Mercy Rule
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13 Nightmares: Shitride , 6.5/10
God Protects Fools , 7/10
Providence , 6/10
The Flat Black Chronicles , 6/10
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Uno dei gruppi piu` importanti di Lincoln, in Nebraska, fu quello dei 13 Nightmares del cantante e chitarrista Gregg Cosgrove, autori di un solo album, Shitride (Pravda, 1989). Il loro hardrock militante aveva il pregio di fondere la scuola di Detroit degli anni '70 (MC5, Stooges) e la scuola di Minneapolis degli anni '80 (Replacements, Soul Asylum), ovvero il massimo della rabbia populista con la nuova sensibilita` melodica.

Quando il leader se ne ando', il secondo chitarrista John Taylor prese le redini del gruppo e, con sua moglie Heidi Ore al canto e al basso e Ron Albertson alla batteria, formo' i Mercy Rule, esorditi con l'EP 100 Mph (Pravda, 1992). Il baccano di Taylor non faceva per nulla rimpiangere l'intensita` del gruppo precedente. La novita`, molto positiva, era che Ore, figlia di pastori luterani, aveva la voce (ovvero il ruggito) di una cantante nera di rhythm and blues, e le sue liriche intrise di spiritualismo erano un po' meno demode` di quelle dei 13 Nightmares.

God Protects Fools (Caulfield, 1993) si regge sull'asse formato da quel sound assordante e da quel canto passionale; sulla stoffa dei riff brucianti e del gorgheggio tempestoso di My Mouth, sui fendenti epici della chitarra e sulla gatta selvaggia di I Declare, i due brani-manifesto. E' comunque Ore al centro della scena, capace di domare persino l'heavymetal per panzer di Summer.
Per via del suo registro roco e del suo piglio di sfida, la cantante sembra in Hit Me e Time Of Day una Chrissie Hynde inferocita, e in effetti e` quello il suo modello di cantante-domatrice. L'unico momento di (relativa) pace e` We Know, un'ode marziale in cui Ore contempla il suo passato durante una crisi esistenziale. E' un nuovo standard di emotivita` quello inaugurato da Dare Me e I Am I Said, confessioni urlate a squarciagola sotto i colpi terrificanti del power-trio. Quelle che dovrebbero essere ballate con il cuore in mano diventano bombardamenti sonori con le corde vocali in fibrillazione.

Providence (Relativity, 1994) mise in luce qualita` ancor piu` melodiche. Il portamento melodrammatico di Ore domina piu` che mai le canzoni. Il connubio fra cantante e complesso sortisce una forma di ballad filosofica condotta attraverso un'altalena emotiva di bruschi cambiamenti di ritmo e di sonorita` (Tell Tomorrow, Stumble, C'Mon). La fusione fra lo stile esagitato della cantante e gli elementi blues e country rannicchiati nel chiasso hardcore fa pensare ai Gits (Down, White Knuckles), ma con un eccesso di gorgheggi vibranti e suono fratturato (Providence). Continuando nella progressione verso la tradizione, Hey Now incorpora un accenno di armonie vocali e un singhiozzo ritmico che fanno tanto anni '60; in Uncle Allen sembra di ascoltare un misto di Janis Joplin e Grace Slick catapultate nell'era del funk-metal; e Which Road dondola fra i lamenti di un violino country e i bisbigli solenni di un piano alla Billy Joel, mentre la soprano intona un inno marziale a squarciagola.

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The band returned after a long and debilitating legal battle with The Flat Black Chronicles (Caulfield, 1998), that shows no sign of ageing. The bitter rock and roll of the anthemic Underwhelmed and the angry KSUK is a worthy continuation of their saga. Rhythm and blues horn sections and guitar feedbacks propel B4U. Violins and piano appear on In A Box.

Taylor and Ore also contributed to Richard Rebarber's chamber-rock ensemble Floating Opera. On Everybody's Somebody's Monster (1997) Rebarber plays keyboards and employs an array of Lincoln (Nebraska) musicians (guitars, violini, cello, trumpet) to arrange suave pop compositions such as Magician's Daughter. This follows a self-produced cassette, Floating Opera (1993), with Dressed in Seven, Lisa's Limbs, Forever in June, that featured violin, flute, concertina, harmonica, pennywhistle, accordion, cello, oboe, besides Millions' Lori Allison on vocals.

(Translation by/ Tradotto da Giuseppe Schiavoni)

Dopo una lunga e spossante battaglia legale, la band torna con The Flat Black Chronicles (Caulfield, 1998), che non mostra alcun segno di stanchezza. L’aspro rock‘n’roll dell’inno Underwhelmed e l’arrabbiata KSUK sono una degna prosecuzione della loro saga. Una sezione fiati rythm & blues e feedback di chitarra pulsano in B4U. Pianoforte e violini compaiono in In A Box.

Taylor e Ore contribuiscono anche ai Floating Opera, gruppo chamber-rock di Richard Rebarber. In Everybody's Somebody's Monster (1997) Rebarber suona le tastiere e impiega un assortimento (chitarre, violini, violoncello e trombe) di musicisti di Lincoln (Nebraska) per arrangiare soavi composizioni pop come Magician's Daughter. Il disco era stato preceduto da una cassetta autoprodotta, Floating Opera (1993), contenente Dressed in Seven, Lisa's Limbs, Forever in June, nel quale violino, flauto, concertina, armonica, piffero, fisarmonica, violoncello e oboe affiancano la voce di Lori Allison, cantante dei Millions.

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