funge da colla per
questo mosaico disgregato di spunti. Altrettanto catalizzante e` il timbro
profondo del basso di Fisher, le cui dita trapanano selvaggiamente le corde
dello strumento.
Il lato comico dell'operazione (quando il gruppo smette di prendersi sul serio)
e` anche quello piu` godibile, dal musichall frastornante alla Zappa di
Pray To The Junkiemaker e Naz-tee May'en alle
novelty d'altri tempi di Housework e Pressure.
Con questo disco i Fishbone hanno iniettato nuova linfa nel genere che avevano
inventato e hanno rimediato alla carenza di classici del loro repertorio.
Un'orrenda produzione trasforma invece il successivo
Give A Monkey A Brain (Columbia, 1993),
con Jones relegato in secondo piano, in un disco di hardrock ottuso.
Il singolo Swim apre la nuova era, in cui l'energia e` tutta al
servizio dell'armonia (potrebbe essere un hit di heavy metal),
invece che viceversa, e soltanto
Lemon Meringue,
No Fear e Drunk Skitzo conservano scampoli del genio passato.
Chim Chim's Badass Revenge (Rowdy, 1996) e` forse il loro album
piu` sperimentale, anche se non certo il migliore. E` una sorta di concept,
amaro e pessimista, sulla schiavitu` moderna (nei confronti del grande
capitale). Il tono "noir" e` stabilito da
Chim Chim's Badass Revenge, e approfondito negli inni
reggae-punk In The Cube e Alcoholic.
Ballate jazzate come Beergut e soul come Psychologically Overcast
perfezionano l'atmosfera, anche se poi l'album affoga in brani lenti e confusi
come la fanfara reggae-blues Sourpuss e i dieci minuti rhythm and blues
di Nutmeg.
Incerti fino alla fine se diventare i Chicago del dopo-punk o i Camper Van Beethoven
della musica nera, i Queen del funk o i Clinton dell'heavymetal, i Fishbone
non sono riusciti a mettere a frutto un'intuizione preveggente. Forse, per
inseguire le mode e per accontentare gli intellettuali neri, sono
sempre rifuggiti da quella che e` la loro vera missione: il divertimento
spensierato.
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A mild and satirical approach to funk-ska-soul-rock fusion was propounded
by Fishbone. The best document of their
frantic, exuberant, exhilarating style was their debut EP,
Fishbone (1985). Fishbone continued a tradition that dated as far back
as the Coasters and had survived via Madness. That party music modeled after
high-school pranks grew into an art form on Truth And Soul (1988)
and achieved a formidable synthesis of ancient and modern, of white and black,
of "low" and "high" art, on Reality Of My Surroundings (1991), an
album that was both ambitious and amusing.
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
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