Rocket From The Crypt


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Paint As A Fragrance, 7/10
Circa Now, 8/10
All Systems Go, 7/10 (comp)
Scream Dracula Scream, 6/10
Hot Charity , 6/10 (EP)
RFTC , 6.5/10
Hot Snakes: Automatic Midnight , 5/10
Group Sounds , 6.5/10
Sultans: Shipwrecked (2004) , 6.5/10
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I Rocket From The Crypt sono il gruppo di garage-rock formato dal chitarrista John "Speedo" Reis dei Drive Like Jehu.

Il loro primo album, Paint As A Fragrance (Headhunter, 1991), si segnalava soprattutto per la fedelta` al modello del "beachpunk" di Los Angeles (Germs piu` che Black Flag) e per le entusiasmanti aperture verso il punkpop: French Guy, Stinker e Jiggy Jig. Le due chitarre (Reis e Andy Stamets), anzi i due chitarroni, erigono pareti di rumore melodico al ritmo supersonico della batteria (Adam Willard) e del basso (Petey "X").

A dire il vero i primi singoli (tutti ripudiati da Reis) non proponevano dell'hardcore particolarmente originale. Yum Kippered (Helter Skelter), Jumper K (Sympathy), Normal Carpet Ride (SubPop) e Stu (Merge) traboccavano soprattutto di enfasi e rabbia punk.

Se i Jehu esplorano i recessi sonori piu` oscuri e gli stati d'animo piu` tormentati del nuovo hardcore, i Rocket si calano nelle torride atmosfere dei garage degli anni '60, facendo leva su riff e ritornelli da manuale. L'esecuzione e` effervescente e brutale, ma l'effetto e` quello di un party fra amici invece che quello di un attacco frontale al mondo.

Straripante di ritornelli memorabili e di infuocate parti strumentali da garage, grazie anche all'aggiunta del sassofonista Paul "Apollo 9" O'Beirne, Circa Now (Interscope, 1993) fu il capolavoro di quel genere. Short Lip Fuser procede per possenti riff di hardrock, ripetuti in maniera minimalista, ma quando Reis urla il ritornello e` contrappuntato da un coro alla Heartbreakers e da uno strimpellio di chitarra quasi orientale. Quasi grunge l'impeto di Hippy Dippy Do, la cui melodia obliquamente beat viene lacerata da un chiassoso flash di sassofono. Il ruvido "jingle-jangle" delle chitarre, raggomitolato in un fraseggio circolare a passo di valzer, propelle la fanfara psichedelica di Ditch Digger, la cui folle filastrocca potrebbe uscire da uno dei primi dischi dei Pink Floyd. Il sax, con i suoi barriti marziani, e` in primo piano nel tribalismo lascivo di Don't Darlene.
Killy Kill, con il tremito a rotta di collo delle slamdance di un tempo, Sturdy Wrists, scossa da singhiozzi violenti, e Dollar, con tutti gli strumenti a battere all'unisono una cadenza tempestosa ed epica, mettono in luce una sottile intelligenza ritmica, capace di scavare ritornelli in terreni minati. Poi la musica si ferma, e Reis canta in un imbuto la fiaba di Little Arm, alternandosi allo strimpellio surreale di una chitarra. L'album va in gloria con Glazed, il "rave-up" cadenzatissimo e tutto d'un fiato in cui e` piu` evidente il modello dei Fleshtones.

Pigeon Eater continua la serie dei loro singoli, che sono stati in parte raccolti su All Systems Go (Cargo, 1993).
Il sound dei Rocket e` spesso e intricato, con le armonie infittite degli accordi rumorosi delle chitarre e del sassofono, suonato a tutto volume con la foga di un'orda di barbari, puntellato da una ritmica febbrile.

In simultanea escono il nuovo album su CD, Scream Dracula Scream (Interscope, 1995), e il nuovo (mini)album su vinile, Hot Charity (Another Perfect Sounding Vinyl, 1995), che fa seguito a un superbo EP, The State Of Art Is On Fire (Sympathy, 1995). Scream Dracula Scream (Interscope, 1995) vira verso un garage-rock meno arrabbiato e piu` commerciale. Il nocciolo del disco e` costituito da un pugno di canzoni poderose ma non ferocissime, i cui ritornelli fanno leva su sincopi power-pop e sul contrappunto di fiati rhythm and blues. Middle Young Livers, e soprattutto On A Rope orbitano nei pressi dei Fleshtones, fatti salvo una ventina di decibel in piu`. Lo show e` ormai affidato alla produzione, altisonante ma non frenetica (al gruppo si e` aggiunto un trombettista). Abbondano i coretti, le progressioni melodiche, le apoteosi di sassofono e tromba. Sono canzoni da cui gronda sudore, non bava.

Hot Charity e` un po' piu` viscerale, ma gli mancano i ritornelli del gemello, per cui alla fine entrambi i dischi risultano opere minori. Troppi ye'-ye' a vuoto, troppi riff sprecati contro una muraglia di fiati, troppi ritornelli zoppicanti. Cloud Over Branson e Guilt Free i brani migliori.

Quelle di RFTC (Interscope, 1998) sembrano tutte cover, al limite della parodia. I riff sono piu` affilati che mai, i fiati incalzano scapestrati, la batteria pesta all'impazzata e i cori si inalberano solenni come sempre. Eye On You, il singolo apripista, ruba la melodia a I've Got A Line On You, Dick On A Dog resuscita il fantasma di Wilson Picket, Your Touch scimmiotta il revival degli Stray Cats, e You Gotta Move riecheggia i motivetti esotici di Leiber e Stoller; ma il frenetico e chiassoso boogie di I Know, cantato con voce sgolata mentre tutt'attorno grandinano chitarre, tastiere e fiati (una tecnica che ricorda quella di Von Lmo), il soul-rock febbricitante di Made For You, il rock'n'roll acrobatico di Back In The State sono "rave-up" che farebbero ballare anche Beethoven (per citare il riff piu` abusato, quello di Chuck Berry). Molti brani, da Lipstick (un incrocio fra i ritornelli di Elvis Costello e i riff dei Sonics) a When In Rome, all'apoteosi finale di Run Kid Run si reggono soltanto sulla foga (piu` nell'accezione di Bruce Springsteen che in quella del punk-rock) e sulla produzione a strati (nella tradizione di Phil Spector). A loro va pero` dato credito di indulgere nelle scordature di chitarre piu` sguaiate del punk-rock.

All Systems Go 2 (Swami, 1999) e` una raccolta di inediti e rarita`.

Cut Carefully and Play Loud (Flapping Jet, 1999) e` uno dei loro migliori EP.

(Clicka qua per la versione Italiana)

John "Speedo" Reis released his first solo, the mostly instrumental Back Off Cupids (Drunken Fish, 2000), originally recorded in 1994.

Rocket From The Crypt released the single Dancing Birds (Glazed, 2000).

Rocket From The Crypt's occasional contributors Andy Flame (bass) and Gar Wood (guitar) formed the supergroup Beehive And the Barracudas with keyboardist Tracy Haze, and released: Featuring the Insects (Flapping Jet, 2001), recorded in 1998, Plastic Soul with the White Apes (Swami, 2002), In Dark Love (Swami, 2003), Cock Ready (Strange Sounds, 2004).

Compared with the thick and slick production of the previous Rockets From The Crypt album, Group Sounds (Vagrant, 2001) marks a return to their (wild) roots. With the (notable) difference that it doesn't borrow from the Beach Boys, this operation is very similar to what the Ramones did two generations before: Heavy doses of soul stain what is, ultimately, raw rock'n'roll. Straight American Slave killer garage-rock guitars, savage punk-rock pace, rhythm and blues horns, gospel's call-and-response choirs, The horns (trumpeter JC2000 and saxophonist Apollo 9) are the protagonists of Carne Voodoo, Venom Venom, Savoire Faire. It's a parade of lethal, abrasive, turbo-charged, acts of fury: White Belt, Return of the Liar, Heart of a Rat... These are not songs, these are blasts. The Rockets have not sounded so spontaneous and so manic in ages.

The Sultans is another Reis project, whose vibrant Shipwrecked (Swami, 2004) seems to fall in between the Rockets and Drive Like Jehu: intelligent rock'n'roll.

R.I.P. (Vagrant, 2008) documents their last ever live show.

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