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Il cantante e chitarrista P.W. Long (ex Mule) ha formato i Reelfoot a Detroit
con il bassista Dan Maister e il batterista Mac McNeilly (ex Jesus Lizard).
In realta`
We Didn't See You On Sunday (Touch & Go, 1997)
presenta l'artista pressoche' solo a suonare un repertorio
di canzoni acustiche e autobiografiche.
My Name, I'll Be Your Angel, The Shakin' Fears nascondono in realta`
un'energia rude, che non riesce a liberarsi in riff o ritornelli, ma e` sempre
presente dietro le parole angosciate del cantante.
Templi e I'll Be Your Angel mostrano anche un personaggio profondo
e maturo. Manca, tutto sommato, la musica.
Push Me Again (Touch & Go, 1998) ha gia` progredito in due direzioni
parallele. Il canto si e` fatto piu` truce e psicotico, a due ottave da quello
di Captain Beefheart. La chitarra si e` fatta ancor piu` acida e spigolosa,
a due stecche dal garage-rock piu` selvaggio. Capita cosi` che blues-rock
sgangherati come
Signifyin' Honkey e Stand Up uniscano il piglio follemente caotico
e sguaiato di Beefheart alla carica sgraziatamente elettrica degli Shadow Of
Knights.
Dan Boyce (ex Goats) all'organo trasporta con i preziosismi le melodie malate
di Long alle pendici del country-gospel della Band e del soul-rock di Stevie
Winwood (Say It Ain't So, State House e Fly Trap Lair).
La sezione ritmica picchia rocciosa e singhiozzante.
L'album e` piu` album e meno accozzaglia di idee, il gruppo e` piu` gruppo
e meno sottofondo per il cantante.
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PW Long disposed of the Reelfoot,
relocated to Buffalo (New York) and then to Texas,
and finally recorded Remembered (Touch & Go, 2004), a collection
of soulful ballads a` la Joe Cocker (She's Gone,
Court House), roaring blues scorchers a` la Free (If Not When Now)
and assorted madness (Diamondbacks). Unfortunately, most of the material
is slow, plaintive, and somewhat lifeless.
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