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I Seely sono un quartetto di Atlanta, esordito con
Parentha See (Third Eye, 1996). La loro specialita` sono canzoni
fragili e melodiose, sussurrate e canticchiate dal chitarrista Steven
Satterfield e dalla bassista Joy Waters, che si reggono su armonie organiche
(merito anche dell'altra chitarrista Lori Scacco). L'effetto e` un po'
quello del vecchio acid-rock di It's A Beautiful Day e gruppi vocali della
West Coast, ma mediato da una sensibilita` sub-Mazzy Star.
Invece di puntare alle classifiche, i Seely indulgono negli eccessi piu`
languidi dei loro torpori sonori sul successivo
Julie Only (Too Pure, 1996), che in pratica e` una revisione dei brani
del precedente.
Il problema e` che le partiture impiegano un'eternita` a prendere forma
e consistenza e rimangono troppo a lungo nello stato di ameba.
Bitsa Jane e Bubble Bath
sono piu` solfeggiate che cantate,
sulle lente, metodiche ipnosi delle chitarre.
Le armonie vocali sono il loro vero punto di forza: quando il contrappunto
funziona, come in Meteor Shower,
ci si puo` anche dimenticare l'inerzia generale della musica.
Ma lo strumentale Red Flume,
con il suo passo da flamenco infuocato,
mette sull'avviso che questi quattro musicisti sanno anche suonare i propri
strumenti.
Seconds (Too Pure, 1997) ha il difetto aggiuntivo di essere anche
frammentario. E questa volta il gruppo si lascia anche vincere dalla
tentazione commerciale. Benche' la critica continui a parlare di My Bloody
Valentine e di Stereolab, gli ascendenti di Soft City rimangono i gruppi
vocali post-hippie degli anni '60 (e quelli dei brani strumentali
Hourglass e Adios sono forse i combo di musica leggera).
Purtroppo cio` che non si regge in piedi sono proprio le canzoni.
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