Until The Grinders Cease, 6/10 Don't Eat The Dirt, 6/10 (EP Exit At The Axis , 7/10 (EP) A Return To The Inner Experience, 7/10 This Timeless Turning, 8/10 Moon Bathing On Sleeping Leaves, 6.5/10 | Links: |
Gli Sky Cries Mary nacquero nel 1989 da un'idea di
Roderick Wolgamatt (poi Romero), Jonathan Auer e Kenneth Stringfellow.
Romero aveva avuto l'idea di un gruppo sperimentale collegato al teatro e
gli altri due, che suonavano anche nei Posies,
si erano prestati a creare i rumori di cui le sue piece avevano bisogno.
Dal vivo il gruppo era degno degli ensemble piu` ostici dell'avanguardia, anche
anche se i documenti sonori tramandati su
Until The Grinders Cease (New Rose, 1989) sono relativamente brevi
e misurati.
Il trio faceva piu` che altro un uso spregiudicato delle percussioni trovate
e del campionamento.
Properganda e` una parodia dei predicatori televisivi che alterna
campionamenti dei loro sermoni e una melodia agonizzante su un passo da messa
nera e un rimbombo di oggetti metallici.
Circus Church Nursery Rhyme e` un racconto per bambini aperto da
un tetro requiem di fisarmoniche e puntellato da un valzerone per banda di paese.
Bath House e` una trance di distorsioni guitarristiche alla
My Bloody Valentine incrociata a un battito
di pressa e a un tribalismo raga.
Lo strumentale Und Die Flammen e` una "danse macabre" che
incalza con furore Amon Duul in una nebbia di suoni lugubri.
When The Fear Stops e 9 Nite Chant sono reperti di una world-music
bizzarra, che usa il tribalismo con un distacco quasi alienato.
Nell'insieme si tratta di un'opera avveniristica, anche se confusa.
Quando gli altri decisero di concentrarsi sui Posies, Wolgamatt/Romero riformo' il gruppo con un cast di musicisti che variava a seconda delle occasioni. L'EP Don't Eat The Dirt (Lively Art, 1990) era ancora un lavoro molto sperimentale, molto lontano dal formato della canzone rock (Hell Bound For Heaven il piu` ambizioso). Anisa Romero (sua futura consorte) subentro` al canto in occasione dell'EP Exit At The Axis (World Domination, 1992) e il gruppo trovo` di colpo un magico equilibrio fra sperimentazione sonora e canzone rock. L'eclettica fusione di jazz, techno e industriale sorti` quattro ibridi difficilmente catalogabili: il bisbiglio insinuante Moon Dream Meadow Allegory, con un ritmo leggero da shuffle e sibili intermittenti in sottofondo; il blues sottovoce di Cornerman, accompagnato da languide stonature della chitarra e da un tempo irregolare della batteria; e la lunga trance etno-funky di Elephant Song, che parte dagli esperimenti di Byrne e Eno ma arriva in territori ancora vergini di percussivita' ed elettronica. Romero intona persino la dolente litania mediorientale di Back To The Sea, rievocando per un istante il fantasma di Nico. Al fianco di Wolgamatt e Romero erano Todd "Fallout" Robbins (campionamenti), Joseph Howard (basso), Bennett James (batteria), Ivan Kral (chitarra, veterano di Patti Smith e Iggy Pop) e Gordon Raphael (tastiere). L'album A Return To The Inner Experience (World Domination, 1993), con Marc Olsen (ex Sage) al posto di Kral, compi` un'ulteriore sterzata, adottando pose hippie e new age. L'album trasuda spiritualita` da tutti i pori. Dopo l'ouverture "sinfonica" di Walla Walla, che mescola i toni cosmici di Klaus Schulze ai poliritmi africani di David Byrne, l'ensemble di Wolgamatt si immerge in una serie di incubi armonici su quella falsariga (Circus Church e Ocean Which Humanity Is), ballate catatoniche che crescono come cerchi nell'acqua (When The Fear Stops e la lunga Rain) e canzoni di radioso acidrock (Moving Like Water e Broken Down) che riportano all'era di Jefferson Airplace e It's A Beautiful Day. Il cromatismo trasandato di questi studi psicologici, il potere suggestivo di un esotismo mimetizzato nella molteplicita' degli arrangiamenti, coniano un modello di psichedelia antiretorica, seducente ma piu' "ambientale" che idealista.
L'ensemble di Wolgamatt si avvale della chitarra di Michael Cozzi
(ex Shriekback) per il successivo
This Timeless Turning (World Domination, 1994).
Il nuovo lavoro si riallaccia addirittura ai primi Pink Floyd,
in particolare nel tour de force di quattordici minuti di 4:00 A.M., una
A Saurcerful Of Secrets per la new age che si dilata in forma di nebulosa
fra sibili cosmici, bisbigli impercettibili e un canticchiare della chitarra.
Accentuando la ritmica gli Sky Cries Mary pervengono anche a un nuovo genere di
ballo psichedelico con Shipwrecked, che mescola tribalismo africano, funky
orchestrale e (appunto) Pink Floyd, e Deep Sunless Sea, in cui si intrecciano
una nenia mediorientale, i poliritmi africani di Byrne e le armonie barocche
dei Dead Can Dance. Sul versante piu' pastorale il disco offre
la solita sporta di acidrock dai toni esotici (Vuh)
che talvolta si sollevano in madrigali da brivido (Don't Forget The Sky).
Fra intermezzi di folk aulico (These Old Bones) e qualche ballata anemica
(Slow Down Time) si va alla deriva verso il lento, ipnotico finale di
Walk Of Nothingness, a meta' strada fra 1989 di Hendrix e Us And Them
dei Pink Floyd.
Le partiture si fanno pero' via via piu' anomale:
il tornado industriale alla Nine Inch Nails di Stretched,
la base hip hop di Every Iceburg Is Afire,
lo sguaiato riff hendrixiano di Scapegoat...
Gli Sky Cries Mary veleggiano verso un artigianato di fini cesellatori
di arrangiamenti psichedelici, ormai consumabili anche dal grande pubblico.
Moon Bathing On Sleeping Leaves (Warner Bros, 1997) li lancia in grande
stile. Perso per strada il "direttore d'orchestra"
Wolgamatt, il gruppo (sette elementi) gravita adesso attorno alla cantante Anisa
Romero, al dj Todd Robbins, al chitarrista Michael Cozzi e al tastierista
Gordon Raphael. Attenuate le mosse orientaleggianti e i tribalismi ancestrali,
il sound si appoggia a lievi cartilagini della scuola Jefferson Airplane in
Breathe In
e prende in prestito i trucchi sofisticati della musica leggera da night club
(vagiti galattici, ritmica jazzata, volute orchestrali) in An Ant The Stars
e The Want.
Abbandonato il lavoro subdolo e indiretto sull'inconscio a favore di
un'esasperazione degli effetti sonori e del melodramma, il gruppo finisce per
lambire i toni reboanti del progressive-rock piu` kitsch in quella specie di
mini-operetta che e` Queen Of Slug Theatre.
L'esotismo riprende quota nelle due lunghe cavalcate del disco, Deep River e
Insectoria, jam sensuale da discoteca.
Il gruppo si riinventa una carriera con Moonbathing, motivetto ipnotico degno
delle girl-group, con chitarra siderale e carillon di pianoforte.
Un intento palesemente melodico permea anche le incursioni nella piu` corporea
tradizione degli Hawkwind, come nel boogie di Grey Eyes.
Anisa Romero ha collaborato a Hana (Hypnos, 1999) di Jeff Greinke. Dischi come A Return To The Inner Experience e This Timeless Turning hanno imposto gli SCM fra i protagonisti della rinascita dell'acid-rock negli anni '90. |
Seattle's Sky Cries Mary, which had
adopted an eclectic fusion of jazz, funk, world-music and acid-rock on the
EP Exit At The Axis (1992), converted to hippie/new-age spirituality
with A Return To The Inner Experience (1993), which blended
Klaus Schulze's cosmic music, David Byrne's African polyrhythms and
Nico's catatonic ballads, thereby coining an anti-rethoric form of psychedelia, one that was more an ambience than an ideology. Their masterpiece,
This Timeless Turning (1994), focused on the intersection between
early Pink Floyd and dance music, but hip-hop beats, Hendrix-ian riffs, industrial tornados and ancestral rites percolated through the loose, flaccid lattice.
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