Summary.
June Of 44, a sort of supergroup comprising Rodan's guitarist Jeff Mueller, Sonora Pine's guitarist Sean Meadows, Codeine's drummer and keyboardist Doug Scharin, and bassist and trumpet player Fred Erskine, summarized the aesthetics and ethos of post-rock. Engine Takes To The Water (1995) signaled the evolution of "slo-core" towards a coldly neurotic form, which achieved a hypnotic and catatonic tone, besides a classic austerity, on the mini-album Tropics And Meridians (1996). Sustained by abrasive and inconclusive guitar doodling, mutant rhythm and off-key counterpoint of violin and trumpet, Four Great Points (1998) metabolized dub, raga, jazz, pop in a theater of calculated gestures.
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Jeff Mueller era uno dei chitarristi dei Rodan,
prima dello scisma che ne causo` la fine. Unitosi all'altro chitarrista
Sean Meadows (che suona anche nei Sonora Pine), al
bassista Fred Erskine e al batterista Doug Scharin
(ex Codeine, anche nei Rex e negli Him),
diede vita ai June Of 44.
Il risultato della contaminazione fra sorgenti cosi` diverse di idee,
Engine Takes To The Water (Quarterstick, 1995), e` uno
"slowcore" ragionato, concettuale come nella scuola di
Slint
e Bitch Magnet,
ma anche fruibile nell'accezione dei
Codeine.
Cosi` Have A Safe Trip Dear si apre con una sequenza di accordi sparuti
e impiega quasi cinque minuti a prendere forma (e velocita').
In I Get My Kicks For You si aspetta invano che succeda qualcosa: la
lunga e snervante sequenza di accordi staccati finisce in una sgraziatissima
distorsione, senza che nel brano sia successo nulla. Anche nel formato piu`
rock di June Miller e Mindel il gruppo rimane sempre
ancorato a uno stile sbilencho e sgangherato.
E invece all'improvviso Mooch si apre sui rintocchi di una melodia
chitarristica e Sink Is Busted si concede un'armonia rilassata, segno che
forse stiamo assistendo alla nascita di un nuovo stile di decostruzione pop.
Le ricette strumentali dei June Of 44 sono originali, imprevedibili e quasi
sempre suggestive. Cio` che manca al gruppo e` forse un cantante che non si
limiti a chiacchierare.
Fra le novita` degne di nota del mini-album
Tropics And Meridians (Quarterstick, 1996)
forse un rumore piu` granitico
nella lunga jam di Anisette (nove minuti), l'ipnotica giungla di accordi
mantra-psichedelici dello strumentale Lawn Bowler (sette minuti), il bisbiglio
blues ultra-catatonico di Arms Over Arteries (sei minuti). Questo viaggio
nelle viscere dello spazio sonoro finisce in grande stile con il dub dissonante
di The Trees That They Once Lived In
(ribattezzato in seguito Sanctioned In A Birdcage), fra bailamme di chitarre e una predica
invasata. Il tutto ha un portamento quasi classico, misurato e certosino.
La loro canzone e` una struttura aperta, percossa da nevrosi subliminali,
eccitata da scosse emotive intermittenti, dilaniata da angosce sotterranee,
puntellata da suoni discontinui.
Il loro metodo consiste in un coerente accumulo di conflitti armonici.
Il cantante rimane un declamatore altisonante, ma poco duttile, e tutto
sommato il punto debole di questa formazione strumentalmente ineccepibile.
Dopo l'eccellente debutto di Engine Takes To The Water e l'ancor piu`
eccellente Tropics And Meridians, il gruppo di Jeff Mueller
scodella un EP ancora di elevatissimo livello,
Anatomy Of Sharks (Quarterstick, 1997), che contiene gli "scarti"
delle sessioni dell'album. Ma si tratta di scarti d'eccezione:
Sharks And Sailors (undici
minuti) caracolla sospinto da urla psicotiche, da toni spigolosi di chitarra e
da una percussivita` ipnotica (gli Shellac in una giornata di cattivo umore);
Steamer non e` da meno in fatto di sincopi, strilli e dissonanze;
Boom e` un titolo onomatopeico, in quanto il brano e` effettivamente
strutturato attorno a un "boom" che si ripete per cinque minuti e che viene
travolto da un carnevale esotico di percussioni, trombe e sonagli.
Jeff Mueller e` anche attivo, con Jason Noble dei Rachel's, negli
Shipping News.
Difficile resistere al fascino dell'assoluto, e
Four Great Points (Quarterstick, 1998)
rende ancor piu` ardua l'impresa.
Of Information And Belief e` tipica del modo in cui l'armonia viene
organizzata poco alla volta, partendo da un caos pigro di accordi, usando la
struttura robusta del brano rock a mo' di impalcatura
(e in questo caso anche un arrangiamento classicheggiante di violino).
La classicita` della loro sperimentazione e` ancor piu` evidente su
The Dexterity Of Luck, sei minuti di delirio su un'incalzante base ritmica
che fonde dub giamaicano e raga persiano.
L'atmosfera malinconica di Air #17, imbastita da un duetto fra macchina da
scrivere e tromba, si protrae per sofferti e intricati contrappunti fra tromba
e chitarre.
Sono brani che non concedono tregua per sei/sette minuti, alla continua ricerca
di maggiore perfezione formale.
Il lato frivolo dell'operazione e` invece rappresentato da canzoni rock come
Cut Your Face, che si affidano all'etica del rumore di Jesus Lizard e affini:
compattezza, nervosismo controllato, timbriche ostiche, canto tragico.
Does Your Heartbeat Slower e` forse la cosa piu` leggera che abbiano mai
composto, una variante dissonante del boogie colloquiale di Lou Reed.
Shadow Pugilist ripete la stessa imitazione di Reed, ma a velocita` dimezzata
e con un cromatismo vertiginoso di accordi di chitarra.
Persino comica la parentesi dadaista del secondo strumentale,
Lifted Bells,
fra cadenza robotica e fanfare di sirene.
Lo strumentale Doomsday e` la loro versione del trip-hop, due ordini di
grandezza sopra quella dei Portishead, un ciclo continuo di riverberi e di
tintinnii.
Nulla e` casuale in questa musica, ogni accordo e` calcolato per proseguire
la logica del discorso e per garantire il massimo di efficacia.
Sospetto che Bach avrebbe amato i June Of 44.
Il quartetto rappresenta quanto di meglio possa offrire oggi il rock in
fatto strumentale, e forse corona l'ascesa della scuola del Kentucky (quella
di Squirrel Bait e Slint, per intenderci) ai vertici della musica contemporanea.
I June Of 44 scodellano con crescente disinvoltura le loro ostiche elucubrazioni
sonore, senza neppure piu` tentare di riconciliarle con i canoni della musica
rock. Su Anahata (Touch & Go, 1999) il canto (chiunque canti) non
e` piu` canto, ma soltanto suono, tanto "sgradevole" quanto quello degli altri
strumenti (piu` recitato che cantato). L'armonia di questi suoni scontrosi
ha il fascino delle sfide alla logica. Quella di Wear Two Eyes incastona
gli assoli di tromba di Fred Erskine in un fuzz insistito di chitarra
(sullo sfondo della cadenza singhiozzante di Doug Scharin).
Le chitarre (distorte, metalliche, abrasive) di Jeff Mueller e Sean Meadows
sono sovente sovrane assolute con i loro fraseggi incompiuti, con le loro
mezze melodie mai portate a termine
(Escape Of The Levitational Trapeze Artist
Rispetto al disco precedente, i June Of 44 dimostrano forse meno coraggio
e, invece della piece astratta, puntano a un formato sperimentale ma non
troppo che ricorda la canzone new wave.
Canzoni come Cardiac Atlas risuonano infatti di Television, Pere Ubu,
DNA e Teenage Jesus.
Ogni canzone sperimenta uno stile diverso: se
Recorded Syntax intona una litania nevrotica su un ritmo insistito
di chitarra e batteria,
Equators To Bi-polar perviene di fatto a un pop soffice, arrangiato
in maniera caraibica, una sorta di samba per deliqui atmosferici di chitarra,
Five Bucks In My Pocket sconfina nel funky-soul e
Peel Away Velleity e` quasi un omaggio al garage-rock psichedelico.
L'album e` un po' confuso, oscilla dalla sperimentazione piu` ardua a un
pop mal suonato, e sembra risentire della distanza geografica che
separa i membri (Meadows si e` trasferito in Spagna e Erskine a Washington).
I June Of 44 sono una delle piu` belle realta` della fine del secolo.
Il loro jamming cerebrale ha pochi precedenti nella storia del rock, in
quanto l'improvvisazione si appoggia non a trance psichedeliche ma a
glaciali strutture matematiche. A sostenere il sound e` soprattutto il basso,
gelidamente ancorato alle sue geometrie aliene, mentre il canto e` spesso
ridotto a un fiotto di bisbigli agonizzanti.
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