P.W. Long's Reelfoot
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We Didn't See You On Sunday, 6/10
Push Me Again , 6/10
Remembered (2004), 5/10
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Il cantante e chitarrista P.W. Long (ex Mule) ha formato i Reelfoot a Detroit con il bassista Dan Maister e il batterista Mac McNeilly (ex Jesus Lizard). In realta` We Didn't See You On Sunday (Touch & Go, 1997) presenta l'artista pressoche' solo a suonare un repertorio di canzoni acustiche e autobiografiche. My Name, I'll Be Your Angel, The Shakin' Fears nascondono in realta` un'energia rude, che non riesce a liberarsi in riff o ritornelli, ma e` sempre presente dietro le parole angosciate del cantante. Templi e I'll Be Your Angel mostrano anche un personaggio profondo e maturo. Manca, tutto sommato, la musica.

Push Me Again (Touch & Go, 1998) ha gia` progredito in due direzioni parallele. Il canto si e` fatto piu` truce e psicotico, a due ottave da quello di Captain Beefheart. La chitarra si e` fatta ancor piu` acida e spigolosa, a due stecche dal garage-rock piu` selvaggio. Capita cosi` che blues-rock sgangherati come Signifyin' Honkey e Stand Up uniscano il piglio follemente caotico e sguaiato di Beefheart alla carica sgraziatamente elettrica degli Shadow Of Knights. Dan Boyce (ex Goats) all'organo trasporta con i preziosismi le melodie malate di Long alle pendici del country-gospel della Band e del soul-rock di Stevie Winwood (Say It Ain't So, State House e Fly Trap Lair). La sezione ritmica picchia rocciosa e singhiozzante. L'album e` piu` album e meno accozzaglia di idee, il gruppo e` piu` gruppo e meno sottofondo per il cantante.

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PW Long disposed of the Reelfoot, relocated to Buffalo (New York) and then to Texas, and finally recorded Remembered (Touch & Go, 2004), a collection of soulful ballads a` la Joe Cocker (She's Gone, Court House), roaring blues scorchers a` la Free (If Not When Now) and assorted madness (Diamondbacks). Unfortunately, most of the material is slow, plaintive, and somewhat lifeless.

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