Raging Slab
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Assmaster , 6.5/10
True Death, 7/10 (EP)
Raging Slab , 6/10
Dynamite Monster Boogie Concert , 6/10
Sing Monkey Sing , 4/10
The Dealer , 4/10
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Elyse Steinman (chitarra bottleneck) e Gregory Strzempka (canto e chitarra) sono i due leader dei Raging Slab, formati nel 1983 a Manhattan sulle ceneri di un complesso di hardcore di Washington. Andando controcorrente, il quartetto si impegna in un revival del suono "duro" degli anni '70, senza pregiudizi geografici.

Sul primo album, Assmaster (Buy Our Records, 1987), La title-track, King Pompadour, Alpha Jerk, Feel Too Much esplodono all'insegna di un hardrock tanto roccioso quanto fluido e articolato, dai ritmi torrenziali e dai riff penetranti, modello i Blue Oyster Cult. In Rocks Off Is Rocks Off il leader rantola sui colpi furenti della sezione ritmica e sulle sincopi stremate della chitarra. Ma sono un po' tutte le sonorita` degli anni '70, quelle del versante selvaggio e rurale (southern rock, Doobie Brothers) unite a quelle del versante nevrotico e urbano (Grand Funk Railroad), ad essere riscoperte, fino a dissotterrare persino lo spettro di Bob Seger (Bitch To Kill).

Due anni dopo il quartetto riesce a registrare un EP di quattro brani, True Death, meglio prodotto e piu` curato. La fusione fra speedmetal e southern rock produce ibridi altamente creativi come Get Off My Jollies, uno dei capolavori della loro carriera. Le radici boogie e rhythm and blues trapelano soprattutto da Shrivel, i cui rimbombi heavy non possono nascondere gragnuole di accordi "nerissimi". L'elaborazione piu` fantasiosa degli elementi della tradizione si trova nella lunga ballata I Heard The Owl, che impiega ma deforma decine di stilemi del folk, del country, dello spiritual, del blues, del soul.

E` il preludio a Raging Slab (RCA, 1989), disco altrettanto curato nella produzione e selvatico nell'interpretazione, con un terzo chitarrista, Mark Middleton, specializzato in bluesrock sudista. Don't Dog Me, Joy Ride, Bent For Silver compongono un trittico che e` un tributo ai Lynyrd Skynyrd e ai ZZ Top. Il modello si rivela pero` anche un limite, da cui riesce ad affrancarsi soltanto l'anthem generazionale Sorry's All I Got.

Dynamite Monster Boogie Concert (Def American, 1993) viene proposto secondo un'estetica che ricorda la Band. Non a caso a farla da padrone sono umori rurali: batte il cuore del blues in Anywhere But Here, e` gospel il pathos di Take A Hold, scorrazza nel country So Help Me, riverbera di boogie Lord Have Mercy. Litanie secolari e nenie domestiche scorrono con la stessa disinvolta nonchalance da esercizio domenicale fra vecchi amici che fu di Robertson e compagni.
Il contemporaneo successo dei Black Crowes contribuisce forse a disinibire i Raging Slab, che non esitano a rispolverare i Faces, a iniettare cori femminili, a indulgere in chitarrismi alla Cream. Punta ancora piu` lontano nelle sfere esterne del rock progressivo la serenata Lynn, contrappuntata da un quartetto d'archi da camera che alterna la struggente malinconia stracciona dello Street Legal di Dylan a schemi austeri quasi minimalisti. La potenza di fuoco del gruppo e` comunque ancora formidabile, come dimostrano What Have You Done (con le tre chitarre a duellare scatenate) e soprattutto National Dust.

Il loro "roots-rock" corazzato, tentacolare e caleidoscopico costituisce una valida alternativa a quello piu` commerciale di Black Crowes e Masters Of Reality.

Sing Monkey Sing (American, 1996) fu il loro canto del cigno.

The Dealer (Tee Pee, 2001), eight years later, is generic southern-boogie and blues-rock stuff.

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