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I Muffs di Los Angeles sono fra i gruppi che propongono un punk-rock improntato
alle melodie del bubblegum e dei girl-group degli anni '60.
degli anni '60.
Muffs (Warner, 1993) si situa a meta` strada fra il garage-rock
sfrontato delle Pandoras (Not Like Me)
e i ritornelli impeccabili dei Fastbacks (Lucky Guy).
Non si tratta in realta` che di una ragazza, Kim Shattuck (appunto ex
Pandoras), coadiuvata da una
sezione ritmica maschile (il bassista Ronnie Barnett e il batterista Roy
McDonald) e da una chitarrista ritmica. L'album alterna
belle ricostruzioni dei lenti sentimentali degli anni '50 come
From Your Girl e Saying Goodbye
a rave-up selvaggi: il boogie cattivo di Big Mouth,
il rock and roll sgraziato di Another Day,
il feroce voodoobilly di I Need You.
Persa la seconda chitarrista e sostituito il batterista con Roy McDonald dei
Redd Kross, Shattuck prosegue con
Blonder And Blonder (Reprise, 1995)
la sua Odissea nel museo delle ragazze rocker.
Da Wanda Jackson a Leslie Gore, da Joan Jett a Kate Bjelland, Shattuck rivive
la leggenda della ribellione femminile. Il sound e` meno Spector e piu`
Ramones, meno adolescente per bene e piu` scavezzacolla di strada, ovvero
molto piu` rock e meno melodico, graffiante come nei migliori Sonics.
Forse il disco non vanta l'uniforme eccellenza del precedente, ma i brani che
riescono sono da annoverare fra i capolavori del genere e bastano a redimere
il resto. Il singolo Sad Tomorrow (un po' simile a cose dei Jam) rappresenta
il lato romantico di Shattuck, quello che sta rapidamente svanendo.
Il power-pop di What You've Done e la filastrocca infantile di
Won't Come Out To Play chiudono in pratica il capitolo dell'innocenza.
Il music-hall brutale di Red Eyed Troll,
il rock and roll sferragliante di Laying On A Bed Of Roses,
il valzer strillato di Funny Face
e un altro voodoobilly infernale, Ethyl My Love,
sbancano invece alla maniera dei classici.
E` in questi pezzi che Shattuck si scatena, tira fuori le unghie, sbava senza
ritegno. Oppure fa le fusa nel suo guscio di ragazzina introversa.
Con Happy Birthday To Me (Reprise, 1997)
Shattuck matura come cantante e chitarrista e trasforma il suo trio di
amatori del revival in un combo professionale. Gli arrangiamenti, per quanto
sempre fedeli ai canoni degli anni '60, rigurgitano di tocchi di classe.
I ritornelli di Crush Me e My Crazy Afternoon (fra i migliori della sua
carriera) tendono cosi` un po' troppo verso il pop adulto, ma le tante
Nothing, Sunday Girl, Honeymoon continuano a tener vivo il party.
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