I Sunny Day Real Estate erano in gran parte il veicolo del cantautore
Jeremy Enigk.
Esordirono nel 1993 con i singoli Flatland Spider e
Thief Steal Me A Peach .
Diary (SubPop, 1994) li affermo` con una
raccolta di composizioni lunghe ed elaborate. Il loro era
un ibrido scostante, che cadeva in sonni ipnotici alla Codeine (Song About An
Angel) e inciampava in cambi di tempo alla Rush (Seven, uno dei loro
motivi piu` celebri), che si
innalzava in
voli epici alla U2 (Shadows) e si perdeva in reminescenze decadenti
(il valzer per pianoforte da cabaret di Pheurton Skeurto),
sempre dominato dal registro effeminato di Jeremy Enigk e impreziosito dallo
stile convulso di William Goldsmith alla batteria.
Se molti brani erano troppo pretenziosi, almeno The Blankets Were The Stars
riusciva a costruire un'atmosfera da brivido immergendosi in una ragnatela di
suoni psichedelici, e Grendel andava alla deriva in una marea di accordi
onirici, trionfo della loro vena surreale.
La dolce In Circles (uno dei loro vertici) riassume un po' la personalita` del gruppo,
un gruppo di emotivi (anche se un po' ermetici cantori) della loro generazione.
LP2 (Subpop, 1995), noto anche come Pink Album, usci` quando
il gruppo si era gia` sciolto. Non conteneva nulla che il primo album non
avesse gia` evidenziato: ballate sofferte, che alternavano momenti di
tenera introspezione a urla quasi punk.
L'intimismo di Friday , la rabbia di Rodeo Jones
e la sperimentazione di 5/4 sono degne appendici del delirio
introverso del primo disco, e
J'nuh (orientaleggiante e grunge al tempo stesso) non si ferma li`.
L'album e` piu` che altro dedicato alla costruzione di uno spleen introverso
e antieroico
(Theo B, Red Elephant, Waffle, 8).
Ma il gruppo non esisteva piu`.
Il batterista William Goldsmith e il bassista Nate Mendel erano gia` passati ai
Foo Fighters.
Sul suo primo lavoro solista,
Return Of The Frog Queen (SubPop, 1996),
Jeremy Enigk rivela buone doti di profeta nel deserto. Seguendo l'esempio
di un conterraneo, Mark Lanegan degli Screaming Trees, fuori dal progetto
maggiore il cantante e` tutt'altra persona, improvvisamente creativo
e imprevedibile, maniaco di arrangiamenti eccentrici e lussureggianti che
contrappongono scheletri acustici ad abiti orchestrali e che fanno
pensare piu` alla musica classica che a quella pop.
La title-track e` una fiabesca ballata che oscilla fra
il passo di una banda paesana e una melodia alla Beatles. C'e` in effetti
molto Van Dyke Parks in questo disco, mimetizzato nella grazia
classicheggiante di Lizard o nel tema bucolico di Call Me Steam.
Il valzer onirico di Abegail Anne e il folk orchestrale di
Shade And The Black Hat
segnano altrettanti punti a favore del suo canzoniere illuminato e poliglotta.
I Sunny Day Real Estate si riformarono, con Jeff Palmer dei Mummyheads al basso,
per registrare How It Feels To Be Something On (Subpop, 1998),
un album di una maturita` agghiacciante. Non solo Enigk e` maturato come
scrittore di canzoni, narratore di storie e interprete passionale, ma il
gruppo ha ampliato i propri orizzonti (verso l'Africa, il Medioriente,
il folk e il progressive-rock) e il proprio arsenale
(tastiere e strumenti ad arco). La chitarra di Dan Hoerner scampanella
attorno al lamento trasognato di Pillars (la tensione emotiva
e` quella dei Nirvana),
E uno stile ancor piu` nervoso ed elettrico brucia 100 Million .
Ma il disco rallenta anche in meditazioni quasi filosofiche
(Every Shining Time You Arrive ) e sprofonda negli abissi indianeggianti
di (The Prophet ).
La ninnananna di Guitar and Video Games e
Days Were Golden , una lenta ballata in uno stile pensoso, quasi John
Lennon, completano lo spettro emotivo, uno dei piu` ricchi dell'anno.
Il gruppo sa comporre, arrangiare e suonare con la maturita` di un ensemble
di musica classica, ma suona il rock and roll piu` verace.
Il Live (Subpop, 1999) mette insieme tre delle migliori canzoni del
primo album (Song About An Angel, In Circles e
The Blankets Were The Stars), due canzoni del secondo album
(J'nuh e Rodeo Jones ) e gran parte del terzo album,
How It Feels To Be Something On .
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