Friends Of Dean Martinez
(Copyright © 1999 Piero Scaruffi | Legal restrictions - Termini d'uso )
The Shadow Of Your Smile, 7/10
Retrograde, 5/10
Atardecer , 6/10
A Place In The Sun , 6/10
Wichita Lineman , 5/10
On the Shore , 5/10
Random Harvest (2004), 6.5/10
Lost Horizon (2005), 6.5/10
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Joey Burns and John Convertino of Calexico highlighted the melancholy country and blues meditations of The Shadow Of Your Smile (1995), by the Friends Of Dean Martinez, a work centered on the atmospheric picking of Naked Prey's guitarist Bill Elm.
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Friends Of Dean Martinez e' un gruppo di Tucson che esegue una malinconica musica strumentale radicata nel country e nel blues, ma contaminata da ogni sorta di sonorita' eccentriche.

L'album di debutto, The Shadow Of Your Smile (Subpop, 1995), e` registrato da un supergruppo formato da meta` dei Giant Sand, ovvero la sezione ritmica di Joey Burns e John Convertino, e meta` degli ex Naked Prey, ovvero Van Christian, Tom Larkins e il chitarrista Bill Elm. Burns compone gran parte del materiale, ma e` il suono della chitarra di Elm, che ricorda i Santo & Johnny e l'exotica, a suggellare le atmosfere noir e di deserto del disco. Il disco sembra semplicemente un ennesimo caso di revival del kitsch degli anni '50, con quei tempi da balera e quei passi esotici ben mimetizzati dentro le melodie piu' sfacciate. Poi viene a galla uno stile un po' trasandato e goliardo, che fa pensare a un incrocio fra Duan Eddy e Jonathan Richman. Il passo successivo consiste nel portare in primo piano le bizzarrie armoniche. Questa logica della stratificazione dei significati spiega come si passi dalla colonna sonora western di All The Pretty Horses e dal tema notturno da cocktail lounge di Given The Time al ballo messicano di El Tiradito e al valzerone mediterraneo di Per Sempre, e si finisca nella suspense violenta di Chunder e nel deliquio psichedelico di Armory Park.

Bill Elm liquida Burns e Conventino e si trasferisce a Los Angeles con il chitarrista Woody Jackson. Compaiono comunque ancora tutti su Retrograde (SubPop, 1997), con l'aggiunta anzi di due ospiti d'onore del calibro di Chris Cacavas (tastiere, ex Green On Red) e Ralph Carney (fiati). La fisionomia dei loro strumentali non e` cambiata di molto. Dominano sempre il lento alla Santo & Johnny (appena jazzato da una tromba su Fresca) e il tex-mex (ma trasformato dalla fisarmonica in lamento innamorato su Cabeza De Mojado). L'aria cantabile di False Serpentine Confession e` forse l'imitazione piu` oleografica degli anni '60. Ma il brano che vale la spesa del disco e` Nile Blues, che procede da un pigro soul-jazz di cocktail lounge a un epico crescendo psichedelico alla Pink Floyd. Il disco precedente aveva piacevolmente sorpreso per la capacita` di fondere surf, jazz, tex-mex e cosa non altro. Questa volta lo stile dei brani tende ad essere monovalente. Troppe cover, forse.

Released after Bill Elm's relocation to Austin, Atardecer (Knitting Factory, 1999) features a different line-up and marks a slight departure from their original sound. The all-instrumental tour de force is more pictorial in nature, still atmospheric and nostalgic in the kitschy Santo & Johnny tradition but also spacey and ambient in a way that transcends psychedelia. Elm's steel guitar leads the listener into a journey through his favorite sunny, dusty, empty environments, and it is a gentler ride, imbued with country flavors, while moog, harmonium, theremin, organ paint Elm's desert with colors that belong to supermarket and airport muzak, and only mildly cacophonous (Quickening) or psychedelic (Ethchlorvynol) or exotic ("Coppertone"). While absorbing bossanova (Otra Vez) and flamenco (Casa Mia), Elm's "desert lounge" is approaching the seriousness of chamber music.

A Place In The Sun (Knitting Factory, 2000), the soundtrack for the silent German movie "Cabinet of Dr. Caligari", indulges in spanish/mexican overtones (Siempre Que, Pistola Agua) and in the usual lounge atmosphere (Nothing at All), but also features more romantic moments (the rainy melancholia of When You're Gone, the tender and haunted Aluminium). The nine-minute A Place In The Sun sounds even more relaxed than past Elm efforts, like psychedelic music played in the desert under a very hot sun. The usual arsenal of theramin, harmonium, piano and steel guitar is used to create an eerie sound that contrasts with the stark, expressionistic, nightmarish score composed for the same movie by the Clubfoot Orchestra or with the cerebral soundtracks of Rachel's. The album's best track, though, may well be keyboardist Graham Reynolds' chamber composition, Broken Bell, that features a string quartet.

Wichita Lineman (Glitterhouse, 2001) is Elm's show and not a particularly original one. Elm is obsessed by his own baroque sound (Alternate Theme, Main Theme).

On the Shore (Narnack, 2003) is a double-disc album that collects rare material.

The rarified atmosphere of Random Harvest (Narnack, 2004) is the culmination of Bill Elm's program. His combo outdoes Calexico in rhyming with the sound of the dust blowing in the desert or with the sound of the hot water whirling inside a twister. The nine-minute ethnic malestrom Dusk is a documentary, not a song. Sleepy ballads such as Random Harvest, The Winter Palace, Why Does My Heart Go on Beating?, Nowhere to Go update David Crosby's If I Could Only Remember My Name to the estranged weltanschaung of the new century, while the majestic Lost Horizon gives meaning to the meaningless.

Lost Horizon (Aero Recordings, 2005) continues the atmospheric program of its predecessor through majestic slocore poems such as Somewhere Over the Waves and All in the Golden Afternoon. These two albums probably mark Bill Elm's artistic peak.

(Translation by/ Tradotto da Daniele Meneghel)

Pubblicato dopo il trasferimento di Bill Elm ad Austin, Atardecer (Knitting Factory, 1999) presenta una line-up diversa e segna un lieve allontanamento dal loro sound originale. Il tour de force tutto strumentale è più pittorico nella sua natura, ancora atmosferico e nostalgico nella tradizione kitschy Santo & Johnny, ma anche strafatto e ambientale in un modo che trascende la psichedelia. La chitarra hawaiana di Elm conduce l’ascoltatore in un viaggio attraverso i suoi soleggiati, polverosi e vuoti ambienti preferiti, ed è una cavalcata più gentile, impregnata di sapori di campagna, mentre il moog, l’armonium, il theremin e l’organo dipingono il deserto di Elm con colori che appartengono alla musica di sottofondo del supermarket e dell’aeroporto, e solo leggermente cacofonici (Quickening) o psichedelici (Ethchlorvynol) o esotici (Coppertone). Mentre assorbendo la bossanova (Otra Vez) e il flamenco (Casa Mia), la "desert lounge" di Elm si avvicina alla seriosità della musica da camera.

A Place In The Sun (Knitting Factory, 2000), la colonna sonora per il film muto tedesco "Il Gabinetto Del Dottor Caligari", si lascia andare a sfumature ispanico/messicane (Siempre Que, Pistola Agua) e nella solita atmosfera lounge (Nothing at All), ma presenta anche più momenti romantici (la malinconia piovosa di When You’re Gone, la tenera e stregata Aluminium). Il pezzo di nove minuti A Place In The Sun suona persino più rilassato rispetto ai passati sforzai di Elm, come musica psichedelica suonata nel deserto sotto un sole cocente. Il solito arsenale di theremin, armonium, piano e chitarra hawaiana è utilizzato per creare un suono lugubre che contrasta con la desolata, espressionistica e da incubo, colonna sonora composta per lo stesso film dalla Clubfoot Orchestra o con le soundtrack cerebrali di Rachel's. Anche se la miglior canzone dell’album può essere benissimo la composizione da camera del tastierista Graham Reynolds, Broken Bell, che presenta un quartetto d’archi.

Wichita Lineman (Glitterhouse, 2001) è uno show di Elm, e neanche particolarmente originale. Elm è ossessionato dal suo stesso suono barocco (Alternate Theme, Main Theme).

On the Shore (Narnack, 2003) è un doppio album che raccoglie materiale raro.

L’atmosfera rarefatta di Random Harvest (Narnack, 2004) è il culmine del programma di Bill Elm. Il suo combo supera i Calexico nel fare rima con il suono della polvere che soffia nel deserto o con il suono dell’acqua calda che turbina dentro un tornado. Il vortice etnico di nove minuti Dusk è un documentario, non una canzone. Ballate assonnate come Random Harvest, The Winter Palace, Why Does My Heart Go on Beating?, Nowhere to Go aggiornano If I Could Only Remember My Name di David Crosby ad una alienata weltanschaung del nuovo secolo, mentre la maestosa Lost Horizon dà significato all’insignificante.

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