Il cantante e tastierista Shawn Smith (dei Satchel e
dei Brad) spartisce con il
produttore e tastierista Steve Fisk (dei Pell Mell)
il progetto Pigeonhed,
che sull'album omonimo (SubPop, 1993) ha varato il programma di un "dub soul"
d'autore (Kim Thayil dei Soundgarden alle chitarre).
Quella di Ain't It So,
e` peraltro un tipo di sperimentazione un po' banale, affidata a un concetto
piuttosto primitivo di house, a un falsetto soul da serie B e a un uso ossessivo
del loop. Il fascino sta nel fatto che la melodia puo` venire completamente
decostruita e sommersa dagli arrangiamenti (il massacro piu` sistematico viene
forse compiuto da Salome`, che infatti sembra un'accozzaglia di rumori
casuali anche se ha la parte vocale piu` complessa).
Ballad come Her (la piu` melodica del lotto) e
Trial By Sex le hanno fatte meglio i cantanti neri da trent'anni.
Sono brani che campionano semplicemente la storia del soul e del funk.
Il Theme From Pigeonhed lascia intravedere sprazzi di creativita` poiche'
in questo caso la melodia soul, avvolta in sudari elettronici e crivellata dai
ritmi sincopati dell'house e dalle loro fratture metalliche,
diventa quasi un brano di synth-pop.
Nel tripudio di divagazioni elettroniche e di poliritmi meccanici si distinguono
anche la suspence malinconica di Special Way e la lunga allucinazione
quasi Prince di Cadillac.
I brani conclusivi sono collage di suoni in cui il produttore sfoggia
semplicemente il suo virtuosismo:
Brothers e` il satori stilistico del disco, con persino una sezione
d'archi, un pianoforte dissonante e un sassofono jazz; e
Buzz funge un po' da novelty, ma tanto il canto quanto la chitarra
sembrano parodiare Jimi Hendrix.
Il risultato dell'operazione e` una versione piu` soffice dei Tackhead.
The Full Sentence (SubPop, 1997) continua quel programma con appena
una verve un po' piu` incisiva.
It's Like The Man Said e` rubata un po' a tutti, da MC 900 Ft Jesus a Grace
Jones, 31st Of July ricorda una fanfara del George Clinton piu` clownesco,
Glory Bound decostruisce un gospel cadenzato e corale,
nell'hip-hop di Battle Flag (uno dei loro vertici) il
cantante imita Prince e il chitarrista imita Lenny Kravitz; i contrappunti
psichedelici di organo e chitarra su Phunpurephun fanno venire in mente
l'Hendrix piu` morbido, lo strumentale P-Street potrebbe essere una novelty
di Todd Rundgren; e cosi` via.
Con tutti i critici ad annuire soddisfatti.
Il clou del disco vuole essere il lento funky-soul di Full Sentence,
riempito di ogni sorta di effetti, dal drone d'organo ai tintinnii di vibrafono.
Ma la canzone migliore e` certamente lo struggente lamento spiritual di
Keep On Keepin' On.
Notare come tutte le recensioni di questo disco terminino dopo il settimo o
ottavo brano: ce ne sono 14, ma pochi critici, anche quelli che ne parlano
bene, ce la fanno ad ascoltare il disco fino alla fine.
In realta` e` proprio verso la fine che il duo scodella i trucchi piu`
appetitosi: More Than Just A Girl contiene gli esperimenti piu` audaci sul
ritmo (un ibrido di dub, tribalismo africano e Talking Heads), piu` ancora
dei loops percussivi di Marry Me, poi Fire's Comin' Down propone un
compromesso fra Prince e Wilson Picket a ritmo baldanzoso,
For Those Gone On intona una classicheggiante romanza pianistica,
e Honor chiude alla grande, con un canto spaziale degno del David Crosby
di If I Could Only Remember My Name.
Flash Bulb Emergency OVerflow Cavalcade Of Remixes (Subpop, 1998) e`
l'album di remix.
Come spesso quando si tratta di musica di produttori, i dischi di Pegeonhed sono
sostanzialmente saggi di revisione postmoderna dei codici musicali.
Steve Fisk ha raccolto su Over And Thru The Night (K Records, 1993)
i collage di voci trovate che aveva registrato fra il 1980 e il 1987.
Leo DiMaio scrive:
Steve Fisk: Over And Thru The Night
Chi recentemente ha ascoltato dischi eccellenti come Post To Wire della Duby, Challenge For A Civilized Society degli Unwound e Lost Somewhere dei Geraldine Fibbers, avra' notato quanto le manipolazioni elettroniche di Fisk abbiano influito sulla riuscita di quei dischi. L'antologia Over And Thru The Night, curata dalla K Records, cerca di mettere ordine nel passato musicale di Fisk, includendo una ventina di brani composti tra il 1980 e il 1987. Da autentico outsider dell'industria discografica, Fisk, tra un impiego come lavapiatti e portinaio, si stabili' definitivamente a Seattle nel 1989 e li' strinse amicizia con Mark Lanegan e con Stu Spasm dei Lubricated Goat. Nel frattempo, Fisk registro' tre cassette, Kiss This Day Goodbye
, 'Till The Night Closes In e One More Valley,
in cui e' fortissima l'influenza dei collages dei Negativland di Points. I Wish I Were Dead, Preamble e Love X 8 sono elementari giochi di nastri. The Firin' Line e' una nenia psichedelica condotta a ritmo marziale, One More Valley (con Lanegan alla voce) e Topeka Hello sono due funk spaziali con effetti elettronici dal forte impatto Terrible Weapons e' una premonizione cyberpunk e in Taxman pare di ascoltare degli Hollies in chiave futurista. Le sorprese non finiscono qui: Filthy Young People e' imperniata su imponenti scansioni hip-hop alla Run DMC, X Mass mostra dei Van Halen liofilizzati, You Used Me e' una lunga piece che ricicla all'infinito brani dei Creedence Clearwater Revival e Government Figures, Kennedy Saga e Lying In Texas sono oscure partiture orchestrali da film horror di serie B. Steve Fisk, con la sua personalita' complessa e dif
ficile, e' una sorta di Van Dyke Parks della civilta' industriale.
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Steve Fisk discography
1998 edition
Pigeonhed
- 1993 Pigeonhed SP 223
- 1993 Theme from Pigeonhed CD 5 SP 224
- 1993 Ain't It So"White Label"
- 1993 Theme from Pigeonhed Remix "White Label"
- 1997 The Full Sentence SP 373
Pell Mell
- 1985 For Years We Stood Clearly As One Thing cassette K
- 1987 Bumper Crop SST 158
- 1991 "Bring On The China"/"Smoke" 7" SST 913
- 1991 Flow SST 278
- 1994 Interstate DGC 24807
- 1996 Kids In the Hall Brain Candy soundtrack cd Swoon Matador Ole 183-
Steve Fisk
- 1983 Kiss This Day Goodbye cassette K /A.R.P.H
- 1986 'Til The Night Closes In cassette K /A.R.P.H
- 1987 448 Deathless Days SST 159
- 1989 1 More Valley cassette, K
- 1993 Over & Thru the Night anthology
- 2001 999 Levels of Undo
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(Translation by/ Tradotto da Walter Consonni)
Con 999 Levels of Undo (Subpop, 2001), Steve Fisk prosegue con i
suoi esperimenti di collage. Brani come My Head Popped sono tanto
estremamente psichedelici quanto ipercinetici. Il pezzo inizia con
chiazze di tastiere analogiche, voci femminili free-form, drumming
tribale e fraseggi di organo liturgico, e la sovrapposizione di elementi
contrastanti è esattamente la specialità di Fisk. Poi
attraversa diverse fasi, fino a riprendere energia con tantam sincopati
su un sottofondo di voci cosmiche. Un ritmo martellante sospinge la
metamorfosi mozzafiato di Time Speed Language attraverso il jazz,
il dub ed il folk etnico.
Fisk segue le orme di Virgin Forest (1966) dei Fugs,
sottovalutata ma in grado di sfidare i generi.
Aviation Oakie ha origine da un approccio più omogeneo e
ballabile, che prende qualcosa a prestito da DOA dei Throbbing Gristle, da Radio
Activity dei Kraftwerk e da Rainbow In Curved Air di Terry
Riley.
Lo stile "afro-dub-jazz" che matura in questi brani si destruttura in un
flusso di ritmi cubisti in Amateur European, che potrebbe essere
il suo capolavoro. Qui ogni strumento gioca un sottile ruolo
psicologico. I suoni sono semplicemente liberati, mai completamente
suonati. Verso la fine, il brano si trasforma in una frenetica orgia di
disorganici suoni da videogame. Questo è trip-hop per androidi.
The Backwards Song chiude il disco con l'esperimento più
ardito: una litania medio-orientale conficcata in un ritmo contorto e
percorsa da rumori elettronici ed archi ultraterreni, interrotta da una
languida ballata swing.
Questo non è un album di musica, è un saggio per il
conseguimento del dottorato in musica moderna.
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With 999 Levels of Undo (Subpop, 2001), the belated follow-up
to his solo 448 Deathless Days (SST, 1987),
Steve Fisk continued his collage experiments.
Tracks like My Head Popped
are both highly psychedelic and hyper-cinetic. The track opens with
clouds of analog keyboards, free-form female vocals, tribal drumming,
and liturgical organ phrases, and the superimposition of contrasting elements
is precisely Fisk's forte. Then it goes through several phases, until it picks
up energy again with syncopated tom-toms on a background of cosmic voices.
A pounding rhythm propels the breathtaking metamorphoses of
Time Speed Language through jazz, dub and ethic folk.
Fisk follows in the footsteps of the
Fugs' under-rated but genre-defying Virgin Forest (1966).
Aviation Oakie originates from a more unified and dance-able approach,
one that borrows from
Throbbing Gristle's DOA,
Kraftwerk's Radio Activity and Terry Riley's Rainbow In Curved Air.
The "afro-dub-jazz" style that is maturing in these tracks gets deconstructed
in a flow of cubistic beats in Amateur European,
that could be his masterpiece.
Every instrument here is playing a subtly psychological role.
Sounds are barely released, never fully played.
By the end, the track has turned into a frantic mess of disorganic videogame
sounds.
This is trip-hop for androids.
The Backwards Song closes the disc with the most daring experiment:
a middle-eastern litany set to a convoluted rhythm and traversed by
electronic noises and otherwordly strings, interrupted by a
languid swing ballad.
This is not an album of music, it is a sample of PhD theses on modern music.
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