Due chitarre e una batteria possono fare un complesso di musica rock?
Per la dimostrazione ascoltare (con attenzione) il disco dei Flap, una delle
opere piu' spudorate e sbrigliate dai tempi dei primi Violent Femmes.
E' da un po' di anni che la scena alternativa della Georgia produce gruppi
sui generis (Bad Egg Salad, Magnapop, Dirt, Mount Shasta), tanto difficili
da catalogare che vengono subito abbandonati dai discografici.
I Flap fanno onore a questa tradizione di iconoclasti con un disco
come Pal (Half Baked, 1994)
divertentissimo, originalissimo e suonato con una tecnica alle chitarre
semplicemente superlativa. Attenzione pero' che qui si parla di chitarre
acustiche, un po' scordate, ma sempre acustiche. I Beat Happening sono degli
smaliziati professionisti al confronto del duo super-spartano che guida i Flap;
ma i loro duetti sono avvicenti come un numero di flamenco (fra le righe del
latrato di Heartrate Elevator o nel magistrale concerto per stecche di
Thunderpants), le loro novelty strumentali ([Pud'N Hip]) sposano la filosofia
infantile dei Pianosaurus e quella demenziale di Zappa,
le loro trovate armoniche (quel cataclisma funky di Toys R Loaded Shotguns,
la bossanova in punta di piedi di Trying Flapese, quella sorta di vaudeville
sgangherato di Niagara)
si librano con la leggerezza della fantasia pura e spontanea dei geni.
Culmine del loro surrealismo paesano
sono forse gli otto minuti di serena e svagata meditazione di Floater,
come se John Fahey si fosse unito ai Violent Femmes.
Sempre con quel piglio stonato e fracassone; ma non ilare, anzi piuttosto
sussiegoso.
Ogni numero e' diverso dagli altri e insieme costituiscono una giostra
dell'inverosimile.
|
If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me.
|