Polara
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27 Various: Hi (1987), 5/10
27 Various: Yes Indeed (1989), 6.5/10
27 Various: Approximately (1990), 6.5/10
27 Various: Fine (1991), 5/10
27 Various: Up (1992), 5/10
Polara, 7/10
C'Est La Vie, 6/10
Formless/ Functional , 5/10
Jetpack Blues , 5/10
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I 27 Various erano Ed Ackerson alla chitarra e Jed Mayer alla batteria. Tutti gli altri strumenti del primo album, Hi (Susstones, 1987), vennero suonati da loro e sovraincisi. Yes Indeed (Susstones, 1989) fu il primo disco professionale di quello che era diventato un quartetto, un disco di rock psichedelico memore di Robyn Hitchcock e Alex Chilton, aggiornato ai My Bloody Valentine (Feedtime For Martin). Ackerson trovo` la misura giusta con il power-trio di Approximately (Clean, 1990) e un garage-rock tanto selvaggio quanto melodico, zeppo di citazioni dai classici (I Feel Damaged, The Things I Wasn't Supposed To See).
Divenuti il trio piu' pop di Minneapolis, registrarono poi Fine, e tentarono di imitare (senza riuscirci) i Material Issue con canzoni orecchiabili come Turn On And On e Song For Mire. Il successivo Up (Clean, 1992) confermo` Ackerson tanto nei panni di aspirante Alex Chilton (Happening/Sometime, Lay It On Elaine) quanto nel ruolo di chitarrista creativo (Doesn't Matter to You, While You Can).

Ed Ackerson si ricostrui` una carriera anni dopo con i piu` ambiziosi e maturi Polara.

Su Polara (Clean, 1995) Ackerson suona tutti gli strumenti (chitarra, basso, sintetizzatore, campionamenti, percussioni) e canta gran parte delle canzoni, coadiuvato soltanto da un batterista, da una seconda cantante (Jennifer Jurgens), dallo stesso produttore Jason Orris all'elettronica e, dulcis in fundo, da John Stromm (Blake Babies, Antenna, Velo Deluxe) un po' su tutto il fronte. L'influenza di Stromm e Orris non e` trascurabile: gli arrangiamenti sono pesantemente manipolati in studio.
Lo space-rock di Counting Down e soprattutto Avenue E danzano a spirale sotto una cappa di pesanti tremoli e distorsioni di chitarra ed arrangiamenti lievemente cacofonici. Sotto l'influesso del sound di "Madchester", Ackerson bisbiglia melodie semplici, che sembrano innocue ninnananne, e le mette in orbita su partiture strumentali che sono invece baccanali, per quanto a loro modo compassati: i carillon mediorientali di tastiere di Allay, a due passi dall'estasi dei My Bloody Valentine, e soprattutto il battito marziale di Squelch, sostenuto da un ipnotico riff d'organo, come se i Velvet Underground fossero rinati alla corte degli Spacemen 3. Le tastiere elettroniche di Ackerson obbediscono al metodo sregolato di Ackerson impreziosendo l'armonia di suoni altrettanto irregolari e trascinando il resto dell'armonia in code strumentali senza fine. Sono giostre psichedeliche di cui Ackerson non perde mai il controllo, rigorosamente ancorate alla struttura della canzone di tre minuti.
Talvolta Ackerson ritorna alla semplice musicalita` del primo disco, per esempio con il pop sognante di Listening Now e con il folk classicheggiante di Anniversary 6, per quanto sempre venati di qualche novelty.
In un certo senso Letter Bomb, che chiude il disco, e` anche il brano che fonde le due maniere (Madchester e ballad) e perviene a una forma molto personale di canzone psichedelica (con il canto femminile campionato e mandato in loop, con le scansioni industriali delle tastiere e una cadenza quasi boogie in staccato).
I Polara si inseriscono con prepotenza nella corrente del noise-rock fondata dai Sonic Youth del periodo melodico, ma con lucide incursioni nei territori di Jesus And Mary Chain e financo My Bloody Valentine.

Se il primo disco era stato un affare piuttosto privato di Ackerson, per C'Est La Vie (Interscope, 1997) Ackerson puo` far affidamento su una formazione stabile, che conta Peter Anderson alla batteria, Jason Orris al basso e all'elettronica, Jennifer Jurgens al canto e alle tastiere. Il sound e` prodotto in maniera piu` professionale (da Orris stesso) ed e` in generale piu` assordante e pesante, centrato sulle chitarre invece che sulle tastiere. Le tastiere sono spesso ridotte a un disciplinato controcanto di glissando di sintetizzatore. Il bisbiglio stordito di Ackerson ha lasciato il posto a una dizione maschia e vibrante.
L'impeto non fa necessariamente bene a Transformation, che avanza come un boogie sudista, o a Make It Easy, con un riff solenne di sintetizzatore a due passi dall'hard-rock commerciale, o a Idle Hands, che rigurgita progressioni power-pop, ma indubbiamente rende questi brani molto piu` accessibili.
La maggior cura negli arrangiamenti avvicina le sonorita` dei Polara ai loro modelli storici, che pero` sono molteplici e spesso contraddittori: se il canto da punk e l'organo Hammond conferiscono a Light The Fuse And Run un sound da garage-rock degli anni '60, la marziale Quebecois finisce per suonare come un incrocio fra Velvet Underground (il tono distaccato e la cadenza decadente) e brit-pop (il "la la la", le trombe in sottofondo).
Piu` fedele alla personalita` "barrettiana" di Ackerson e` Sort It Out, con tutti i rumorini elettronici in vetrina, le distorsioni in sottofondo, il controcanto spaziale, un mix fitto di eventi sonori e un andamento da girotondo psichedelico.
Ackerson sembra prediligere uno stato di trance che raggiunge tramite armonie ipnotiche. Tanto Incoming quanto Elasticity tengono in precario equilibrio una melodia soffice soffice su un filo di distorsioni a passo marziale. Le strutture armoniche sono apparentemente semplici, ma in realta` nascondono ogni sorta d'insidia. L'effetto di trance e` il prodotto di un lavoro complesso e subdolo di intarsio. Questa strada porta al singolo Pantomime, il cui lamento (un po' troppo lezioso, quasi Beatles) si appoggia a una cadenza meccanica, quasi un ralenti` di Spirit In The Sky. La ballad acustica che chiude il disco, Shangai Bell, arrangiata per strimpellio di chitarra acustica, accordi di violoncello e drone dissonante di tastiera, e` in fondo l'esasperazione di questa prassi di auto-ipnosi.
La musica di Ackerson acquista cosi` anche un sapore trascendente, benche' non abbia mai abbandonato per un attimo la forma canzone del rock.

Ed Ackerson e` un cantautore eccentrico il cui noise-rock, tutt'altro che spartano, stratifica suoni a livelli maniacali, senza pregiudizi nei confronti della melodia pop o delle dissonanze piu` snervanti.

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Polara's Formless/ Functional (Interscope, 1998) is a disappointing mish-mash of arrangements. The catchy, futuristic, dance music of Whassup and the Kraftwerk-ian ballet of Got The Switch coexist with the psychedelic raga of Trainwreck and the cosmic ballad of Semi-Detached. The tender country-rock of Halo and the grandiose Primal Scream-tinged melodrama of Tread Lightly share the stage with the dub fanfare of Midtown Greenway. So many styles, and none done too well. Rarely have keyboards been used in a less appropriate manner.

Ackerson is also active as Sideways. Oblivion And Points Beyond (Susstones, 2002) is a very derivative tribute to the psychedelic age.

Ackerson died in 2019 of cancer. On Jetpack Blues (Susstones, 2002) Ackerson's production skills have improved to the point that he can craft catchy tunes even when he doesn't have a catchy refrain to work with. Unfortunately the material (with the exception of Jetpack Blues and Can't Get Over You) is mostly filler.

(Translated by/ tradotto da Giuseppe Schiavoni)

Formless/ Functional (Interscope, 1998) dei Polara è un deludente impasto di arrangiamenti. L’orecchiabile e futuristica musica dance di Whassup e il balletto kraftwerkiano di Got The Switch coesistono con il raga psichedelico di Trainwreck e la ballata cosmica Semi-Detached. Il tenero country-rock di Halo e il grandioso melodramma sfumato nei Primal Scream Tread Lightly si dividono il proscenio con le fanfare dub di Midtown Greenway. Molti stili, ma nessuno eseguito bene. Raramente le tastiere sono state usate in modo tanto inappropriato.

Ackerson è anche attivo con il nome di Sideways. Oblivion And Points Beyond (Susstones, 2002) è un tributo, molto derivativo, alla psichedelia. In Jetpack Blues (Susstones, 2002) l’abilità produttiva di Ackerson migliora al punto da riuscire a costruire melodie orecchiabili perfino quando non ha nemmeno un ritornello orecchiabile su cui lavorare. Sfortunatamente il materiale (con l’eccezione di Jetpack Blues e Can't Get Over You) è essenzialmente un riempitivo.

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