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Gary Lucas e` un chitarrista di New York che suono` la chitarra per
Captain Beefheart (su Ice Cream for Crow)
e persino per il compositore classico Leonard Bernstein.
Registro` un disco solista soltanto negli anni '90, quasi quarantenne.
Skeleton At The Feast (Enemy, 1991) fu una rivelazione.
Il disco e` tanto spettacolare
quanto trascendente. Ispirato al "vorticismo" di Wyndham Lewis, lo stile di
Strong Seed
e` movimentatissimo, ma sempre radicato in un centro tonale.
I suoi vortici stordenti, i suoi frenetici concerti di
contrazione ed espansione, fanno tornare in mente lo stile
trascendente di Robbie Basho piuttosto che quello contemplativo di John Fahey.
Guerrillas In The Midst
alterna escursioni atonali e aritmiche a un cicaleccio cadenzato.
I brani sembrano procedere a ventate, a sussulti, ma sempre rispettando un
processo ciclico, che li riporta inesorabilmente nei paraggi del punto di
partenza. Sembra di ascoltare una sovrapposizione di echi, riverberi e ombre
dello stesso suono.
Attorno alle jam maggiori nuota uno sciame di brevi esercizi che spaziano
dal blues dilaniato con la violenza di Hendrix (Hard Werken) a quadriglie
imbastite con l'effervescenza di Kottke (Robert's Johnson, Tompkins
Square Dance, Syd's Dream). Un paio di incubi astratti (Hitchcocked e
Scud Patrol lasciano presagire sviluppi inquietanti.
E infatti la musica per il Golem, in sette movimenti, fa uso senza ritegno
delle timbriche piu` sinistre, degli effetti piu` madornali. Accompagnato
questa volta dalle tastiere elettroniche, Lucas si diverte a mescolare
visioni allucinate (Main Title) e brani del tutto musicali
(The Junkie And The Jewess).
Gods And Monsters (Enemy, 1992) soffre forse di composizioni meno
articolate, ma e' un circo ancor piu' caotico di
idee, dall'assolo acustico di Fool's Cap al country & western di Glo-worm,
dal flamenco di Skin Rabbit al samba di Whip Named Lash,
tutti eseguiti scientificamente fuori misura.
Lo show del suo virtuosismo "negativo" arriva con il jazz-rock (o, meglio,
"jazz-noise") di King Strong. Ma la sua folle e irriverente creativita'
culmina forse nella deliziosa The Brain From Planet Eros, un incrocio fra
tema di fantascienza, sketch di music hall e pezzo di musica d'avanguardia.
Il disco annovera un supergruppo di accompagnatori, da
Tony Maimone al basso (dei Pere Ubu),
a John Langford (dei Mekons),
da Keith Leblanc (dei Tackhead) a
Rolo McGinty (dei A HREF=woodento.html>Woodentops).
Nelle esibizioni dal vivo la formazione dei Gods And Monsters arrivo` a
comprendere Anton Fier alla batteria
(Golden Palominos) e
Jeff Buckley al canto.
Killer Shrews (Enemy, 1993) e` il progetto avviato con John Langford
(Mekons) e
Tony Maimone (Pere Ubu).
L'album e` il piu` rock della sua carriera, ma fa leva piu`
sulle liriche buffe di Langford che sui tour de force di Lucas:
We Know Your Secrets, Hank Williams Must Die,
The Brain From Planet Eros
and the anthemic Don't Let THe Bastards Wear You Down.
Bad Boys Of The Arctic (Enemy, 1994) raccoglie brani per complesso
registrati in varie occasioni. Viene cosi` a galla il lato piu` clownesco
della personalita` di Lucas, diametralmente opposto da quello serioso
dell'avanguardista di Skeleton. Piu` che canzoni sono girotondi
dalle cadenze grottesche, e il senso dello humour e` quello mattacchione di
Zappa nel coro sudamericano di Poison I.V. League, o nella satira dei
Guns'n'Roses di Vampire Circus.
La cantante Dina Emerson marchia a fuoco il blues-rock impetuoso in stile
Fetchin Bones di After Strange Gods e il boogie effervescente di Exit.
Lucas si accontenta di accompagnare il nobile contralto di Sonya Cohen in
un'imitazione di Joni Mitchell come Out From Under.
Dei suoi leggendari assoli e` rimasta soltanto una pallida traccia, ma Lucas
ha modo di sfogare il suo stile vorticista nel gran finale di Cantina.
Dopo quei tre superbi dischi, Lucas si concede un'operina minore come
Evangeline (Paradigm, 1997).
Nelle simpatiche Evangeline e Apismatisin, si
cimenta con la ballata folk, ma la chitarra ruba sistematicamente lo show alla
voce. Il suo stile frenetico e metallico e` semplicemente di un altro pianeta.
Negli strumentali The Animal Flesh Comes Creeping Back, A Wandering Minstrel Life e Ah Feel Like Ah Syd suona come un Leo Kottke contagiato da febbri
blues e visioni allucinogene.
Interstellar Low Ways e` il suo tributo a Sun Ra.
Due cover di Wagner, per la cronaca (oltre a cover di musica cinese).
Il problema di Lucas e` che prende la musica come un gioco, non un'arte.
Lascia intuire di poter comporre un capolavoro all'anno, ma ne compone soltanto
mezzo ogni tre anni.
Nel 1996 Lucas partecipa anche a un disco dei cechi Urfaust
The Ghosts of Prague (Faust, 1996), ispirato da leggende medievali.
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