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    Scar Tissue
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    Separator, 6.5/10
    TMOTD, 7/10
    Rebuild, 6/10
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    Formati nel 1991 a a San Francisco, gli Scar Tissue vengono alla ribalta con una musica post-industriale per sintetizzatori, campionatori e sequencer che si lascia alle spalle le tentazioni techno di tanti musicisti industriali e si riallaccia invece alle ruvidezze della musica industriale delle origini.

    Separator (21st Circuitry, 1996) e` l'opera di debutto. Steve Watkins dirige l'orchestra di sintetizzatori, campionatori e macchine del ritmo, mentre Philip Caldwell scatena tornado di chitarra mascherati da frequenze extra-terrestri. Powerclone e Gobstopper sono i reperti piu` drammatici di quest'arte della disintegrazione dei ritmi da ballo. Alla violenza di tanti concorrenti, Pained Pinched Features oppongono un convulso gesticolare ritmico ed elettronico che prevale sulla dose di decibel. La fantasia con cui si sviluppano le composizioni (vedi il crescendo di Failure che porta da un coacervo di sibili a una scansione metronomica) sa di turbamenti esistenziali piu` che di visioni macabro-futuriste. I poliritmi metallurgici di Our Disease rinunciano volutamente allo shock, a favore di una piu` subdola nevrosi. A forza di attenuare l'impeto del genere, Laundered perviene a una forma cosi` raffinata di sound elettronico che il ritmo sembra fuori luogo, a due passi dal jungle ambientale. Le intuizioni sono molte e significative, ma i brani meglio riusciti sono ancora quelli piu` convenzionali, il gotico sinfonico di Tamheran e l'incedere incalzante-ipnotico di Stance, segno che la missione non e` ancora compiuta.

    TMOTD (21st Circuitry, 1997), "The Memory of the Devices", riparte dagli esperimenti piu` suggestivi di quell'opera.
    Piu` smaliziati nel produrre il suono, Philip Caldwell (chitarra) e Seve Watkins (elettronica) architettano per ogni brano uno schema sontuoso di suoni stratificati. In particolare, innescano balli epidermici (l'house tribale di Crashtimeg, il techno rallentato e pesantissimo di Cascadeg, i poliritmi tempestosi e polistrumentali di Not Your Own) di disturbi "industriali". Il disco ribolle pertanto di fenomeni marginali. In ultimis, e` un festival di episodi periferici, che stabilizzano invece che destabilizzare la composizione. (A completamento dell'opera, il disco comprende ben dodici tracce di bonus, ciascuno un micro-esperimento a se stante). Il loro e` un ballabile psicotico, decostruito lungo molteplici direzioni da una libreria di algoritmi; un'involuzione psicomatematica della body music dei Front 242.
    La maturita` viene forse consacrata proprio dai brani meno sperimentali, dalla visione esotica ed esoterica di Aftermathg (percussivita` marziali e melodie elettroniche da cerimoniale occulto), dal jamming spensierato di Subterraing, che potrebbe essere una cover di qualche strumentale degli anni '60 di Duan Eddy.
    Se l'album precedente dava l'impressione di uno stile un po' dispersivo, questa volta tutti i nodi vengono al pettine e lo stile si rivela coesivo e coerente, oltre che intrigante e intelligente.

    Rebuild (21st Circuitry, 1998) e` una raccolta di remix eseguiti da luminari dell'electronica.

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