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Ben Folds, proveniente dalla North Carolina,
e` un virtuoso delle tastiere dotato di un registro vocale
non lontano da quello di Elton John. Il piglio delle sue sarabande e` pero`
quello di Todd Rundgren.
Ben Folds Five (Passenger, 1995) e` ancora infervorato di spirito
punk. Il trio (non quintetto) e` quello dei Nice e Ben Folds a
tratti imita le improvvisazioni jazzate di Keith Emerson. Ma il piu` delle
volte la sua attenzione e` per la melodia e il ritmo, riesumati
nell'accezione piu` convenzionale della musica leggera degli anni '50.
Esuberanza e ottimismo lo differenziano nettamente dalla scuola di
Chapel Hill, e lo avvicinano semmai ai DB's. Il disco fa perno su quattro
grandi ballate:
Philosophy,
Where's Summer B,
Best Imitation Of Myself e
Underground.
La sezione ritmica di Robert Sledge e Darren Jessee tengono un ritmo
in staccato, da musichall, che spesso ricorda i Queen.
La somiglianza con Todd Rundgren e` al tempo stesso imbarazzante e lodevole.
Whatever And Ever Amen (Sony, 1997) e` un disco un po' schizofrenico,
che da un lato si concede licenze progressive-rock ancor piu` audaci,
e dall'altro smussa gli spigoli e accentua il melodismo.
Da un lato ci sono
le ondate swing, pattern minimalisti e progressioni incalzanti di
One Angry Dwarf And 200 Solemn Faces, per non parlare della
gloriosa fuga ragtime nel mezzo di Song For The Dumped,
dall'altro ballate melliflue e swinganti come
Selfless, Cold and Composed
e le armonie vocali degli Yes che dilagano in Fair e
Battle Of Who Could Care Less.
L'hit e` Brick, una ballata che inizia come una romanza new age e
s'inalbera in un lamento alla Billy Joel, e
che li afferma fra le star del momento, ma il capolavoro e` semmai
Song For The Dumped, un brano aggressivo
che ricorda le splendide esternazioni dell'esordio.
Nella tradizione di Rundgren, i brani seri sono intervallati da scherzi
vaudeville (Kate), valzer (Smoke) e
jump blues (Steven's Last Night in Town ).
Naked Baby Pictures (Caroline, 1998), una raccolta di inediti e
rarita`, e` soltanto una speculazione commerciale.
The Unauthorized Biography Of Reinhold Messner (Sony, 1999) comincia
alla grande, con Narcolepsy, all'incrocio fra un
coretto doo-wop alla Frank Zappa
e un'agonia dei Nirvana, e prosegue nel segno del pop con il singolo
Army e una solenne Regrets alla Jim Steinman.
Hospital Song mette in mostra il solito virtuosismo,
Redneck Past il solito humour cialtrone, e
Don't Change Your Plans i soliti arrangiamenti sinfonici.
All'inizio non era chiaro se questo pianista di provincia era destinato a
diventare il nuovo Keith Emerson o voleva soltanto un posticino nella
schiera dei tanti Bacharach, Mc Cartney, Elton John e Billy Joel.
Con gli ultimi dischi Folds ha chiarito il dilemma.
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