I 27 Various erano Ed Ackerson alla chitarra e Jed
Mayer alla batteria. Tutti gli altri strumenti del primo album,
Hi (Susstones, 1987), vennero suonati da loro e sovraincisi.
Yes Indeed (Susstones, 1989) fu il
primo disco professionale di quello che era diventato un quartetto, un
disco di rock psichedelico memore di Robyn Hitchcock e Alex Chilton, aggiornato
ai My Bloody Valentine (Feedtime For Martin).
Ackerson trovo` la misura giusta con il power-trio di
Approximately (Clean, 1990)
e un garage-rock tanto selvaggio quanto melodico, zeppo di citazioni dai
classici (I Feel Damaged, The Things I Wasn't Supposed To See).
Divenuti il trio piu' pop di Minneapolis, registrarono poi
Fine, e tentarono di imitare (senza riuscirci) i Material Issue
con canzoni orecchiabili come Turn On And On e Song For Mire.
Il successivo Up (Clean, 1992) confermo` Ackerson tanto nei panni di
aspirante Alex Chilton (Happening/Sometime, Lay It On Elaine)
quanto nel ruolo di chitarrista creativo
(Doesn't Matter to You, While You Can).
Ed Ackerson si ricostrui` una carriera anni dopo con i piu` ambiziosi e maturi
Polara.
Su Polara (Clean, 1995)
Ackerson suona tutti gli strumenti (chitarra,
basso, sintetizzatore, campionamenti, percussioni) e canta gran parte
delle canzoni, coadiuvato soltanto da un batterista, da una seconda cantante
(Jennifer Jurgens), dallo stesso produttore Jason Orris all'elettronica e,
dulcis in fundo, da John Stromm (Blake Babies, Antenna, Velo Deluxe)
un po' su tutto il
fronte. L'influenza di Stromm e Orris non e` trascurabile: gli arrangiamenti
sono pesantemente manipolati in studio.
Lo space-rock di Counting Down e soprattutto Avenue E danzano a spirale
sotto una cappa di pesanti tremoli e distorsioni di chitarra ed arrangiamenti
lievemente cacofonici.
Sotto l'influesso del sound di "Madchester", Ackerson bisbiglia melodie
semplici, che sembrano innocue ninnananne, e le mette in orbita su partiture
strumentali che sono invece baccanali, per quanto a loro modo compassati:
i carillon mediorientali di tastiere di Allay, a due passi dall'estasi dei
My Bloody Valentine, e soprattutto il battito marziale di
Squelch, sostenuto da un ipnotico riff d'organo, come se i Velvet Underground
fossero rinati alla corte degli Spacemen 3.
Le tastiere elettroniche di Ackerson obbediscono al metodo sregolato di Ackerson
impreziosendo l'armonia di suoni altrettanto irregolari e trascinando il resto
dell'armonia in code strumentali senza fine.
Sono giostre psichedeliche di cui Ackerson non perde mai il controllo,
rigorosamente ancorate alla struttura della canzone di tre minuti.
Talvolta Ackerson ritorna alla semplice musicalita` del primo disco, per
esempio con il pop sognante di Listening Now e con
il folk classicheggiante di Anniversary 6,
per quanto sempre venati di qualche novelty.
In un certo senso Letter Bomb, che chiude il disco, e` anche il brano che
fonde le due maniere (Madchester e ballad) e perviene a una forma molto
personale di canzone psichedelica (con il canto femminile campionato e
mandato in loop, con le scansioni industriali delle tastiere e una cadenza
quasi boogie in staccato).
I Polara si inseriscono con prepotenza nella corrente del noise-rock fondata
dai Sonic Youth del periodo melodico, ma con lucide incursioni nei territori di
Jesus And Mary Chain e financo My Bloody Valentine.
Se il primo disco era stato un affare piuttosto privato di Ackerson,
per C'Est La Vie (Interscope, 1997) Ackerson puo` far affidamento su
una formazione stabile, che conta Peter Anderson alla batteria, Jason Orris al
basso e all'elettronica, Jennifer Jurgens al canto e alle tastiere. Il sound
e` prodotto in maniera piu` professionale (da Orris stesso) ed e` in generale
piu` assordante e pesante, centrato sulle chitarre invece che sulle tastiere.
Le tastiere sono spesso ridotte a un disciplinato controcanto di glissando di
sintetizzatore. Il bisbiglio stordito di Ackerson ha lasciato il posto a una
dizione maschia e vibrante.
L'impeto non fa necessariamente bene a Transformation, che avanza come un
boogie sudista, o a Make It Easy, con un riff solenne di sintetizzatore a due
passi dall'hard-rock commerciale, o a Idle Hands, che rigurgita progressioni
power-pop, ma indubbiamente rende questi brani molto piu` accessibili.
La maggior cura negli arrangiamenti avvicina le sonorita` dei Polara ai loro
modelli storici, che pero` sono molteplici e spesso contraddittori: se
il canto da punk e l'organo Hammond conferiscono a Light The Fuse And Run un
sound da garage-rock degli anni '60,
la marziale Quebecois finisce per suonare come un incrocio fra Velvet
Underground (il tono distaccato e la cadenza decadente) e brit-pop
(il "la la la", le trombe in sottofondo).
Piu` fedele alla personalita` "barrettiana" di Ackerson e` Sort It Out,
con tutti i rumorini elettronici in vetrina, le distorsioni in sottofondo,
il controcanto spaziale, un mix fitto di eventi sonori e un andamento da
girotondo psichedelico.
Ackerson sembra prediligere uno stato di trance che raggiunge tramite armonie
ipnotiche. Tanto Incoming quanto Elasticity tengono in precario equilibrio
una melodia soffice soffice su un filo di distorsioni a passo marziale.
Le strutture armoniche sono apparentemente semplici, ma in realta` nascondono
ogni sorta d'insidia. L'effetto di trance e` il prodotto di un lavoro complesso
e subdolo di intarsio.
Questa strada porta al singolo Pantomime, il cui lamento (un po' troppo
lezioso, quasi Beatles) si appoggia a una cadenza meccanica, quasi un ralenti`
di Spirit In The Sky. La ballad acustica che chiude il disco, Shangai Bell,
arrangiata per strimpellio di chitarra acustica, accordi di violoncello e
drone dissonante di tastiera, e` in fondo l'esasperazione di questa prassi di
auto-ipnosi.
La musica di Ackerson acquista cosi` anche un sapore trascendente, benche' non
abbia mai abbandonato per un attimo la forma canzone del rock.
Ed Ackerson e` un
cantautore eccentrico il cui noise-rock, tutt'altro che spartano, stratifica
suoni a livelli maniacali, senza pregiudizi nei confronti della melodia pop o
delle dissonanze piu` snervanti.
|
If English is your first language and you could translate the Italian text, please contact me.
Scroll down for recent reviews in english.
|